Liberazione di Aleppo? Diciamo pure distruzione letterale di
Aleppo, nel senso che non esiste più. E l'esito finale de "Il
dramma di Aleppo è l'ipocrisia" di Alberto Negri, dopodichè si è
avuto il colpo di scena finale in Turchia: "noi moriamo in Siria
voi morite qua"
l dramma di Aleppo è che i guerriglieri di Al Nusra tengono in
ostaggio i civili e non intendono arrendersi alle condizioni del
regime di Damasco. A loro volta le truppe di Assad non esitano a
bombardare a tutto spiano anche i civili. Gli iraniani non
vogliono mollare i jihadisti di Aleppo se non in cambio della fine
dell'assedio degli sciiti di Fuaa e Kefraya nell'area di Idlib. La
Russia e la Turchia (che con l'Iran si troveranno a Mosca il 27
dicembre) fanno finta di negoziare per salvarsi reciprocamente la
faccia: Putin non vuole passare come il macellaio di Aleppo ed
Erdogan deve farsi perdonare di avere mollato i jihadisti che ha
sostenuto fino a ieri contro Assad prendendo i soldi delle
monarchie del Golfo. Gli Stati Uniti ad Aleppo si erano impegnati
a separare la sorte della guerriglia dei jihadisti di Al Nusra
dalle altre formazioni ma avendo sostenuto anche i qaidisti in
funzione anti-Assad hanno molto da nascondere e poco da dire di
fronte alla sconfitta. Quasi ne uccide più l'ipocrisia che le
bombe.
Giro un articolo di Manlio Di Stefano,
deputato di 5 Stelle e membro della Commissione Esteri della
Camera, sulla liberazione di Aleppo e le bugie dei media di
regime.
La liberazione di Aleppo
Redazione
di Manlio Di Stefano
da beppegrillo.it
Prima del 2011 la Siria era un mirabile mosaico di religioni ed
etnie che hanno convissuto per secoli in armonia. Nel 2011
l'Unione Europea, varò le sanzioni contro la Siria,
presentandole come "sanzioni a personaggi del regime", che
imponevano al Paese l'embargo del petrolio, il blocco di ogni
transazione finanziaria e il divieto di commerciare moltissimi
beni e prodotti. Una misura che dura ancora oggi, anche se, con
decisione alquanto inspiegabile, nel 2013 veniva rimosso
l'embargo del petrolio dalle aree controllate dall'opposizione
armata e jihadista, allo scopo di fornire risorse economiche
alle cosiddette "forze rivoluzionarie e dell'opposizione".
In questi cinque anni le sanzioni alla Siria
hanno contribuito a distruggere la società siriana condannandola
alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l'attivismo
delle milizie combattenti integraliste e terroriste che oggi
colpiscono anche in Europa.
Da oltre cinque anni, quindi, il paese è sotto attacco da
bande di terroristi in una guerra per procura, foraggiata
prevalentemente da Arabia Saudita, Qatar e Turchia.
I paesi occidentali, con l'Italia tristemente in prima
fila grazie al nostro attuale Presidente Gentiloni in veste di
Ministro degli Esteri, hanno riproposto la strategia
fallimentare usata per la Libia, appoggiando presunti "ribelli
moderati", alimentando una guerra che ha già provocato più di
400.000 morti, 6 milioni di sfollati e 4 milioni di profughi
(molti dei quali approdati sulle nostre coste).
In una situazione comparabile a quella dell'esercito
iracheno, che avanza per la presa di Mosul grazie al
sostegno dei bombardamenti della coalizione internazionale a
guida USA, ad Aleppo è andata in scena l'operazione di
liberazione da parte dell'esercito arabo siriano sostenuto
dall'aviazione russa e dagli alleati regionali.
La settimana scorsa Aleppo è stata liberata
dall'assedio che subiva da anni da Al Nusra (Al Qaeda in Siria).
