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[Disarmo] R: Re: R: Armi nucleari di nuova generazione L’atomica che verrà
- Subject: [Disarmo] R: Re: R: Armi nucleari di nuova generazione L’atomica che verrà
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Thu, 15 Jun 2017 12:35:38 +0200 (CEST)
- Reply-to: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
sì sarà come dici tu, ma è comunque significativo che ignori totalmente NY 2017...
ciao
Alfonso Navarra
----Messaggio originale----
Da: "rossana123" <rossana123 at fastwebnet.it>
Data: 15-giu-2017 11.53 AM
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Re: [Disarmo] R: Armi nucleari di nuova generazione L’atomica che verrà
forse si riferiva alle riunioni preparatorie del Tnp, le più recenti si sono svolte a Vienna nel mese di maggio.
Il 15/06/2017 11:20, alfonsonavarra at virgilio.it ha scritto:
Venturini ignora che la sede dei negoziati è NY, non Vienna, e che il 7 luglio verrà firmata la Convenzione che proibisce le armi nucleari. Oggi bisognerebbe comprare L'Avvenire che apre con la prima pagina su questo evento storico (che purtroppo non renderà gli antinucleari subito disoccupati, come sarebbe desiderabile ed auspicabile....)----Messaggio originale---- Da: "rossana123" <rossana123 at fastwebnet.it> Data: 15-giu-2017 8.48 AM A: <disarmo at peacelink.it> Ogg: [Disarmo] Armi nucleari di nuova generazione L’atomica che verrà Più piccoli e precisi, gli ordigni nucleari allo studio potrebbero rivoluzionare l’equilibrio atomico Più piccole, più precise, più furtive. Ma ancora in grado diprovocarel’Apocalisse. Anzi, proprio perché più maneggevoli e per così dire limitate negli effetti, meno impensabili da usare. Una nuovagenerazionedi armi atomiche sta per fare il suo esordio sulla scena globale. La progressiva obsolescenza degli ordigni attuali, vecchi di decenni, elenuove strategie militari, fondate su difese anti-aeree sempre più sofisticate e impenetrabili, spingono le grandi potenze nucleari alpiùmassiccio e radicale rinnovamento dei loro arsenali dell’ultimomezzosecolo. Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna (i 5Paesiche posseggono ufficialmente la Bomba) sono già di fatto dentro una modernizzazione, che punta a garantirsi, da qui al 2080, dotazioni «sicure, protette e affidabili». Quanto alle potenze non dichiarate—India, Pakistan, Israele e Corea del Nord — anche loro stanno sviluppando nuove capacità «tattiche» diversificate, che le mettono potenzialmente in grado di usarle nei teatri regionali. Il futuro delle armi nucleari: grafico http://www.corriere.it/esteri/17_giugno_13/futuro-armi-nucleari-96625056-5072-11e7-a437-ba458a65274a.shtmlDiciamolo diversamente. Nel momento in cui le Nazioni Unite lancianoaVienna i primi negoziati per un nuovo Trattato di interdizione puraesemplice degli armamenti atomici, le nazioni che li posseggonostannoper investire massicciamente in una nuova generazione di ordigni,chericorda i periodi più bui della Guerra Fredda e che per i suoicontenutitecnologici e le dottrine che la sottendono rischia di alterare il cosiddetto «equilibrio del terrore», con il paradosso di rendere più plausibile l’ipotesi di una guerra termonucleare. Nessuno può dirsi innocente, in quella che viene definita la terzaeraatomica, dopo la prima della «distruzione reciproca assicurata» e la seconda del timido disarmo a cavallo del Millennio. Non la Russia di Vladimir Putin, che cerca di compensare il declino economicomantenendouna relativa parità strategica con gli Stati Uniti. Non l’America,giàquella di Barack Obama e ancor più quella al testosterone di Donald Trump, decisa a investire l’incredibile cifra di 1.000 miliardi di dollari in 30 anni in un ambizioso rinnovamento della propriapanoplianucleare. E non è innocente la Cina, impegnata ad assumere in pienoilruolo di Superpotenza, guardando agli Usa come benchmark del proprio avanzamento tecnologico. Stati Uniti Tra quelle installate su missili e quelle nei silos, secondo i dati dell’International Peace Research Institute (Sipri) di Stoccolma, ,gliUsa nel 2016 contavano 7 mila testate nucleari. Arrivato al poterenel2009 con la promessa di un mondo libero dalle armi nucleari, Barack Obama ha finito per lanciare un programma di modernizzazione, che il presidente del Sipri, Hans Kristensen, giudica in «netto contrastoconl’impegno a ridurre il ruolo della componente atomica nellastrategicadi sicurezza americana». L’Amministrazione Trump lo haimmediatamentefatto proprio. Esso prevede interventi sull’intera triade terrestre, aerotrasportata e sottomarina: la sostituzione di 14 sommergibili lanciatori della classe Ohio, l’aggiornamento dei bombardieri B-52 eB-2in servizio e lo sviluppo di un nuovo B-21 con tecnologia stealth, l’ammodernamento dei sistemi Trident D-5 e Minuteman III. Ancora, il completamento dei sistemi spaziali d’allerta avanzata e nuovestrutturedi comando e controllo. Il primo gioiello di questo nuovo