[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Oggi al Senato dibattito sul disarmo nucleare: chi sosterrà il Trattato in discussione all'ONU?
- Subject: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Oggi al Senato dibattito sul disarmo nucleare: chi sosterrà il Trattato in discussione all'ONU?
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Tue, 27 Jun 2017 19:06:46 +0200
Da: "Rete Disarmo - Segreteria" <segreteria at disarmo.org>
Data: 27 giu 2017 17:32
Oggetto: [ReteDisarmo] Oggi al Senato dibattito sul disarmo nucleare: chi sosterrà il Trattato in discussione all'ONU?
A: "Coordinamento Rete Italiana per il Disarmo" <coordinamento_RID at googlegroups.com>
Cc:
Oggi al Senato dibattito sul disarmo nucleare: chi sosterrà il Trattato in discussione all'ONU?
Oggi si discutono al Senato, e altre sono in programma alla
Camera, alcune mozioni dedicate alla questione del disarmo nucleare e ai
negoziati attualmente in corso alle Nazioni Unite per adottare uno strumento internazionale di messa al bando di tali ordigni.
Nonostante l’importante del tema e l’occasione
storica di mettere fuori legge le ultime armi di distruzioni di massa
ancora “legali” in Italia la stampa e l’opinione pubblica, tranne rare
eccezioni, non si stanno quasi per nulla occupando della questione.
E il Governo italiano ha deciso da tempo di allinearsi agli “ordini di
scuderia” della NATO non partecipando al dibattito di New York, cui
invece hanno dato il proprio contributo, nella seconda Sessione in
corso, 127 Nazioni (sono state 132 nella prima sessione). I lavori di
negoziato sono ripresi a metà giugno a partire da una bozza di testo elaborata dalla Presidente della Conferenza (l’ambasciatrice del Costa Rica Elayne Whyte Gómez) che ha già avuto due evoluzioni e riscritture in questi ultimi giorni. Le organizzazioni
della società civile di tutto il mondo (in particolare quelle riunite
nella Campagna ICAN che sta da anni coordinando gli sforzi per
l’obiettivo ora in dirittura di arrivo) stanno partecipando attivamente
al dibattito con i rappresentanti diplomatici, offrendo alla riflessione e alla discussione spunti, analisi e proposte (come fatto anche da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo).
E’ dunque importante e rilevante che il Parlamento italiano vada a discutere testi che affrontano il tema
(anche se con un po’ di ritardo e con spostamenti di calendario
effettuati all’ultimo momento nelle scorse settimane, con scelta
favorevole per il Governo che ha subito meno pressione). Da parte dell’Esecutivo
continua invece il silenzio e l’allineamento alle posizioni della NATO,
nonostante le richieste continue di incontro e confronto promosse da
Rete Italiana per il Disarmo e Campagna Senzatomica (e da
numerose organizzazioni della società civile che collegate a questi due
organismi) e mantenendo dunque una posizione di chiusura verso il
percorso in atto. Una conferma chiara che il voto
negativo espresso a fine 2016 sulla Risoluzione che ha portato
all’avvio dei negoziati era una posizione politica meditata e non un
caso. Purtroppo, anche per accadimenti (tattiche?) che si sono rivelati dilatori rispetto a possibili dibattiti parlamentari, le
mozioni che mettono chiaramente al centro i negoziati in sede ONU
arrivano in aula (e non tutte!) solo oggi. Ma anche se non si può ormai
più intervenire sulla partecipazione italiana è importante chiedere
conto al Governo della propria posizione, in vista di quanto succederà
dopo eventuale adozione di un testo di Trattato (ratifiche ed
universalizzazione).
I Senatori oggi saranno chiamati ad esprimersi su quattro mozioni:
due favorevoli al percorso in corso all’ONU - primi firmatari la
senatrice De Petris (SI) e il senatore Cotti (M5S) - e due che invece,
anche se in maniera differente, chiedono al Governo di mantenersi su
posizioni più defilate e passive, con prime firme di Manassero (PD) e
Centinaio (LN).
