[Disarmo] PALESTINA - TERRITORI COLONIZZATI -GAZA





Oggetto: PALESTINA - TERRITORI COLONIZZATI -GAZA
Data: Mon, 7 May 2018 16:38:47 +0000
Mittente: miriam <mir @ otmail.com>



Inoltro per informazione;  da mittenti diversi, quindi con posizioni anche differenti.   Chi non vuole ricevere lo comunichi, grazie;   risparmiamo tempo ed energie.       Saluti,    Miriam


RESTIAMO UMANI   (Vittorio Arrigoni) 

L'ULTIMO GIORNO DI OCCUPAZIONE SARA' IL PRIMO GIORNO DI PACE        (Marwan Bargouthi)

LA NOSTRA LIBERTA' E' INCOMPLETA SENZA LA LIBERTA' DEI PALESTINESI   (Nelson Mandela)




5-5 da assoc.amicizia Ital-Pal


 In una Gerusalemme dal cielo grigiastro e l’aria irrespirabile che sembrava la risposta della natura ai sorrisi soddisfatti di Netaniahu per essere riuscito – con la complicità dell’Italia – a utilizzare lo sport per riaffermare il potere della bugia e della forza sul Diritto internazionale, si è aperta la più grande gara ciclistica del 2018 consacrando, a livello mediatico, la pretesa israeliana di annessione di Gerusalemme e di farne capitale del suo Stato.

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   Sotto i pedali del “giro d’Italia”, e in nome di una bugia superbamente confezionata, strumentalizzando la figura del grande Gino Bartali, il crimine dell’occupazione militare israeliana si è volatilizzato, trasformandosi in omaggio allo Stato occupante.

   Inutilmente da Ramallah i ciclisti palestinesi, quelli non ancora gambizzati dall’esercito israeliano, hanno cercato di richiamare l’attenzione mediatica organizzando un loro giro ciclistico fino al muro di Qalandia, laddove il check point israeliano impedisce loro di raggiungere  Gerusalemme “in quanto palestinesi”. Solo un giornale italiano, che si sappia, ha riportato la notizia di questo Giro palestinese che grazie ai social e all’agenzia di stampa NenaNewsAgency non è passata del tutto insservata.

   Intanto, mentre si ignorava il Diritto internazionale coprendone con la facciata sportiva la sua continua violazione, a qualche decina di chilometri, in un’aria più irrespirabile ancora di quella di Gerusalemme, ma non per fenomeno naturale,  si preparava, lungo i confini assediati di Gaza, il 6° venerdì della grande marcia per il diritto al ritorno.

   Anche questo venerdì ha visto la cretività dei partecipanti alla marcia in antagonismo alla violenza degli assedianti. Sono stati usati i racchettoni da mare per respingere i tear-gas, di cui Israele ha fatto larghissimo uso  intossicando qualche centinaio di partecipanti compresi quelli distanti centinaia di metri dal border. Con le tradizionali fionde sono stati abbattuti due sofisticatissimi droni. E ancora grande uso di aquiloni e,soprattutto, la capacità di dimostrare che i partecipanti alla marcia non hanno paura di un nemico tanto forte e tanto armato, e che seguiteranno a pretendere l’applicazione dei diritti sanciti dall’ONU.

   Questo venerdì non ci sono stati morti, sebbene tra i circa 1100 feriti diversi di loro siano stati colpiti al collo o nella parte alta del corpo ma, seppure ce ne fossero stati, ormai sappiamo che a loro non si sarebbe dato il giusto valore nei grandi media, così come non se ne è dato, per contro, alle terribili affermazioni razziste, di incitamento alla violenza e all’omicidio che periodicamente vengono lanciate, non solo dall’uomo della strada, ma da rappresentanti del governo o del parlamento  israeliano quali Liberman, Bennett o Ayelet Shaked, mentre è sotto gli occhi di tutti la grande rilevanza data alle affermazioni di Abu Mazen in quanto in esse si è colto dell’antisemitismo. Basterebbe leggerlo, il discorso di Abu Mazen, per capire quanto improvvida sia stata la sua dichiarazione visto l’uso che sarebbe stato fatto delle sue parole sebbene riferite a situazioni storicamente e socialmente concrete. Ma come sempre il presidente Abu Mazen, invece di rispondere
   a chi stava strumentalizzando le sue parole, cioè i media di tutto il mondo su veline israeliane, ha preferito scusarsi per aver offeso involontariamente “gli ebrei”, regalando un’altra palla a chi gioca sull’antisemitismo per annettersi illegalmente l’intera Palestina.

