[Disarmo] R: Luci e ombre sulle armi nucleari



Non si riesce proprio, da parte di alcuni, ad uscire da un orizzonte 
ristretto e nazionalistico delle lotte, con obiettivi che, visti dalle 
reti internazionali esistenti, farebbero cadere le braccia.
Le più grandi conquiste sono oggi dei movimenti alternativi globali: 
disarmo nucleare, giustizia climatica. 
Ovviamente con luci ed ombre, nel senso che aprono strade da 
percorrere tutte in salita con i vecchi poteri che lanciano giu' massi 
per ostacolare.
Manca del tutto il terzo grande movimento globale: quello contro la 
disuguaglianza. 
Non sono infatti i rituali controvertici a sostituire la lotta 
INTERNAZIONALE per obiettivi come il salario minimo universale (che 
deve valere dagli USA al Biafra, nello spazio di un certo numero di 
anni) o il bancor al posto del dollaro, principale strumento della 
finanziarizzazione globale...


>----Messaggio originale----
>Da: "rossana123" <rossana123 at fastwebnet.it>
>Data: 9-lug-2017 6.32 AM
>A: <disarmo at peacelink.it>
>Ogg: [Disarmo] Luci e ombre sulle armi nucleari
>
>Trattato Onu. Si deve pretendere che l’Italia osservi il Tnp, 
definito 
>dal governo «pilastro del disarmo», ossia pretendere la completa 
>denuclearizzazione del nostro territorio nazionale
>
>di Manlio Dinucci
>
>In base a tale consapevolezza, i 122 stati che l’hanno votato si 
>impegnano a non produrre né possedere armi nucleari, a non usarle né 
a 
>minacciare di usarle, a non trasferirle né a riceverle direttamente 
o 
>indirettamente. Questo è il fondamentale punto di forza del Trattato 
che 
>mira a creare «uno strumento giuridicamente vincolante per la 
>proibizione delle armi nucleari, che porti verso la loro totale 
>eliminazione». Ferma restando la grande validità del Trattato – che 
>entrerà in vigore quando, a partire dal 20 settembre, sarà stato 
firmato 
>e ratificato da 50 stati – si deve prendere atto dei suoi limiti. Il 
>Trattato, giuridicamente vincolante solo per gli stati che vi 
>aderiscono, non proibisce loro di far parte di alleanze militari con 
>stati in possesso di armi nucleari. Inoltre, ciascuno degli stati 
>aderenti «ha il diritto di ritirarsi dal Trattato se decide che 
>straordinari eventi relativi alla materia del Trattato abbiano messo 
in 
>pericolo i supremi interessi del proprio paese». Formula vaga che 
>permette in qualsiasi momento a ciascuno stato aderente di 
stracciare 
>l’accordo, dotandosi di armi nucleari.
>
>Il limite maggiore consiste nel fatto che non aderisce al Trattato 
>nessuno degli stati in possesso di armi nucleari: gli Stati uniti e 
le 
>altre due potenze nucleari della Nato, Francia e Gran Bretagna, che 
>possiedono complessivamente circa 8000 testate nucleari; la Russia 
che 
>ne possiede altrettante; Cina, Israele, India, Pakistan e Nord 
Corea, 
>con arsenali minori ma non per questo trascurabili. Non aderiscono 
al 
>Trattato neppure gli altri membri della Nato, in particolare Italia, 
>Germania, Belgio, Olanda e Turchia che ospitano bombe nucleari 
>statunitensi. L’Olanda, dopo aver partecipato ai negoziati, ha 
espresso 
>parere contrario al momento del voto. Non aderiscono al Trattato 
>complessivamente 73 stati membri delle Nazioni Unite, tra cui 
emergono i 
>principali partner Usa/Nato: Ucraina, Giappone e Australia. Il 
Trattato 
>non è dunque in grado, allo stato attuale, di rallentare la corsa 
agli 
>armamenti nucleari, che diviene sempre più pericolosa soprattutto 
sotto 
>l’aspetto qualitativo. In testa sono gli Stati uniti che hanno 
avviato, 
>con rivoluzionarie tecnologie, la modernizzazione delle loro forze 
>nucleari: come documenta Hans Kristensen della Federazione degli 
>scienziati americani, essa «triplica la potenza distruttiva degli 
>esistenti missili balistici Usa», come se si stesse pianificando di 
>avere «la capacità di combattere e vincere una guerra nucleare 
>disarmando i nemici con un first strike di sorpresa». Capacità che 
>comprende anche lo «scudo anti-missili» per neutralizzare la 
>rappresaglia nemica, tipo quello schierato dagli Usa in Europa contro 
la 
>Russia e in Corea del Sud contro la Cina. La Russia e la Cina sono 
>anch’esse impegnete nella modernizzazione dei propri arsenali 
nucleari. 
>Nel 2018 la Russia schiererà un nuovo missile balistico 
>intercontinentale, il Sarmat, con raggio fino a 18000 km, capace di 
>trasportare 10-15 testate nucleari che, rientrando nell’atmosfera a 
>velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono), manovrano per 
>sfuggire ai missili intercettori forando lo «scudo».
>
>Tra i paesi che non aderiscono al Trattato, sulla scia degli Stati 
>uniti, c’è l’Italia. La ragione è chiara: aderendo al Trattato, l’
Italia 
>dovrebbe disfarsi delle bombe nucleari Usa schierate sul suo 
territorio. 
>Il governo Gentiloni, definendo il Trattato «un elemento fortemento 
>divisivo», dice però di essere impegnato per la «piena applicazione 
del 
>Trattato di non-proliferazione (Tnp), pilastro del disarmo». Trattato 
in 
>realtà violato dall’Italia, che l’ha ratificato nel 1975, poiché 
impegna 
>gli Stati militarmente non-nucleari a «non ricevere da chicchessia 
armi 
>nucleari, né il controllo su tali armi, direttamente o 
indirettamente». 
>L’Italia ha invece messo a disposizione degli Stati uniti il proprio 
>territorio per l’installazione di almeno 50 bombe nucleari B-61 ad 
>Aviano e 20 a Ghedi-Torre, al cui uso vengono addestrati anche 
piloti 
>italiani. Dal 2020 sarà schierata in Italia la B61-12: una nuova 
arma 
>Usa da first strike nucleare. In tal modo l’Italia, formalmente 
paese 
>non-nucleare, verrà trasformata in prima linea di un ancora più 
>pericoloso confronto nucleare tra Usa/Nato e Russia.
>
>Perché il Trattato adottato dalle Nazioni Unite (ma ignorato 
>dall’Italia) non resti sulla carta, si deve pretendere che l’Italia 
>osservi il Tnp, definito dal governo «pilastro del disarmo», ossia 
>pretendere la completa denuclearizzazione del nostro territorio 
nazionale.
>
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