Nel primo caso si riprendono molte delle
considerazioni da tempo rilanciate dalla società civile internazionale
per il disarmo (quella che ha stimolato l’Iniziativa Umanitaria
da cui è scaturito il processo diplomatico condotto da Stati come
Austria, Messico, Nigeria, Irlanda e che comprende la Campagna ICAN ma
anche la Croce Rossa Internazionale e diverse organizzazioni Premi Nobel per la Pace). Nella mozione De Petris si afferma che “la sussistenza delle armi nucleari su questo pianeta rappresenta una minaccia
per la sopravvivenza della stessa umanità: liberarsi di tale minaccia
rappresenta dunque, per i popoli della terra, un diritto istitutivo e
costitutivo della stessa vita sociale” ricordando come già
l'articolo VI del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari
(ratificato dall’Italia nel 1975) prevedesse come obiettivo ultimo un “trattato sul disarmo generale e totale sotto il severo ed effettivo controllo internazionale”. Viene inoltre ricordata la presenza sul suolo italiano di ordigni nucleari statunitensi, grazie ai programmi di “nuclear sharing” così problematici proprio perché indeboliscono lo stesso Trattato di Non Proliferazione. Nella mozione Cotti invece,
di qualche giorno più recente, si fa riferimento diretto alla bozza di
testo in discussione a New York, ricordando come “la bozza di Trattato,
sostenuta da una grande maggioranza di Stati, richiede che i Governi
facciano ogni sforzo per garantire che le armi nucleari non siano più
utilizzate, in nessun caso. Il testo rileva che gli effetti delle armi nucleari trascendono le
frontiere nazionali, comportano gravi implicazioni per la sopravvivenza
umana, l'ambiente, lo sviluppo socio-economico, l'economia globale, la
sicurezza alimentare, e per la salute delle generazioni future,
evidenziando altresì le conseguenze delle armi nucleari, come ad esempio
l'imprevedibile impatto delle radiazioni sulla salute materna e sulle
donne, rilevando come necessari l'assistenza medica, la
riabilitazione e il sostegno psicologico per le sopravvissute ad
attacchi e test nucleari, con la previsione di un recupero ambientale
delle aree contaminate” e facendo inoltre riferimento ad altri
percorsi di disarmo virtuosi e di successo in caso di altre armi di
distruzione di massa (le armi chimiche e biologiche, le mine anti
persona, le munizioni cluster). In entrambi i casi la richiesta
esplicita al Governo è quella di partecipare attivamente ai negoziati,
ma anche di far partire percorsi legislativi ed operativi per eliminare
la presenza di ordigni nucleari statunitensi dalle basi di Ghedi ed
Aviano dove sono ancora ospitati.
“La società civile internazionale e nazionale, con in prima fila l’International
campaign to abolish nuclear weapons (Ican) ma anche la stessa Chiesa
Cattolica con le dichiarazioni di Papa Francesco, hanno accolto
positivamente la pubblicazione della bozza di trattato in discussione
all’Onu e hanno più volte lanciato un appello ai rappresentanti delle
istituzioni per sostenere questo importante percorso di disarmo nucleare
multilaterale” ci ha sottolineato il Senatore Roberto Cotti
“ed è per questo che ho deciso insieme ad altro colleghi di presentare
una mozione che, se approvata, spingerà il Governo italiano ad avviare
un percorso giuridico-diplomatico per la revisione di tutti gli accordi e
trattati in essere che consentono il transito, la sosta e il ricovero
nel territorio italiano di armamenti nucleari. Spero vivamente
che il Senato della Repubblica faccia la sua parte in questo
fondamentale momento perché, per dirla con Einstein, se oggi non si ha
idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale,
bisogna però avere la consapevolezza che la quarta sarà combattuta coi
bastoni e con le pietre. Non sia mai”.
Di tutt’altro tenore il documento presentato dal Partito Democratico che,
pur riconoscendo come “il disarmo nucleare costituisce uno degli
obiettivi principali di politica estera del Governo italiano” richiama
alla necessità fin da subito di coinvolgere nel percorso anche gli
Stati Nucleari ribadendo dunque un approccio progressivo nel quadro del
TNP e ricordando anche la recente dichiarazione del G7 di Lucca
dei Ministri degli Esteri. La richiesta al Governo è dunque quella di
“continuare a perseguire l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari, attraverso un approccio progressivo e inclusivo al disarmo,
che riconosca la centralità del Trattato di non proliferazione nucleare
e attraverso modalità che promuovano la stabilità internazionale”.
Peccato che tale approccio sia lo stesso che non ha condotto a
passi avanti sul disarmo nucleare negli ultimi 30 anni e che non è stato
in grado di fermare la tendenza al riarmo che si respira in questi ultimi mesi. Il testo della Lega Nord, infine, non rinuncia nemmeno in ipotesi all’uso e alla presenza delle armi nucleari.