   Mentre scriviamo, il giro d’Italia seguita le sue tappe asiatiche da Haifa a Tel Aviv, da Ber’sheva a Eilat, pedalando su strade che fino al 1948 erano città e villaggi palestinesi. Di questo non si cura l’Italia che ha accettato l’imbroglio sulla figura di Bartali per accreditare il più fuorilegge degli Stati considerati democratici e dare il suo contributo a un’operazione che grazie a Trump dimostra a tutto il mondo quanto la forza e il denaro vincano sul diritto. La RCS Media Group, cioè gli  organizzatori italiani del Giro, hanno anche ringraziato Israele per “questa bellissima occasione”, cioè l’occasione di usare lo sport a favore dell’illegalità. E questa non è una dichiarazione di parte, ma la sintesi dello studio di un’amplissima documentazione storica alla quale anche storici israeliani hanno dato il loro sostanziale contributo.

   Israele, il 14 maggio di 70 anni fa, nasceva cacciando o uccidendo un altissimo numero di palestinesi e distruggendo 432 villaggi impadronendosi di tutto il possibile. L’Onu cercava formalmente di porre minimamente rimedio alla “catastrofe” con una serie di Risoluzioni successive all’autoproclamazione della nascita di questo Stato che però, per Israele, sono sempre state state solo pezzi di carta e quest’anno, grazie anche a Trump, farà o tenterà di fare il colpo grosso: il riconoscimento di Gerusalemme come sua capitale cancellando agli occhi del mondo l’illegalità e l’illegittimità della sua occupazione.

   Ma Israele sa che una gran parte di palestinesi, sia musulmani che cristiani, non accettranno mai quest’annessione, né la perdita dei loro diritti e, a un’ottantina di chilometri da qui, circa 20-30.000 persone seguitano a dirglielo nella forma più intelligente e coraggiosa che abbiano saputo inventare i palestinesi: la grande marcia sotto un’unica bandiera, mettendo da parte le divisioni dei vertici. Una marcia di popolo, basata sulla non-violenza e avendo come tattica l’uso dell’ironia e delle azioni simboliche, come quella di strappare qualche metro di rete per mostrare che anche l’assedio più sofisticato e più crudele ha i suoi punti deboli. Hanno pagato caro per questo, ma né i 50 morti, né i 6000 feriti li hanno fatti arrendere.

   I media però non raccontano   queste manifestazioni né in modo adeguato, né in modo corretto, anche perché non sono sul campo,  perdendo così una grande occasione: quella di capire e far capire che non si tratta di marce rituali, ma di una strategia  che forse riuscirà a dare una svolta a questo conflitto quasi centenario grazie alla creazione di un unico fronte resistenziale.

   Forse la Grande marcia non riuscirà a raggiungere il suo scopo, forse i nemici diretti e indiretti sono troppo potenti e numerosi, ma questo lo vedremo nei prossimi mesi. Intanto i comitati organizzatori si preparano per il prossimo venerdì, cercando di mandare il loro messaggio oltre l’assedio che strangola Gaza da 11 anni.

