“La recente decisione del presidente statunitense Trump
di voler uscire dal Trattato INF Intermediate Range Nuclear Forces
Treaty firmato a suo tempo nel 1987 a Washington da Ronald Reagan e
Michail Gorbaciov rappresenta un ulteriore passo indietro in questo
settore. Infatti, se nel XX secolo diversi accordi erano stati stipulati
in questo ambito, da anni si è registrata un’assenza anche di semplici
colloqui tra le superpotenze, che ha lasciato spazio al deterioramento
dei rapporti internazionali”. Lo sostiene il direttore di Archivio
Disarmo Maurizio Simoncelli in un comunicato diffuso oggi.
“Il rifiuto da parte delle superpotenze nucleari (e dei
loro alleati, compresa l’Italia) – dice Archivio Disarmo – nei
confronti dell’iniziativa ONU per il bando totale delle armi nucleari
NWBT Nuclear Weapon Ban Treaty, approvato dall’Assemblea Generale
dell’ONU nel 2017 con 122 voti a favore, è stato già un chiaro segnale
della loro volontà politica. Inoltre anche la Nuclear Posture Review
2018 adottata dall’amministrazione Trump nel febbraio scorso già faceva
intendere la nuova centralità delle armi nucleari nella strategia
militare statunitense”.
Quante sono le testate nucleari?
IArchivio Disarmo ricorda che dati ad oggi disponibili sugli arsenali nucleari (elaborati da un’accreditata fonte indipendente come la Federation of Atomic Scientists) ci dicono che gli USA e la Russia avrebbero ognuno nei loro arsenali 1.600 testate nucleari strategiche, mentre Washington disporrebbe di 150 testate tattiche dispiegate (le note bombe B61, di cui una parte stanziate anche in Italia e in dotazione pure
Un’immagine tratta dal Pittsburgh Post-Gazette a commento dell’anniversario della prima atomicaai reparti della nostra Aeronautica Militare). Il Cremlino, invece,
ne avrebbe 1.830 tattiche non dispiegate, cioè non operative. Nei
depositi, inoltre le due superpotenze ne hanno alcune altre migliaia, in
parte in via di smantellamento. Per quanto riguarda Pechino si stima
che abbia diverse centinaia di testate, ritenute conservate in depositi
centrali, mentre possiede missili Dongfeng 31A con gittata di 12.000 km.
La lenta riduzione degli arsenali nucleari connessa al
TNP Trattato di Non Proliferazione nucleare a 50 anni dalla sua firma
conferma l’intenzione delle superpotenze di voler continuare a fare
assegnamento su tali armi di distruzione di massa nell’ambito delle loro
strategie globali, ignorando il senso dell’approvazione del NWBT da
parte di una larghissima parte dei governi del nostro pianeta e il dato
incontrovertibile che una guerra nucleare – per le sue conseguenze
catastrofiche globali – non avrebbe vincitori, ma solo vinti.