Assedio denunciato da tutte le maggiori autorità religiose della
città mai ascoltate dagli organi di stampa occidentale. Nemmeno
quando noi del Movimento 5 Stelle abbiamo invitato Joseph Tobji,
arcivescovo cattolico maronita di Aleppo, direttamente alla
Camera.
"Tutto, nel racconto occidentale su Aleppo, sa di truffa e
inganno. Dalla pubblicazione senza filtri né verifiche dei dati
forniti dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, fondato e
animato da un oppositore di Bashar al-Assad e mantenuto dal
governo inglese, alla parola "assedio", usata senza risparmio
per Aleppo ma solo negli ultimi mesi, e mai nei più di tre anni
in cui la città era attaccata su tre lati da ribelli e
jihadisti, arrivati anche a occupare il 60 per cento del
territorio urbano", scrive correttamente Fulvio Scaglione.
Si perché i veri grandi sconfitti di Aleppo, oltre ai
terroristi e ai "ribelli" che tenevano in ostaggio la città,
sono chiaramente i mezzi d'informazione occidentali.
È possibile dar credito alla versione secondo cui i
bombardamenti russi su Aleppo causino sempre vittime tra i
civili mentre quelli statunitensi su Mosul o Raqqa si limitino a
eliminare, "chirurgicamente", i capi di Daesh senza colpire
coloro di cui i jihadisti si sono circondati per ritardare
l'avanzata dei nemici? È possibile continuare a ritenere
attendibili le parole di chi ha sbagliato tutto, l'ipocrisia dei
radical chic che non si scompongono davanti ai peggiori colpi di
stato ma si lanciano in pubbliche condanne quando qualcuno deve
porre rimedio alle loro colpe? No. No che non è possibile!
Ma sulle fake news (bufale) che divulgano ad arte le
corporazioni mediatiche e i loro ganci nei parlamenti
di tutto il mondo, non dobbiamo aggiungere altro. Pesano sulle
loro coscienze le centinaia di migliaia di morti in Iraq,
barbaricamente invaso dopo la menzogna delle armi di distruzione
di massa, le centinaia di migliaia di morti in Afghanistan,
colpevole di NON ospitare Osama Bin Laden, e quelli nel paese
fallito ai nostri confini, la Libia.
Quello che mi fa rabbia è che la disinformazione, che ha
accompagnato fin dall’inizio questa sporca guerra, vive oggi una
nuova fase: non ha più interesse a criminalizzare il Presidente
Assad ma anche, e soprattutto, a "coprire" e a "distogliere"
l'attenzione da quanto sta veramente accadendo.
Non vi è stata solo una liberazione ad Aleppo:
c'è stata la svolta fatale della guerra siriana, in cui a
perdere sono stati i costruttori di guerra e i pianificatori del
Terrore.
Io sono orgoglioso di aver chiesto da anni, grazie all'unica
forza politica libera di farlo, alcune semplici cose per la pace
in Siria:
- ripristino delle relazioni diplomatiche con la Repubblica
araba siriana;
- ritiro dei rappresentanti del Governo italiano dal cosiddetto
"Small Group della Coalizione Globale anti-Daesh" che vede, tra
gli altri, la presenza di rappresentanti di Paesi quali l'Arabia
Saudita e il Qatar, sponsor dell'Isis/Daesh, e altre
organizzazioni terroriste operanti in Siria;
- interruzione immediata di qualsiasi sostegno economico e
militare ai cosiddetti "ribelli" siriani;
- ELIMINAZIONE IMMEDIATA DELLE CRIMINALI SANZIONI CHE
COLPISCONO LA POPOLAZIONE SIRIANA uccidendola da ben prima che
si accendessero i riflettori dei mass media.
Questo è ciò che, noi del MoVimento 5 Stelle, chiediamo
da due anni.
La liberazione di Aleppo ci dimostra che eravamo dalla parte
giusta della storia che non è la stessa di Gentiloni, come
sempre, per intenderci.
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