   La marcia continua e il Giro d’Italia rientrerà nei confini dopo aver reso i suoi servigi a Netanyahu il quale, proprio oggi, per legge della Knesset, assumerà su di sé il diritto di dichiarare guerra senza doverlo concordare almeno con l’esecutivo. Questo è un altro passo che allontana sempre di più Israele dai pilastri della democrazia, ma che – senza vergogna – tutti i suoi sostenitori seguiteranno a chiamare Stato democratico.

   https://www.pressenza.com/it/2018/05/gerusalemme-gaza-la-grande-marcia-continua/

In una Gerusalemme dal cielo grigiastro e l’aria irrespirabile che sembrava la risposta della natura ai sorrisi soddisfatti di Netaniahu per essere riuscito – con la complicità dell’Italia – a utilizzare lo sport per riaffermare il potere della bugia e della forza sul Diritto internazionale, si è aperta la più grande gara ciclistica del 2018 …





5-5  da parallelopalestina 
Gino Bartali, grande ciclista. Anche soccorritore di ebrei? Pare proprio di no.
 di Ugo Giannageli

Israele è uno Stato fondato anche sulla mistificazione e sulla propaganda. La più recente operazione propagandistica consiste nell’accordo per le tre tappe israeliane del 101° Giro d’Italia e, a monte, nell’inserimento di Bartali tra i Giusti delle Nazioni.

Bartali è stato inserito nel Giardino dei giusti dello Yad Vashem nell’ottobre 2013 quando, verosimilmente, erano già in corso i contatti tra Israele e RCS per l’organizzazione della partenza del Giro da Israele in occasione del 70° della nascita dello Stato; di certo, a quell’epoca, era stata quantomeno ideata l’operazione di propaganda.

Questa operazione è costata ad Israele 12 milioni di euro versati a RCS, cui si sono aggiunti i 4 milioni versati dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams. E’ l’importo più alto mai investito da Israele in un evento sportivo.

Il ritorno preventivato merita, però, l’ingente spesa: gli organizzatori hanno calcolato in oltre 100 milioni gli spettatori delle tre tappe ai quali sarà presentata l’immagine di un Paese normale, ricco, felice e civile. Le immagini, accuratamente selezionate, non mostreranno il muro, i check points, la militarizzazione, insomma la realtà vissuta dai palestinesi: l’occupazione, le demolizioni, le espulsioni, le incarcerazioni, le uccisioni.

L’invenzione di Bartali quale soccorritore di ebrei era necessaria per creare un aggancio tra Israele e il Giro d’Italia. Di Bartali soccorritore di ebrei, in realtà, si parlava da tempo; si trattava solo di recuperare la storia, controversa, ed accreditarla.

Si rispolvera, allora, un testo del 1978 di Alexander Ramati (tradotto in italiano nel 1981) dal titolo: “Assisi clandestina. Assisi e l’occupazione nazista secondo il racconto di p.Rufino Niccacci”. Secondo Ramati e Niccacci, Bartali avrebbe svolto il ruolo di corriere in bicicletta tra Firenze e Assisi, occultando carte di identità false destinate agli ebrei nella bicicletta.

Nel 1985 interviene, però, a smentire il tutto don Aldo Brunacci, canonico della cattedrale di Assisi e organizzatore dei soccorsi agli ebrei ivi rifugiatisi. Brunacci smentisce seccamente il racconto di Ramati, nega qualsiasi ruolo di Bartali ed irride alla fervida fantasia di padre Rufino. Brunacci è particolarmente autorevole ed attendibile perché è stato il principale organizzatore della assistenza in Assisi e si occupava espressamente della fabbricazione di documenti falsi; non solo, ma conosceva personalmente padre Rufino che era stato suo collaboratore, sia pure in una fase successiva.

Brunacci bolla il testo di Ramati come “un romanzo, un copione da film” e giunge a formulare una ipotesi per l’invenzione del ruolo di Bartali: dice che proprio lui, Brunacci, si era recato in bicicletta in qualche occasione a Perugia per missioni delicate e ne aveva parlato in alcuni articoli. Probabilmente, afferma, Ramati da ciò aveva tratto ispirazione per inserire il più famoso ciclista Bartali nel suo “romanzo”.

A sostegno di Brunacci è intervenuto recentemente (3/2/2017) Michele Sarfatti, storico e studioso della persecuzione antiebraica, nonché, dal 2002 al 2016, direttore del CDEC ( Centro di documentazione ebraica contemporanea).

