[Disarmo] PACE 6 NOV : Sardegna in marcia




La Sardegna in marcia per chiedere ancora pace
Domenica prossima l'iniziativa

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Da Nuragus a Gesturi "per un Mediterraneo e un mondo di dialogo e pace e per liberare la Sardegna dalle servitù militari".

E' il percorso e l'obiettivo della quindicesima Marcia della pace in programma domenica 6 novembre con raduno alle 9.30 al cineteatro di Laconi. Organizza la Tavola sarda della pace. Il corteo vero e proprio partirà alle 16 da Nuragus, mentre l'arrivo a Gesturi è previsto alle 17.
"Abbiamo scelto di presentare qui la manifestazione, al Molo Ichnusa davanti alla nave da guerra turca che abbiamo alle spalle, per far capire che quanto avviene in Medio Oriente è il risultato di scontri imperialistici di cui a farne le spese sono le popolazioni", ha spiegato uno dei portavoce della Tavola, Vincenzo Pillai. La Marcia non è l'unico evento che i pacifisti stanno organizzando: il 29 ottobre alle 10 è previsto un sit-in davanti alla fabbrica Rwm di Domusnovas.
"Qui vengono prodotte le bombe poi spedite in Arabia Saudita per essere sganciate nello Yemen - ha ricordato Marco Mameli, antimilitarista - è nota a tutti l'immensità della tragedia in Yemen dove da diciannove mesi un gruppo di Stati a guida saudita porta avanti una guerra dai risultati apocalittici: oltre seimila vittime dei bombardamenti con aerei e armi occidentali". La manifestazione del 29 rientra nelle "Giornate internazionali di azione sullo Yemen" indette da alcuni gruppi pacifisti in seguito a incontri sul tema a Londra e a Ginevra

La Sardegna marcia ancora per la pace.

Domenica prossima, 6 novembre la 15° edizione della marcia sarda per la pace.

Tema di questa edizione, che verrà approfondito durante l'assemblea dibattito prevista a Laconi prima della partenza, sarà "per un Mediterraneo e un Mondo di dialogo e pace, per liberare la Sarde-gna dalle servitù militari".


Il programma prevede il raduno dei partecipanti alle 9.30 nel cineteatro di Laconi e il saluto delle autorità. A partire dalle 10.10 il dibattito e a seguire, alle 13, il pranzo al sacco nel parco Aymerich di Laconi. Alle 16 la partenza della marcia da Nuragus. Alle 17 l'arrivo a Gesturi, dove il sindaco saluterà i presenti e seguiranno alcuni interventi. La giornata concluderò alle 17. 30 con il concerto finale.

La locandina -
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"L'impegno per costruire le condizioni di una esistenza comune, universale, da tempo di pace è un impegno costante, permanente, non può essere considerato solo come un impegno che scatta quando leggiamo sui giornali o ascoltiamo le notizie di un nuovo pericolo di guerre", si legge in una nota del coordinamento della Tavola Sarda della Pace. "Siamo preoccupati per il destino dei tanti civili inermi che costituiscono le vere vittime dei conflitti, il dramma di Aleppo o di Mosul è anche la constatazione che ancora oggi l'opinione pubblica internazionale è in grado di tollerare massacri e bombardamenti di massa in alcuni luoghi e non in altri. I principali casi di conflitti non risolti o di processi di destabilizzazione confermano le corresponsabilità della comunità internazionale che, violando il diritto internazionale e disattendendo la diplomazia, non restituisce alla politica e alla cooperazione tra comunità il ruolo di strumento alternativo alla violenza e all'uso delle armi".

"La Sardegna", si legge ancora nella nota, "conosce da troppo tempo l'odore della guerra: le ininterrotte esercitazioni nelle basi e poligoni militari dell'Isola continuano a seminare veleni nel terreno e nel mare, sottraendo all'economia civile intere aree di territorio; l'aspirazione a un lavoro dignitoso e rispettoso dell'uomo e dell'ambiente viene barattata con l'apertura di fabbriche di morte, contrapponendo la povertà occupazionale sarda con la tragedia della guerra nello Yemen".

"Basta! Continuiamo incessantemente a chiedere la chiusura delle basi e dei poligoni in Sardegna, la ripresa di un progetto di sviluppo per il territorio che non mortifichi la dignità dei lavoratori e sia rispettoso dell'ambiente,la bonifica dei territori devastati dai giochi di guerra", recita ancora la nota. "Non vogliamo fare le anime belle della società, vogliamo dimostrare - con documenti e proposte - che la guerra non solo non è efficace nel risolvere le controversie ma non è neanche conveniente, costituendo un grave danno umano ed economico. Le ingenti risorse destinate agli armamenti potrebbero essere impiegate altrimenti nella messa in sicurezza del nostro territorio, nella difesa del welfare e della spesa pubblica a favore dei più deboli, nella rivitalizzazione di un'economia civile che porta vero sviluppo, quello di civiltà".

Lunedì, 31 ottobre 2016


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