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[Disarmo] Fw: [COMITATI ATTAC] La balcanizzazione dell’Ucraina
- Subject: [Disarmo] Fw: [COMITATI ATTAC] La balcanizzazione dell’Ucraina
 - From: "luigi guasco" <luigiguasco at libero.it>
 - Date: Fri, 27 Feb 2015 16:06:08 +0100
 
| 
 Ricevo e diffondo;a testimonianza che i fatti hanno 
come sempre la testa dura,e cosringe tutti,anche i più recalcitranti a farci i 
conti. 
----- Original Message ----- 
 
From: Marco Villa 
 
Sent: Friday, February 27, 2015 2:50 PM 
Subject: [COMITATI ATTAC] La balcanizzazione 
dell’Ucraina I peggiori nemici di Evo Morales in Bolivia 
sono i croati che si sono trasferiti nello Stato sudamericano dopo la seconda 
guerra mondiale. 
Marco 
Dal sito Internet http://www.voltairenet.org/article186914.html 
LA BALCANIZZAZIONE 
DELL’UCRAINA 
di 
Miroslav Lazanski 
Traduzione: Alessandro Lattanzio (Sito Aurora) 
 
Fonte: 
Politika 
(Serbie) 
Lev 
Tolstoj scrisse in Guerra e Pace, che "alla vigilia del 1812 c’era una 
concentrazione di potere in Europa occidentale, dall’ovest all’est, ai confini 
della Russia". Non so cosa questo grande scrittore e pensatore direbbe oggi se 
vedesse i primi anni del XXI secolo. 
È come se avesse già previsto l’attuale 
accerchiamento NATO della Russia e la pressione politica e psicologica sugli 
Stati neutrali per aderire all’alleanza, avviate in Europa nel 1999, con i 
bombardamenti della Repubblica Federale di Jugoslavia, e che prosegue oggi con 
la tragedia ucraina. Le immagini di edifici e ponti distrutti sono incredibili; 
case bruciate, cadaveri per le strade. Tutto nel XXI secolo! E non è un film, ma 
la cruda realtà. L’Europa politica rimase in silenzio sulle stesse immagini in 
Jugoslavia nel 1999, e oggi è indifferente alla sofferenza umana in 
Ucraina. 
L’Europa politica ha imposto al popolo 
ucraino una scelta e quindi la guerra. Dopo gli accordi Minsk 2 [1], 
certuni ancora pensano, in Europa e anche negli Stati Uniti, che inviare aiuti 
militari a Kiev potrebbe cambiare la situazione militare. Ma i missili anticarro 
occidentali non cambieranno l’equilibrio di potere, perché i soldati di Kiev non 
sono stati addestrati ad usarli e avrebbero bisogno di almeno sei mesi di 
addestramento. I sistemi di artiglieria della NATO non sono compatibili con 
quelli dell’esercito ucraino. L’occidente può fornire all’Ucraina semplici 
blindati per il trasporto di fanteria, ciò che gli inglesi hanno fatto, 
elettronica per le comunicazioni radio e radar per l’artiglieria, già consegnati 
a Kiev. 
Tuttavia, se la NATO consegna a Kiev altri 
tipi di armi, o se invia propri specialisti per l’addestramento militare, 
potremmo vedere nel Donbass carri armati T-80 e T-90 invece che T -72. Vedremo 
poi se i missili sarebbero efficaci con essi. L’ingresso di unità della NATO in 
Ucraina potrebbe causare l’ingresso dell’esercito russo nel teatro delle 
operazioni. In un conflitto convenzionale in questo campo, nessun esercito 
occidentale, neppure quello degli Stati Uniti, potrebbe sconfiggere l’esercito 
russo, poiché i generali occidentali dimenticano ovviamente la dottrina del 
maresciallo Ogarkov, sempre attuale nell’esercito russo: la sconfitta nella 
prima fase di un conflitto convenzionale con la distruzione degli obiettivi 
chiave in profondità del territorio nemico, nei primi momenti della guerra, e 
conquistare rapidamente territorio nemico facendo avanzare 
l’esercito. 
La vittoria totale nella prima fase della 
guerra, senza l’uso di armi nucleari tattiche. La strategia offensiva, con 
l’obiettivo di una profonda penetrazione nel territorio nemico senza usare armi 
nucleari, era l’essenza della visione sovietica della guerra in Europa. Gli 
statunitensi cercarono di fare di meglio con la dottrina della "Battaglia 
aero-terrestre 2000". 
Questo è precisamente il motivo per cui né 
Stati Uniti né NATO inviano forze in Ucraina, perché non hanno alcuna 
possibilità di vincere una guerra convenzionale. Infatti, se le truppe NATO o 
degli Stati Uniti subissero la sconfitta affrontando l’esercito russo in 
Ucraina, Bruxelles e Washington dovrebbero ammettere la sconfitta con tutte le 
conseguenze politiche e militari, o utilizzare armi nucleari 
tattiche. 
In tale situazione, sapendo che i Tomahawk 
possono raggiungere gli obiettivi russi in cinque o sei minuti, il Cremlino 
avrebbe poco tempo per decidere ed eseguire una diretta risposta nucleare, che 
avverrebbe in tre minuti al massimo, altrimenti non potrebbe lanciare 
controffensive se i missili statunitensi colpissero gli obiettivi 
russi. 
In 
altre parole, il confine tra uso tattico e strategico delle armi nucleari è 
pericoloso. Il rischio di conflagrazione è spaventoso, le parti potrebbero 
interpretare l’uso di armi nucleari tattiche come introduzione all’uso delle 
armi nucleari strategiche. In questo caso, solo Dio potrebbe salvare il pianeta. 
Secondo il parere del professor Lowell Wood del Livermore National Laboratory 
(USA), nel 1982, tra 500 milioni e 1,5 miliardi di persone morirebbero. Ed 
essendo la tecnologia nucleare progredita nel frattempo, il numero dei morti 
sarebbe molto più alto. 
Chi 
vorrebbe internazionalizzare il conflitto ucraino, ci pensa? 
L’opinione 
pubblica in Russia in questi giorni non è sorpresa dall’arrivo di cittadini 
croati in rinforzo all’esercito di Kiev, Pravij Sektor e Guardia Nazionale 
ucraina. Solo coloro che non conoscono la storia ne sono sorpresi. I soldati 
dello Stato indipendente di Croazia combatterono durante la seconda guerra 
mondiale a fianco di Hitler a Stalingrado, mentre sul fronte orientale non 
c’erano serbi. Lo Stato indipendente di Croazia inviò la sua aviazione sul 
fronte orientale. Il generale Franjo Dzal fu uno dei piloti che abbatté aerei 
russi. Nell’ex Jugoslavia, la Croazia ha ottimi rapporti con l’Ucraina e la 
Serbia con la Russia. In che misura la religione ha influenzato ciò (in Ucraina 
ci sono cattolici e uniate) è una lunga storia. In ogni caso, i croati 
fiancheggiano l’Ucraina, e i serbi, seguendo i volontari, sostengono il 
Donbass. 
Balcanizzando 
l’Ucraina, si continua la guerra sospesa nel 1945... 
NOTE 
[1] « Paquet de mesures en vue de l’application des Accords de 
Minsk », Réseau Voltaire, 12 février 2015. 
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