credo che in molti l'interventismo russo sia visto come un freno
allo strapotere americano. Stiamo a vedere chi saranno i
personaggi che Trump sceglierà come suoi condottieri. La
differenza con Clinton rimane all'interno del capitalismo ossia
nella sua forma. Protezionismo e isolazionismo da una parte,
libero mercato dall'altra. Il nostro problema sta nel decifrare in
questa svolta la possibilità di un avvento neofascista nel mondo.
E non è poco.
Spero comunque, cara Rossana, che Trump si riveli più un
Berlusconi che non un Mussolini: un parvenu del capitalismo
entrato in politica solo per difendere il suo business.
Non a caso il Berluska è suo amico, come del resto è grande
amico di Putin: tra paramafiosi ce la si intende.
Tra parentesi: giudico i "pacifisti" amici di Putin dei
soggetti che è bene continuino a dare alle loro rubriche titoli
come "l'arte della guerra". Con le idee e con i valori di una
cultura di pace hanno poco a che vedere, mentre per loro stessa
ammissione possono essere irregimentati nelle fila di una
"antimperialismo" violentista.
Opinioni legittime, per carità, ma che andrebberoappunto
ascritte al "pacifismo" tra virgolette.
Il che non significa che bisogni applicare sanzioni alla
Russia per la crisi Ucraina ed alimentare la farsa di una
seconda guerra fredda.
Ed oggi, a differenza dei Dinucci, dei Grimaldi, di Giulietto
Chiesa, sarei con i giovani studenti dei campus a manifestare e
protestare pacificamente per evitare l'America del mitra libero,
della persecuzione contro gli immigrati, del sessismo e
dell'omofobia sdoganati.
Ed appoggerei, senza identificarmi al 100%, specialmente
nelle parti in cui parla da interno al Partito Democratico, i
cinque punti che propone Michael Moore, ricordando che il
regista aveva già previsto la vittoria di chi aveva bollato
come: "questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio
part-time e sociopatico a tempo pieno, che purtroppo sarà il
nostro prossimo presidente".
Trump toglierà le sanzioni alla Russia e cercherà di mettere
al servizio dell'Occidente il bulletto di Mosca, che sarà ben
felice di acconciarsi in tale ruolo di ascaro, che va a fare
lavori sporchi e sanguinosi, alla faccia di chi confonde la
Russia odierna con l'URSS del passato.
L'URSS era un vero contraltare alla potenza americana, la
Russia di oggi non ha nemmeno gli occhi per piangere, se si
esclude l'arsenale nucleare (che il buon Vladimir brandisce
spesso pubblicamente).
Per quello che mi pare di capire, il vero confronto, da parte
degli USA a guida Trump, si aprirà con la potenza concorrente
della Cina.
Qui scatterà il protezionismo che è stato promesso in
campagna elettorale e che aggraverà la crisi mondiale,
nonostante gli effimeri festeggiamenti in corso delle Borse.
Sì, al di là delle chiacchiere demagogiche contro le élite,
come con la vittoria di Berlusconi, banchieri, speculatori,
affaristi, nell'immediato possono (miopemente) brindare con
Trump alla Casa Bianca: meno tasse per i ricchi, taglio della
spesa pubblica con attacco al welfare (ad esempio la pur timida
riforma sanitaria di Obama), ancora deregolamentazioni e
privatizzazioni, investimenti in armi e nel vecchio modello di
sviluppo "fossile"...
----Messaggio originale----
Da: "rossana" <rossana123 at fastwebnet.it>
Data: 11-nov-2016 8.02 AM
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Re: [Disarmo] R: Re: DONALD TRUMP SARA' IL PROSSIMO
PRESIDENTE USA
Evidentemente c'è chi si sente più tranquillo con un nazista
come presidente. Colui che ha risposto durante una intervista
"Che cosa è Aleppo?" Oppure rispetto ai russi: "Hanno una
capacità molto più moderna rispetto a noi, noi non ci siamo
aggiornati, la flotta aeronautica, i bombardieri in
particolare, ha bisogno di una modernizzazione". Trump è
quello che vuole annullare l'accordo con l'Iran perchè ha
Israele come migliore alleato.
