[Disarmo] la sostanza di un'Europa democratica e pacifica
- Subject: [Disarmo] la sostanza di un'Europa democratica e pacifica
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Tue, 14 Jul 2015 17:06:05 +0200 (CEST)
- Reply-to: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
Oggi sul Manifesto il mio commento (sono Alfonso Navarra) all'accordo Eurozona-Grecia è pubblicato nella rubrica delle lettere sotto il titolo: "Meglio nessun accordo".
Ribadendo che se fossi nel Parlamento di Atene voterei
"OXI", devo però aggiugere che condivido il commento apparso oggi (14
luglio 2015) apparso sullo stesso quotidiano, a firma di Dimitri Deliolanes.
"Tsipras si è dimostrato ingenuo e impreparato... non aveva un piano B
(gestire l'uscita eventuale dall'euro - ndr) ... (Oggi possiamo capire che) il
neoliberismo predatorio è ormai regola dell'eurozona, Costituzione materiale...
Si intravvede l'eventualità di una scissione di Syriza ... (Ma) Tsipras rimane
tuttora il primo leader politico del Paese... i greci hanno compreso il suo
sforzo ... ha ritenuto giustamente che le sue dimissioni sarebbero state
interpretate come un gesto di viltà (....) Tsipras non è un vile. E non è un
venduto. È il capo di un governo che ha tentato la via autenticamente europea
ed è stato crudelmente bloccato e represso. Il suo tentativo è per il momento
fallito, ma è riuscito a scongiurare l’espulsione del paese dall’eurozona e,
soprattutto, sa oramai con chi ha a che fare. Come lo sanno tutti in Europa.
Per il momento, l’offensiva greca contro il neoliberismo è stata respinta con
perdite. Ma la causa è giusta e altri giocatori si preparano a entrare in
campo".
La newsletter "Comune Info" mi propone oggi un
articolo di Bifo sul "colpo di Stato in
Grecia" (vai su: http://comune-info.net/2015/
Se mi è concesso fornire suggerimenti non richiesti, ritengo che
comunque il leader greco, costretto per forza di cose a fare le capriole
politiche per non avallare al 100% il commissariamento in atto, debba prendere
quanto più possibile tempo, in attesa che Podemos vinca le elezioni in Spagna (mancano
solo 4 mesi). Sarà molto più difficile ripetere il pestaggio cui abbiamo
assistito contro un bambino quando lo si dovrà ripetere contro un soggetto
alquanto più grosso. Senza contare che, se a Bruxelles non cambiano registro e
tono, si ritoveranno prestissimo la Le Pen a capo di Parigi. Iglesias comunque
dovrà imparare le lezione: per
combattere bisogna mettere subito le mani sulla Banca Centrale di Spagna (deve
essere ripubblicizzata!) e prepararsi la possibilità di emettere
"IOU" paralleli. Il punto da tenere fermo è semplicissimo:
l'austerità è indigesta ai popoli europei e, se diamo loro la parola, se li
rappresentiamo, se terremo a bada gli ideologismi (qualcuno è arrivato a
scrivere che al referendum del 5 luglio i greci hanno votato contro il sistema
capitalistico!), riusciremo a fare abbassare le corna (come si dice in cruda
espressione siciliana) a usurai ed eurocrati dell'1%, disarticolando l'egemonia
tedesca. L'Europa da rimettere insieme, attraverso la UE, probabilmente olte la
UE, rappresentata da forze anti-austerità, avrà la forza persino di cacciare
fuori la Germania, se l'opinione pubblica di quel Paese non dismette la
mentalità "leghista" (prima gli appartenenti alla nostra comunità
nazionale o macroregionale, dobbiamo respingere l'assalto degli
"altri", specialmente se più poveri). Per quanto riguarda l'Italia,
non mi unisco a coloro che oggi manifestano davanti alla sede della Deutsche
Bank. I "sinistrati" ancora una volta dimostrano - è il mio modesto
parere, per carità - di esserci e di farci. Perché non manifestano invece sotto
Palazzo Chigi per sottolineare l'organicità del PD al progetto di instaurare
una dittatura finanziaria in Europa (quello
che volgarmente potremmo chiamare il "tradimento" di Renzi,
sostanzialmente un maggiordomo della Merkel)? Perché non sono capaci di
ricordare alla gente che i kapò che hanno torturato i greci sono anche le
sanguisuche che, giorno dopo giorno, ci stanno dissanguando e ci faranno prima
o poi fare la fine di quei disgraziati? Scusate ciò che può sembrare
presunzione, ma non posso fare a meno di sfogarmi: pretendere qualcosa di serio
e di intelligente da parte di Fassina e compagnia ammucchiante (risparmiatemi
l'elenco dei soliti nomi, li conoscete benissimo anche voi!) è come sperare di
cavare sangue da una rapa. Perché allora non prendiamo anche noi una iniziativa
forte in senso democratico? Grillo propone un referendum sull'euro e mi pare di
avere spiegato a iosa con vari post perché l'idea mi sembra del tutto
controproducente: mettere in
primo piano la moneta significa confondere le carte in tavola, è fissarsi
sullo strumento e non sulla "casta" economico-politica che lo usa.
Dovremmo invece esigere di
votare in Italia sull'austerità e sulle regole del fiscal compact, del six
pack, del two pack, etc. Vinceremmo a mani basse, ne sono convinto ... Ma
dovremmo avere anche ben chiara la direzione dell'alternativa: conferenza
europea sui debiti pubblici, contestazione dei debiti illegittimi e odiosi,
ripubblicizzazione delle banche centrali nazionali e quindi nuovo Statuto della
BCE, recupero di quanto malauguratamente "regalato" alle grandi
banche (quindi loro nazionalizzazione se ciò le pone in condizione di default),
piani di investimenti pubblici per la conversione ecologica dell'energia e
dell'economia, nuovo welfare a partire dal reddito di cittadinanza. Tutte cose
da chiedere alla UE battendo i pugni sul tavolo ma da
fare lo stesso con chi ci sta. Sfruttando le "cooperazioni
rafforzate", se necessario, come ho già scritto, potremmo tentare di fare
partire un nucleo di Europa Mediterranea appoggiandoci su possibili
"rivoluzioni democratiche". Sono quelle che avrebbero al centro il
metodo "islandese" delle "assemblee costituenti nazionali",
fino ad una nuova Assemblea Costituente Europea. Se la UE dà spazio alla
volontà popolare, bene, se l'oligarchia al potere invece non "smolla"
quella che in fondo è la sua costruzione, bene lo stesso: al diavolo la UE.
Dobbiamo guardare alla sostanza delle cose e non alla nostalgie per le
bandierine blu stellate. E di
questa sostanza fa parte fare i conti con la NATO. Putin non è certamente
uno stinco di santo ed il suo regime è forse più deficitario dal punto di vista
democratico dello stesso ircocervo UE (ed è tutto dire). Per fare crescere la
democrazia effettiva sia a Est che ad Ovest l'ultima cosa che serve ai popoli
europei è comunque una nuova guerra fredda, verso cui ci sospinge la politica
americana, che, con ogni evidenza, usa - lo dice Sergio Romano! - questo
anacronistico blocco militare come sua leva egemonica.
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