Sarfatti, oltre che appassionato studioso, è anche figlio di Giacomino Sarfatti che era stato in contatto a Firenze con la partigiana azionista Maria Assunta Lorenzoni detta Tina, uccisa durante la battaglia per la liberazione di Firenze nell’agosto 1944; proprio Tina Lorenzoni procurava agli ebrei i documenti falsi. Mosso anche da questo interesse personale, Sarfatti con una analitica ricerca storica, ricostruisce il quadro degli aiuti agli ebrei fiorentini e conclude dando ragione a Brunacci: Bartali non compare mai.

Michele Sarfatti correda il suo articolo ("Gino Bartali e la fabbricazione di carte di identità per gli ebrei nascosti a Firenze”, Documenti e commenti, n.2) con una immensa bibliografia.

Ovviamente un simile lavoro di demolizione del racconto di Ramati e di disvelamento della operazione propagandistica del Giro ( anche se questo non era certamente la finalità di Sarfatti, interessato solo alla verità storica, e men che meno di Brunacci che scrive in epoca lontana) non poteva passare senza dure reazioni.

Contro Sarfatti si scaglia il 20 luglio 2017 Sergio Della Pergola, dell’Università ebraica di Gerusalemme e membro della Commissione per i Giusti delle Nazioni. Della Pergola parla espressamente di “operazione diffamatoria” riferendosi all’articolo di Sarfatti. I suoi argomenti appaiono, però, deboli e contraddittori. Dopo avere riconosciuto, infatti, le doti di Sarfatti che definisce “ ricercatore eccellente e stimato”, non gli resta che ipotizzare una trama alla quale Sarfatti si sarebbe prestato. Dinanzi a un personaggio come Sarfatti, però, Della Pergola non riesce neppure a formulare ipotesi di trama. Nel merito si limita a dire che la commissione per i Giusti ha esaminato “un’ampia massa di testimonianze orali e scritte” che però non indica e non cita, neppure a titolo esemplificativo. Non solo, ma si affretta a precisare di non avere fatto parte della commissione che ha votato l’inserimento di Bartali. Perchè  allora non lasciare la parola a un membro della commissione? Perché attribuire un intento diffamatorio a un ricercatore che lui stesso riconosce essere “eccellente e stimato”?

Assistendo dall’esterno a questo interessante confronto, non possiamo non fare nostra la conclusione di Sarfatti: “La storia della fabbricazione e distribuzione delle false carte di identità per gli ebrei clandestini a Firenze è lastricata di grandiosa umanità e terribili lutti. La prima non necessita di miti; i secondi esigono rispetto”.

Israele, però, necessita di miti.

Nel momento in cui la Knesset sta per approvare la legge fondamentale (basic law) che definisce una volta per tutte Israele Stato ebraico (come già anticipato nella dichiarazione di indipendenza del 1948), istituzionalizzando il suo essere uno Stato etnico-confessionale, è più che mai necessario fornire al mondo una immagine che non smentisca il mito dell’unica democrazia del Medio Oriente.

Sino a quando i falsi miti potranno nascondere la realtà della pulizia etnica, dell’apartheid, del colonialismo di insediamento e del genocidio in corso?

Milano, marzo 2018

Qui trovate gli altri scritti sull'argomento: 

https://sites.google.com/site/parallelopalestina/fermiamo-le-ruote-dell-occupazione

sites.google.com
In Palestina le prime tre #tappe del Giro dovrebbero transitare sulle macerie dei paesi distrutti dalle forze armate sioniste e sulle tombe della popolazione palestinese sterminata. “Avvenne con l’approvazione dell' Haganah e in stretta collaborazione con esso … [fornirono] il fuoco di ...


