L’arte della guerra
Come votare No alle armi nucleari
Manlio Dinucci
«Grazie, presidente Obama. L’Italia
proseguirà con grande determinazione l’impegno per la
sicurezza nucleare»: così scriveva il premier Renzi in uno
storico messaggio twitter. Sei mesi dopo, alle Nazioni Unite, Renzi ha
votato Sì alle armi nucleari. Accodandosi agli Usa, il
governo italiano si è schierato contro la Risoluzione,
approvata a grande maggioranza nel primo comitato
dell’Assemblea generale, che chiede la convocazione nel
2017 di una conferenza delle Nazioni Unite al fine di
«negoziare uno strumento legalmente vincolante per
proibire le armi nucleari, che porti verso la loro totale
eliminazione».
Il governo italiano si è così rimangiato quanto promesso
alla Conferenza di Vienna, due anni fa, ai movimenti
antinucleari «esigenti», assicurandoli sulla sua volontà
di operare per il disarmo nucleare svolgendo un «ruolo di
mediazione con pazienza e diplomazia».
Cade così nel vuoto l’appello «Esigiamo il disarmo
nucleare totale», in cui si chiede al governo «la prosecuzione coerente
dell’impegno e della lotta per la messa al bando delle
armi nucleari»,
in un percorso «umanitario e giuridico verso il disarmo
nucleare», nel quale l’Italia potrebbe
svolgere «un ruolo più che attivo,
possibilmente trainante». Cadono di conseguenza nel vuoto anche le mozioni
parlamentari dello stesso tenore.
Gli appelli generici al disarmo nucleare sono facilmente
strumentalizzabili: basti pensare che il presidente Usa, artefice di un
riarmo nucleare da 1000 miliardi di dollari, è stato
insignito del Premio Nobel per la Pace per «la sua visione
di un mondo libero dalle armi nucleari».
Il modo concreto
attraverso cui in Italia possiamo contribuire
all’obiettivo del disarmo nucleare, enunciato nella
Risoluzione delle Nazioni Unite, è quello di liberare il
nostro paese dalle armi nucleari statunitensi. A tal fine
occorre non appellarsi al governo, ma esigere che esso
rispetti il Trattato
di non-proliferazione (Tnp), firmato e ratificato
dall’Italia, che all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati
militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si
impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o
altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali
armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».
Si deve esigere che l’Italia cessi di violare il Tnp e
chieda agli Stati uniti di rimuovere subito tutte le loro
armi nucleari dal nostro territorio e di non installarvi
le nuove bombe B61-12, punta di lancia della escalation
nucleare Usa/Nato contro la Russia, né altre armi
nucleari. Si deve esigere che piloti italiani non vengano più addestrati
all’uso di armi nucleari sotto comando Usa.
È questo
l’obiettivo della campagna lanciata dal Comitato No Guerra No Nato e altri soggetti
(per documentarsi digitare su Google «Change Nato»). La campagna
ha ottenuto un primo importante risultato: il 26 ottobre, al Consiglio Regionale della
Toscana, è stata approvata a maggiornza una mozione del
gruppo Sì Toscana a Sinistra che «impegna la Giunta a richiedere al Governo di
rispettare il Trattato di non-proliferazione delle armi
nucleari e far sì che gli Stati uniti rimuovano
immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio
italiano e rinuncino a installarvi le nuove bombe B61-12 e
altre armi nucleari». Attraverso
queste e altre iniziative si può creare un vasto fronte
che, con una forte mobilitazione, imponga al governo il
rispetto del Trattato di non-proliferazione.
Sei mesi fa chiedevamo dalle pagine del manifesto
se ci fosse qualcuno in Parlamento disposto a esigere, in
base al Tnp, l’immediata rimozione dall’Italia delle armi
nucleari statunitensi. Siamo ancora in attesa di risposta.
(il manifesto, 1 novembre 2016)
------ Fine del
messaggio inoltrato