arsenale èlabomba da crociera B61-12, in grado di essere armata con testatanucleareo convenzionale, a potenza variabile e altissima precisione. Proprio contro la B61-12, che secondo il Pentagono rimpiazzerà 4 diversi tipidibombe riducendone quindi il numero complessivo, si sono appuntate le critiche di una fonte insospettabile. Secondo William Perry, che fu ministro della Difesa nell’Amministrazione Clinton, si tratta infattidiun’arma «costosa, non necessaria e particolarmente destabilizzante», proprio perché può essere armata sia con testata nucleare che convenzionale: «Un nemico sotto attacco tende sempre a immaginare il peggio e potrebbe rispondere con le atomiche a un attaccoconvenzionale».Russia Con 7.290 testate nucleari in totale, sempre dati del 2016, Mosca dispone del più grande arsenale nucleare del pianeta, ancorché nonilpiù moderno. Putin ha confermato il ruolo della componente atomicanelladottrina militare russa, diversificando le opzioni quanto all’uso e puntando allo sviluppo di sistemi duali, cioè in grado di esserearmatisia in modo nucleare che convenzionale, a seconda delle necessità. Secondo Kristensen, la Russia si trova «a metà strada di una vasta modernizzazione, che porrà nuove sfide alla comunità del controllo internazionale delle armi». Al cuore del programma, i nuovi SS-27-2oYars, missili intercontinentali che possono portare fino a 4 testate Mirv, cioè in grado di rientrare separatamente nell’atmosfera epuntarea diversi obiettivi. Secondo gli Stati Uniti, questi sistemi sono in violazione dei limiti del New Start, il trattato firmato da Usa eRussiaa Praga nel 2010, che fra le altre cose proibisce le testatemultiple. Irussi potrebbero però ridurre le cariche, teoricamente rispettandogliaccordi. Altre armi sono in corso di sviluppo: gli SS-30 Sarmat, i «Figli di Satana» nel linguaggio della Nato, a dieci testate; unanuovagenerazione di sottomarini lanciatori in sostituzione degli 11 attualmente in servizio; la modernizzazione dei bombardieri Tu-160 e Tu-95MS. Cina Pechino, che nel 2016 disponeva di 250 testate nucleari, punta ad aumentare decisamente la sua dotazione. Ambizioni globali, la volontàdiavvinarsi agli Usa almeno sul piano tecnologico, la concorrenza dei vicini India e Russia, le preoccupazioni dettate dall’incontrollabile«alleato» nordcoreano spingono la dirigenza cinese a massicci investimenti in ricerca e sviluppo nei sistemi iper-veloci, cioèmissiliin grado di rientrare dallo spazio a velocità supersonica. La Cina sostituirà i suoi vettori a testata unica con una nuova generazioneatestata multipla e propulsione solida.Il volume delle sommeimpegnatedai cinesi è sconosciuto, ma i programmi appaiono giganteschi. Francia I nuovi sottomarini lanciatori, successori della classe Triomphant, dovrebbero entrare in servizio tra 2035 e il 2048. Nel frattempoParigimodernizzerà i suoi missili intercontinentali M51 e gli ASMP agittatamedia aerotrasportati dai Rafale. Quest’ultimi saranno sostituitientroil 2040, così come la portaerei Charles de Gaulle. La Franciacontinueràtuttavia a limitare a 300 (il livello attuale) il numero delletestateatomiche in suo possesso. Regno Unito Londra possedeva un anno fa 215 testate nucleari. Il governobritannicoha annunciato la costruzione di 4 nuovi sottomarini nucleari, in sostituzione di quelli della classe Vanguard, per far fronte all’«aumento degli avversari potenziali e alla modernizzazione delle loro forze». L’investimento è di 46 miliardi di euro. Trasporteranno ancora i missili Trident. Quadro geopolitico Il quadro geopolitico non promette nulla di buono. La forte accelerazione del programma nucleare della Corea del Nord introduceunulteriore elemento di incertezza. Di più, se l’Amministrazione Trump dovesse denunciare l’accordo che impegna l’Iran a rinunciare peroltre10 anni alla bomba, Teheran non si sentirebbe più vincolata a rispettarlo e questo potrebbe far partire un’inedita corsa all’atomicain Medio Oriente, aggiungendo ulteriore instabilità. Ma a rendere realistica la prospettiva di una nuova corsa al riarmo è soprattuttoilclima di tensione prodotto dalla nuova assertività della Russia di Putin, iniziata con la crisi dell’Ucraina e l’annessione dellaCrimea,cui fa riscontro un atteggiamento non sempre distensivo della Nato, troppo concentrata su una «minaccia russa» sul fronte Est, piùpercepitache reale. Ancora più allarmante è che ogni revisione di una parte rischia di essere percepita come segnale della necessità di nuovi investimenti da un’altra e che addirittura altri Paesi (oggi privi,matecnologicamente in grado di farlo) siano tentati di dotarsi dell’armanucleare, dalla Germania, al Giappone, all’Arabia Saudita. --- Questa e-mail è stata controllata per individuare virus con Avastantivirus.https://www.avast.com/antivirus Lista Disarmo Per iscriversi o cancellarsi dalla lista: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
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