(1) Hanno falsato completamente la verità di Giovanni Negro
(2) Lettera di 32 ebrei italiani


5-5 A questo link, il video dell'intervento di Mustafa Barghouthi  al  Festival: "Palestina terra mia", tenutosi a Milano il 25/03/2018 in  occasione di IAW 2018:

https://youtu.be/eYzk0UvhrIc

Roberto
BDS Milano
Coordinamento Lombardo Palestina



4-5  da P.M.      Scienziati e medici Italiani ed Inglesi hanno pubblicato questa lettera sul British medical Journal oggi
Se googlate si avrà una buona traduzione.      fate girare se condividete il contenuto

Scientists and doctors form Italy and UK wrote to BMJ

The Maiming Fields of Gaza

Since 30 March 2018, Palestinians civilians living as refugees and exiles in Gaza ever since they were driven out from Palestine have been gathering in mass, unarmed demonstration about their right of return to the homeland they lost in 1948. Confronted by the Israeli army, including 100 snipers, the toll of dead and wounded Palestinian civilians is mounting at a shocking rate as we write.

There is a background to this. Firstly, there is the ongoing impact of the 12 year long Israeli blockade of Gaza on the care and health of her people, and the degrading of its health services. The violence and destruction inflicted by Israeli military action in Operation Protective Edge in 2014 and Operation Cast Lead in 2008-9 marked a distinct turning point in the pauperization of Gaza, against a backdrop of an ever tightening blockade since 2006.That assault in 2014 killed over 2,200 civilians, a quarter of whom were children, wounded 11.000, destroyed 15 hospitals, 45 clinics and 80,000 homes.(1)

Since 2014 Israel has further tightened the passage of essential medicines and equipment into Gaza, and of the entry of doctors and experts from abroad who offer technical expertise not available locally. Gazan hospitals have been depleted of antibiotics, anaesthetic agents, painkillers, other essential drugs, disposables, and fuel to run surgical theatres. (2) Patients die while waiting for permission to go for specialist treatment outside Gaza. All elective surgery has been cancelled since last January 2018, and 3 hospitals have closed because of medication, equipment and fuel shortages (3). Medical personnel have been working on reduced salaries. Gazan health professionals find it almost impossible to get Israeli permission to travel abroad to further their training.The regular episodic military assaults on Gaza and the current targeting of unarmed demonstrators are part of a pattern of periodically induced emergencies arising from Israeli policy. The cumulative effects of the impact on healthcare provision for the general population have been documented in multiple reports by NGOs, UN agencies and the WHO. (4).This appears to be a strategy for the de-development of health and social services impinging on all the population of Gaza.

The current systematic use of excessive force towards unarmed civilians, including children and journalists, is provoking a further crisis for the people of Gaza. Since 30 March 2018, snipers firing military grade ammunition have caused crippling wounds to unarmed demonstrators.(5) As of 23 April 2018,5511 Palestinians, including at least 454 children, have been injured by Israeli forces, including 1,739 from live ammunition according to the Palestinian Ministry of Health in Gaza. As of April 27, the death toll has reached 48 and additional hundreds wounded.

Even the BBC has shown films of the deliberate shooting of people who were standing harmlessly or running away, including childrenand journalists (6). The sniper-fire is mostly not to the head, with most of the wounds to the lower torso and legs. Dozens have needed emergency amputation of either one or both legs, and a further 1,300 required immediate external fixations which will entail an estimated 7,800 hours of subsequent complex reconstructive surgery if the limbs are to be saved. This is calculated maiming. More may die or incur life-long disability because of the degraded state of health service sand the prohibition by Israel of the transfer for the seriously wounded (7). How is Gaza to survive this situation? And meanwhile, the many that have lost non-emergency healthcare because of the ongoing lack of medicines and energy will be joined by many more now that all scarce resources are going to life and limb saving efforts.

Whilst various UN and WHO agencies have condemned Israeli actions, Western governments have not uttered a murmur and thus bolster the impunity Israel seems always to have enjoyed in its treatment of Palestinian society. Others who seek to document and to draw attention to events like this, including in medical journals, are often subject to vilifying ad hominem attacks, as have journal editors (8). These are matters of international shame.