Anzi richiama “le ragioni di fondo che indussero l'Alleanza atlantica a
poggiare la propria strategia di mantenimento della pace sul possesso e
la disponibilità ad usare le armi nucleari degli Stati Uniti non sono
ancora venute meno” e considera che “in assenza dell'ombrello nucleare
americano, anche l'Italia sarebbe chiamata ad effettuare nuove ed
impegnative scelte sul piano della propria politica di sicurezza”. Per
questi motivi rigetta in toto l’idea di un Trattato ed anzi spinge il
Governo a “non rinunciare, data la criticità dell'attuale situazione
internazionale, alla garanzia comunque ancora offerta dalla
disponibilità statunitense a proteggere anche nuclearmente l'Europa, ed
il nostro stesso Paese, non necessariamente rispetto alla Russia, ma,
più in generale, contro qualsiasi aggressore potenziale”.
Vedremo come si comporterà il Governo su questi quattro testi ed i risultati del voto dei Senatori. Il dibattito a Palazzo Madama potrebbe poi vedere un “secondo tempo” anche a
Montecitorio, dove è stata recentemente presentata, a fine maggio, una
Interpellanza urgente a prima firma Filippo Fossati (MDP). In
tal caso non è dunque previsto un dibattito ma lo svolgimento di tale
interpellanza sarebbe importante viste le domande dirette rivolte al
Governo a cui viene infatti chiesto: “per quali motivi abbia
deciso di non partecipare finora al percorso preparatorio alla redazione
del Trattato (partecipazione prevista anche per i Paesi che si
sono dichiarati contrari) e se intenda partecipare alla prossima
sessione del negoziato, dimostrando la propria dichiarata attenzione, al
fine di spingere i Paesi con ordigni nucleari ad affrontare comunque
una discussione in sede Onu e ad accedere alla prospettiva della ripresa
di un effettivo negoziato sul disarmo nucleare, che il percorso
preparatorio di un trattato per la messa al bando potrebbe positivamente
rilanciare”.
Sui motivi di questa Interpellanza l’onorevole Fossati ha voluto sottolinearci che “l'Italia
dovrebbe svolgere un ruolo propositivo cogliendo l'occasione per
accettare un coinvolgimento nel dibattito in corso sul Trattato. Chiediamo che si modifichi la posizione espressa in questi ultimi mesi dall'Italia
e si partecipi alla seconda sessione di negoziati, inserendosi così
nel dibattito in corso sul disarmo nucleare e rendendo onore alla
tradizione di grande impegno multilaterale del nostro Paese. Anche chi,
come pare il nostro Governo, ritenga più utile riportare le potenze
nucleari sulla strada, sostanzialmente arenata, del processo descritto
dal Trattato di non proliferazione, dovrebbe saper utilizzare la sede
del negoziato come nuovo stimolo e un nuovo impegno per i paesi nucleari sulla strada del disarmo”. Da qui la decisione di presentare un documento anche per “sostenere quello che storicamente il movimento pacifista italiano ha espresso in modo sempre propositivo e concreto”.
Domande che arriveranno fuori tempo massimo per quanto riguarda la seconda sessione di negoziati, ma che potrebbero servire per far esplicitare una posizione che pare lontana dal sentire diffuso della popolazione italiana.
E che il Governo non ha mai voluto chiarire direttamente, con un
incontro, alle Organizzazioni della società civile che hanno
ininterrottamente avanzato richiesta in tal senso negli ultimi mesi. Un
tentativo di tenere fuori dai riflettori questo tema, per l’evidente
divergenza tra le intenzioni e posizioni politiche dichiarate e la
pratica in seno alle Istituzioni internazionali. Tanto è vero che giace ancora senza risposta, sempre alla Camera, una Interrogazione a risposta scritta presentata
dalla deputata del PD Stella Bianchi già a a fine aprile, nella quale
si chiedeva al Governo la propria intenzione rispetto alla seconda
sessione di negoziati, ricordando inoltre la decisione
presa nell'ottobre 2016 dal Parlamento europeo che, a larga maggioranza,
aveva invitato gli Stati membri dell'Unione europea a sostenere la
convocazione nel 2017 di una conferenza per negoziare un Trattato per
vietare le armi nucleari e partecipare in modo costruttivo ai suoi
lavori. Invito che il Governo italiano ha deciso, ormai è chiaro, di ignorare.
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