Detto questo la Clinton è meglio? Nessuno ha detto questo. Ed
è proprio per questo che trovo inquietante la tifoseria che
vede in Trump il minor male possibile.
Tornando alla domanda di Caterina: Trump fa riferimento
all'ammodernamento dei sistema d'arma cosiddetti "pesanti",
l'hard(ware), la faccia "materiale" della guerra (bombardieri,
carri armati, sottomarini, ecc.). Clinton aveva avvallato la
trasformazione del mercato delle armi (che avviene dopo quello
commerciale) e della sua produzione, privilegiando quanto
l'avvento della rivoluzione elettronica e dell'informazione
stava generando. La faccia soft(ware) è quella che vede il
cuore del sistema d'arma e della guerra nella sua
"immaterialità", ossia nella capacità di comunicare,
diffondere e condividere informazioni in grado di ottenere un
dominio dell'informazione. Che è poi la rete che permette il
comando e controllo in modo rapido ed efficiente su una vasta
area geografica. Reti di computer, radio, sensori, satelliti e
una grande quantità di dati collegano qualsiasi attività
creando un ambiente integrato. Questi includono la
sorveglianza, guerra elettronica, gestione delle missioni e
coordinamento delle armi, il controllo dell'aria,
l'identificazione dell'obiettivo e la gestione della rete.
Una guerra siffatta ha i suoi punti deboli: violenta
nell'attacco, debole nella difesa. Bush junior quando ha
attaccato l'Iraq ha sperimentare questa nuova modalità accanto
a quella tradizionale (truppe di terra).
Se ti interessa capire l'intreccio reso possibile dalle nuove
tecnologie fra sistema d'arma, modo di produzione e mercato,
puoi andare all'articolo che riprende un mio intervento ad un
convegno circa il ruolo dell’industria della difesa e
sicurezza nella politica estera e di difesa italiana ed
europea, in particolare dove scrivo "In generale in tutte
queste aziende la trasformazione, ottenuta con l’introduzione
di nuove tecnologie (IT), non ha riguardato solo l’innovazione
del prodotto e del processo produttivo, ma anche
l’organizzazione del lavoro e delle strutture produttive
(decentramento produttivo). Questa rivoluzione portata dalle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha prodotto
una globalizzazione del mercato e delle filiere produttive e
quindi un aumento della concorrenza sia per i lavoratori sia
per le aziende. Quella che viene chiamata “rivoluzione negli
affari militari” riguarda l’applicazione delle nuove
tecnologie (che sono duali, cioè possono servire sia nel campo
civile sia nel campo militare) nei sistemi di comando e
controllo militare alle armi di precisione, nei velivoli di
combattimento (ruolo sempre più importante dell’avionica), ha
creato una nuova generazione di motori, di veivoli e veicoli a
pilotaggio remoto e la gestione digitale del campo si
battaglia e allo spazio. La nuova dottrina militare
statunitense ha indirizzato le aziende verso soluzioni
incentrate sull’integrazione rete centrica dei sistemi d’arma.
In questo tipo di guerra i sistemi d’arma dovrebbero
raggiungere la loro massima efficacia perché inseriti in un
network informatico capace di avvolgere l’intero sistema
operativo. Questa efficacia può avere come obiettivo anche il
controllo e la repressione della popolazione". http://www.peacelink.it/disarmo/a/42906.html
Il 10/11/2016 22:15, Luigi Guasco
(via disarmo Mailing List) ha scritto:
Quanto dovrebbe essere contenta l'umanità che
una fanatica guerrafondaia imperialista,non sia diventata
presidente continuando l'opera di Obama?,secondo me tanto da
quantificarlo in megatoni:se diamo credito alle
dichiarazioni di Trump lo scontro diretto,che c'è già
stato"in Siria"non si ripeterà.
Una volta che si è davvero scongiurato il confronto
diretto e l'avvento ineluttabile e auspicabile del mondo
multipolare,Soros e compagni non avranno più ragioni per
finanziare i pacifinti e tagliagole che rimarranno
disoccupati.
pace e bene a tutti
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