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Derek Summerfield, Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience, King's College, University of London.
David Halpin, Retired orthopaedic and trauma surgeon. Member - British Orthopaedic Association.
Swee Ang, Consultant Trauma and Orthopaedic Surgeon ,Barts Health, London
Andrea Balduzzi, Researcher, University of Genoa, Italy
Franco Camandona, MD, OspedaliGaliera, Genoa, Italy
Gianni Tognoni, Mario Negri Institute, Milan, Italy,
Ireo Bono, MD, Onncologist, Savon, Italy
Marina Rui, PhD Università di Genoa, Italy
Vittorio Agnoletto, MD, University of Milan, Former MEP, Italy

(1) 50 days of death and ddestruction. Institute for Middle East Understanding. https://imeu.org/article/50-days-of-death-destruction-israels-operation-...

(2)
Emergency Delegation to the Gaza Strip. Physicians for Human Rights Israel.
http://www.phr.org.il/en/phri-emergency-delegation-to-the-gaza-strip-apr...

(3)
-https://www.middleeastmonitor.com/20180213-work-at-main-gaza-hospital-st... February 13, 2018
-http://www.aljazeera.com/news/2018/02/palestinians-die-israel-refuses-me...

(4)
-Unnecessary loss of life http://gisha.org/updates/8742
-Humanitarian Coordinator calls for protection of Palestinian demonstrators in Gaza alongside support for urgent humanitarian needs -https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-coordinator-calls-protectio...
-Israel/OPT: Authorities must refrain from using excessive force in response to Palestine Land Day protests https://www.amnesty.org/en/latest/news/2018/03/israelopt-authorities-mus...

5) World Health Organisation Special Situation report- Gaza, Occupied Palestinian Territory.https://israelpalestinenews.org/who-special-situation-report-gaza-occupi...

6)
The Palestinian Day of Return: from a short day of commemoration to a long day of mourning K. Elessi 27 April 2018, Lancet
https://doi.org/10.1016/S0140-6736(18)30940-1
Civilians, health workers, journalists and children killed and wounded march 30-april 27, 2018
-http://www.msf.org/en/article/palestine-msf-teams-gaza-observe-unusually...
-Horrific injuries reported among Gaza protesters https://www.map.org.uk/news/archive/post/828-horrific-injuries-reported-... Palestinians killed and hundreds injured in Gaza during demonstrations along the fence https://www.ochaopt.org/content/four-palestinians-killed-and-hundreds-in...
-New MAP film from Gaza: health workers under attack
https://www.map.org.uk/news/archive/post/827-new-map-film-from-gaza-atta...
-Adalah& Al Mezan petition Israeli Supreme Court: Order Israeli army to stop using snipers, live ammunition to disperse Gaza protests http://www.mezan.org/en/post/22754/Adalah+%26+Al+Mezan+petition+Israeli+...







(7)
https://www.ochaopt.org/theme/casualties
-https://mailchi.mp/phr/muwsh5pulz-991741?e=19b7f93641

(8)
Pressure on ‘The Lancet’ for Gaza letter another example of pro-Israel assault on freedom of _expression_ 11 novembre 2014 |Catherine Baker pour Mondoweisshttp://www.aurdip.fr/pressure-on-the-lancet-for-gaza.html?lang=fr

Competing interests: No competing interests





3-5 da G.L. 

Su lazuccablog un mio pezzo abbrazzos gianni ( chi non vuole più ricevere per favore me lo comunichi scrivendomi “cancellami” grazie)

 

https://lazuccablog.wordpress.com/2018/05/03/non-importa-quello-che-si-dice-ma-come-lo-si-dice-e-quando-lo-si-dice/


3-5 da C.T.  

Il sentore di antisemitismo nel discorso di Abbas non cambia il suo appoggio alla soluzione dei due Stati

Amira Hass 2 maggio 2018, Haaretz Il discorso del presidente davanti al Consiglio Nazionale Palestinese ha rispecchiato il suo stile autoritario e il suo rifiuto di ascoltare le critiche.

