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[Disarmo] L'imperialista Bernard-Henri Lévy, il bostik del PD
- Subject: [Disarmo] L'imperialista Bernard-Henri Lévy, il bostik del PD
- From: jure LT <glry at ngi.it>
- Date: Thu, 24 Jan 2019 17:25:14 +0100
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Già a servizio NATO-Gladio in Italia nel '77, già bombardatore di Belgrado e Tripoli, ora è chiamato in Italia per incollare i cocci della 'sinistra PD', già anch'essa bombardatrice NATO, ancorchè diritto-umanitaria. Contro il pericolosissimo governo fascista M5S-Lega, ovviamente. Ricevo e giro, da Coordinamento
nazionale Jugoslavia http://www.cnj.it
( vedi anche https://www.lantidiplomatico.it/ ) Jure -------- Bernard-Henri
Lévy, l'alfiere dell’imperialismo francese
in "tournée'" in Italia "contro il populismo"
Nella verosimile speranza che qualche
imbecille gli “rinfacci” il suo “essere ebreo” - per
potere così attestare l’”antisemitismo” che
permeerebbe il “populismo” e ravvivare così la sua
imminente tournée italiana - scalda i motori con ben
tre articoli (vedi qui, qui e qui) e un video pubblicati in tre giorni su La Stampa.
Stiamo parlando di Bernard-Henri Lévy, salito agli
onori delle cronache in Italia quando, nell’ormai
lontano 1977, spacciandosi per “rivoluzionario”, insieme ad altri tre “filosofi”, riuscì a dirottare sulle secche
dell’antioperaio “Movimento degli indiani
metropolitani” quello che restava del “68.
Forse il primo tentativo di creare uno pseudo
movimento “rivoluzionario” che, dopo il crollo del
Muro di Berlino, sarà poi perfezionato e applicato,
dai Think tank del Dipartimento di
Stato, in tutto il mondo, fino ad
arrivare al trionfo del “movimento dei diritti umani” e, quindi delle Primavere colorate.
Primavere colorate - e, quindi, guerre - delle quali Bernard-Henri Lévy si direbbe
essere il principale promotore. Ma su questo già molto si è scritto. Meglio
accennare, invece, sul progetto politico che sta
dietro la sua scesa in campo per le elezioni europee
e, soprattutto, sulla titubanza dei media italiani (ad
eccezione del Gruppo editoriale de Benedetti) ad
appoggiarlo. A spiegarlo è, sostanzialmente, il
disfacimento della base del Partito Democratico
dilaniata dalla tentazione di appoggiare, in funzione
anti-Salvini, o quella che si ritiene “l’anima di sinistra del
Movimento Cinque Stelle” o gli euroinomani, capitanati da Carlo Calenda (in questi giorni galvanizzati e dall’endorsement di Bernard-Henri Lévy).
In tal senso la scesa in campo dell’alfiere dell’imperialismo francese (forte del Trattato di Aquisgrana tra la Merkel e Macron) attiva una dinamica da seguire con attenzione. Francesco Santoianni, 22/01/2019 |
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