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Israele contro Iran: Venti di guerra a Gerusalemme – con il sostegno di Washington

Amos Harel 1 maggio 2018, Haaretz Israele è determinato a estromettere l’Iran dalla Siria, ma se sbaglia i calcoli, Hezbollah e Hamas potrebbero accettare la sfida. Netanyahu è pronto a correre dei rischi – a…

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L’obbedienza è la massima forma di patriottismo

Amira Hass 1 maggio 2018, Haaretz Migliaia di richieste di permessi di uscita da Gaza rimangono ad ammuffire negli uffici israeliani, poiché la norma è che la Striscia di Gaza sia un campo di prigionia…

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Rapporto OCHA del periodo 10 – 23 aprile 2018 (due settimane)

La serie di dimostrazioni di massa, iniziate il 30 marzo nel contesto della “Grande Marcia del Ritorno”, è continuata a Gaza durante il periodo di riferimento [di questo Rapporto, cioè fino al 23 aprile]

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Comunicato di Amnesty International per l’embargo delle armi dirette a Israele

27 aprile 2018, Amnesty International Sulla base delle sue recenti ricerche, Amnesty International ha concluso che nel corso delle proteste della “Grande marcia del ritorno”, a Gaza l’esercito israeliano ha ucciso e ferito manifestanti palestinesi…

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Le truppe israeliane hanno sparato prima alla gamba sinistra di un giornalista di Gaza, poi alla destra. E non si sono fermate qui.

Gideon Levy e Alex Levac 27 aprile 2018, Haaretz L’amputazione della gamba sinistra di Yousef Kronz, 19enne fotografo di Gaza, avrebbe potuto essere evitata se Israele gli avesse permesso di ricevere cure mediche tempestive in…

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Gideon Levy 22 aprile 2018, Haaretz Il rifiuto di Natalie Portman di prendere parte alla cerimonia del Premio Genesis è stato un grande colpo.




3-5 da A.M. 

A iscritte/i, amiche e amici di Cultura è Libertà
NON PERDETE LA
Inaugurazione della mostra fotografica/percorso storico, LA PALESTINA DELLA CONVIVENZA, il 9 maggio dalle 19, a Roma presso la Casa del Cinema in Largo Marcello Mastroianni 1 - Villa Borghese.

In occasione dei 70 anni dalla Nakba (catastrofe), quando oltre 700.000 palestinesi vennero espulsi con la forza dalle loro terre e case, vogliamo con questa mostra, di immagini e testi, far conoscere la Palestina degli anni precedenti il 1948, a partire dall'Impero Ottomano.

Verrà presentata da Nabil Salameh, cantautore e giornalista palestinese, che ne è il curatore. Insieme a Dalal Suleiman, attrice di origini palestinesi, daranno poi vita ad un reading artistico, con lettura di testi poetici e letterari.

Ingresso gratuito, sottoscrizione libera, a sostegno di progetti di Cultura è Libertà
Vi aspettiamo!
locandina allegata



3-5  da P.M. Care/i
grazie a contributi di alcuni di voi abbiamo spedito gia da 10 gg 4000 euro per medicine e queste sono anche già state tutte consegnate in Gaza.
chi ha donato può mandarmi la mail se ne vuole traccia
Intanto MAP mi comunica che sono senza piu fondi, hanno mandato tutto e comprato il massimo possibile,  e che servono ancora materiali per la continua cura dei pazienti e per quelli che arrivano nuovi, 
vi chiedo dunque se possibile di attivare i vostri canali di colletta e donazioni subito e se vi pare.
noi abbiamo (da inviare ancora)  altri 450 euro e lo faremo oggi.
intanto guardate questo articolo


2-5 da  M.L.   Inoltro un inquietante articolo sulla campagna di gambizzazione contro la protesta palestinese scaricabile dal link qui sotto.

http://www.saluteinternazionale.info/2018/05/vi-azzopperemo-tutti/ 

PCRF Italy Coordinator




1-5 da R.C.   Ciao tutti, giro il comunicato che è stato pubblicato con foto e filmato sul sito F.P.   

 COMUNICATO F.P. - Milano

Un 25 aprile senza ipocrisia

Parole chiare, per rispetto delle migliaia di partigiani comunisti, e non solo, assassinati dal fascismo e poi traditi dai diversi governi costituitisi dopo la Liberazione.

Partiamo dalle motivazioni per cui noi del Fronte Palestina insieme a  tante altre persone, abbiamo condiviso la scelta di contestare le bandiere criminali, pur consapevoli che sarebbero arrivate le solite vigliacche aggressioni da parte dei media assoldati dai sionisti, da parte delle comunità ebraiche in giro per il Paese, e che nessuno sarebbe venuto a sentire la nostra voce, le nostre ragioni.

Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, 40 palestinesi sono stati uccisi e altri 5.511 feriti dal fuoco dei soldati israeliani durante le manifestazioni della Grande Marcia del Ritorno.

Qualcuno ha scritto di questo? Qualche comunità ebraica ha preso le distanze da tali crimini?

Non ci risulta pervenuta nessuna presa di distanza, anzi….

A Roma gli antisemiti della comunità ebraica si rifiutano di sfilare nel corteo dell’ANPI perché vi avrebbero partecipato anche i “palestinesi con bandiere e kefie”.

Ecco, qualcuno si scandalizza per questa decisione? Ovviamente no, tutti gli occhi e lo sdegno vengono dedicati alla nostra scelta di contestare la presenza dichiaratamente sionista al corteo del 25 aprile.

L’ANPI ha nel suo statuto, ma dovrebbe anche averlo nel suo dna, il sostegno alle lotte di liberazione dei popoli sotto occupazione. Invece certi dirigenti dell’Associazione dei partigiani vanno a braccetto con questi criminali e anche con il PD, dimenticando le varie dichiarazioni di soli 18 mesi fa, poco prima del Referendum costituzionale, quando gli attuali dirigenti strillavano: “I veri partigiani votano SI al Referendum”.

*****

"Restiamo Umani" è inscritto col sangue sulla pelle della gente del popolo palestinese di Gaza, della Cisgiordania e della Diaspora.

Chiediamo quale sia l’umanità di chi comodamente si apposta sopra un’altura, prende la mira e spara alla testa di un bambino, di una donna, di un uomo.

Come sempre, quando gioca Israele, bisogna lasciar fare: essere "equidistanti". Anche se sparano sulle famiglie.

Ma da tempo, i sionisti d'Israele, quelli nostrani e quelli arabi, non ingannano più nessuno.

Sia chiaro:

Fra le pietre e i carri armati, noi stiamo con le pietre.

Fra i bambini uccisi e i soldati nascosti, noi stiamo con i bambini.

Fra un popolo senza terra e un esercito occupante, noi stiamo con la Palestina!

 

Post Scriptum: Gli sciacalli hanno preso per buone le veline dei sionisti, accusandoci di aver fischiato i reduci dei campi di concentramento.

Anche su questo vogliamo spendere poche parole chiare.

Nessuno più di noi è antifascista, antisionista ed antinazista. Al contrario di altri, è nel nostro dna.

Detto questo precisiamo che da parte nostra non c’è stata nessuna contestazione agli ebrei in quanto tali, nessuna contestazione ai reduci in quanto tali, come a nessun rappresentante dell’ANPI in quanto tale. Però se uno che rappresenta l’ANPI, che è ebreo o rappresenta i “reduci” e sostiene l’occupazione della Palestina, il genocidio dei palestinesi, il governo nazifascista dell’entità sionista, allora i fischi sono d'obbligo. Ed in questo caso li rivendichiamo a viso aperto.

Come peraltro rivendichiamo a viso aperto la legittima Resistenza palestinese, in qualsiasi luogo ed in qualsiasi forma.

Fronte Palestina Milano




Da: amiciziaitalo-palestinese-amici at googlegroups.com <amiciziaitalo-palestinese-amici at googlegroups.com>   Inviato: giovedì 26 aprile 2018 19:22
A: amiciziaitalo-palestinese-amici at googlegroups.com
Oggetto: distrutto un uliveto nella valle del giordano
 

Attachment: Le forze di occupazione distruggono oliveto nella valle del giordano.pdf
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