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[Disarmo] Bombardiamo la Siria
- Subject: [Disarmo] Bombardiamo la Siria
- From: Jure Ellero LT <glry at ngi.it>
- Date: Sat, 30 Aug 2014 00:04:09 +0200
I leaders occidentali fanno allarmismo per mobilitare il sostegno agli attacchi aerei sulla Siria
da: iskrae.eu - fonte: <http://www.iskrae.eu/?p=21613><http://www.iskrae.eu/?p=21613> I leaders occidentali fanno allarmismo per mobilitare il sostegno agli attacchi aerei sulla Siria 29 agosto 2014 <http://www.iskrae.eu/?p=21613><http://www.iskrae.eu/?p=21613> <http://www.globalresearch.ca/the-isis-threat-western-leaders-fear-monger-to-mobilize-support-for-air-strikes-on-syria/5397860> *Stephen Gowans* Uno dei ruoli dei maggiori politici e degli alti funzionari dello stato è di ricercare il consenso alle politiche funzionali agli obbiettivi degli strati superiori della popolazione dai cui ranghi essi a volte provengono e i cui interessi quasi sempre promuovono. Allorché queste politiche si scontrano con gli interessi della maggioranza, come spesso è, la mobilitazione del consenso pubblico è possibile solo con l'inganno. L'inganno è realizzato con la mistificazione, con l'ambiguità e l'allarmismo, e si concretizza in narrative fuorvianti di cui si può stare certi che i mezzi d'informazione di massa amplificheranno. Così avviene che i funzionari occidentali abbiano iniziato una campagna di inganni per fornire un pretesto per un intervento militare in Siria a combattere l'ISIS ma che può ben servire come un cavallo di Troia per intensificare la guerra al governo siriano. Le basi della campagna sono state gettate a marzo, quando i funzionari Usa iniziarono ad avvertire che in Siria si stavano radunando islamici risoluti a lanciare attacchi contro l'Europa e gli Stati Uniti. [1] La campagna ha ingranato a gran velocità con le conquiste territoriali dell'ISIS in Iraq e con la decapitazione del giornalista Usa James Foley. Ora i funzionari Usa dichiarano che stanno prendendo in considerazione attacchi aerei contro bersagli ISIS in Siria. Per giustificare l'eventualità di una guerra aerea in Siria, gli ufficiali Usa adottano un linguaggio nebuloso sulla salvaguardia di “interessi di sicurezza” statunitensi, ma evitano di dire chiaramente quali sono questi interessi e come siano minacciati. Il segretario alla Difesa Chuck Hagel dichiara l'ISIS una “minaccia imminente a tutti i nostri interessi”, aggiungendo che l'ISIS “è al di là di tutto quello che abbiamo visto”. [2] Hagel non dice in che modo l'ISIS rappresenta una minaccia ad almeno un interesse Usa, per non dire degli altri, e l'aver ingigantito l'ISIS come una minaccia “al di là di tutto quello che abbiamo visto” è chiaramente allarmismo. Decisamente, la brutalità dell'ISIS in Iraq, la decapitazione di Foley e la sua capacità di impadronirsi e controllare il territorio non sono stati meno scioccanti di quelli che si sono palesati in Siria, dove l'ISIS e i suoi seguaci islamici hanno dato luogo a fatti di crudeltà e depravazione altrettanto sanguinosi, nel corso della conquista e del controllo di ampie zone del territorio siriano, ampiamente assistiti da membri degli “Amici della Siria” a conduzione Usa. Hagel invoca anche l'11 settembre, insinuando che l'ISIS “è minaccia più forte di quello che era al Qaeda prima degli attacchi dell'11 settembre”. [3] Invocando l'11 settembre porta alla conclusione che senza gli attacchi aerei alla Siria per eliminare l'ISIS, c'è una seria possibilità di attacco agli Stati Uniti di portata maggiore di quello dell'11 settembre. Anche il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, fa riferimento all'11 settembre per sostenere la tesi degli attacchi aerei, notando che “Gli attacchi a New York dell'11 settembre 2001 hanno avuto un costo di 1 milione di dollari. Oggi stimiamo che lo Stato Islamico ha diversi miliardi”. L'ovvia conclusione a cui Fabius vuole portarci è che l'ISIS varerà migliaia di 11 settembre. [4] L'implicita conclusione, tuttavia, non è più credibile dell'implicita conclusione che gli Stati Uniti sono sull'orlo di vaporizzare il pianeta dal momento che hanno un arsenale nucleare di gran lunga maggiore del minuscolo arsenale che aveva quando bombardò Hiroshimae Nagasaki. La capacità non equivale necessariamente alla motivazione o all'effettuazione. Il generale Martin E. Dempsey, Capo dello Stato Maggiore congiunto, ha dato il suo contributo all'emergente campagna di allarmismo. Dempsey ha osservato che l'ISIS aspira ad assorbire “Israele, Giordania, Kuwait e Siria nel suo califfato”. [5] Palesemente questo è al di là delle capacità dell'ISIS e non merita di essere preso seriamente in considerazione. Dempsey nondimeno aggiunge che se l'ISIS “dovesse realizzare tale visione, modificherebbe radicalmente il volto del Medio Oriente e creerebbe una situazione inerente alla sicurezza che senz'altro sarebbe una minaccia sotto diversi aspetti”. [6] Questo equivale a dire “/Se/ Haiti avesse un arsenale di 200 ordigni termonucleari e un efficace sistema di difesa dai missili balistici certamente sarebbe una minaccia in molti modi”. Quello che è importante qui è la parola “se”. Se Barak Obama fosse una donna sarebbe il primo presidente Usa di sesso femminile. Se l'ISIS avesse la capacità di assorbire una gran parte del Medio oriente in un califfato, sarebbe una minaccia al controllo Usa sul Medio Oriente. Ma l'ISIS non ha questa capacità. E, anche se l'avesse, non sarebbe una minaccia alla sicurezza Usa, ma alla sicurezza dei profitti dell'industria petrolifera occidentale. Da parte sua, il Wall Street Journal ha suggerito che la decapitazione di James Foley era un motivo sufficiente per legittimare attacchi aerei Usa sulla Siria. [7] Eppure, le decapitazioni compiute dall'ISIS e dagli altri islamici in Siria, e quelle compiute dall'alleato Usa Arabia Saudita sui propri cittadini, non hanno stimolato Washington all'azione. L'alleato saudita di Washington “ha decapitato almeno 19 criminali condannati dal 4 agosto, circa metà dei quali per reati non violenti, compreso uno per stregoneria”. [8] Queste decapitazioni sono passate sotto silenzio dai leader occidentali. Di certo non sono state invocate come una ragione per lanciare attacchi aerei sul tiranno saudita. Silenziosamente ignorata dai medesimi stati occidentali è, parimenti, il carattere brutale, misogino, medievale dell'antidemocratico regime saudita, uno dei principali “Amici della Siria”. Per contro, il New York Times ha riferito che “Il presidente e gli alti funzionari del suo gabinetto hanno unanimemente denunciato lo stato islamico come una minaccia medievale”, aggiungendo che “il Segretario di Stato John Kerry ha detto che il gruppo deve essere distrutto”. [9] Quello che il giornale non ha fatto notare è che l'Arabia Saudita è anche lei una “minaccia medievale” eppure nessun presidente Usa o segretario di stato userebbe mai un tale linguaggio per descrivere il loro alleato, né, soprattutto, intraprenderebbe una campagna per eliminare quel regime feudale. Questo evidenzia che in realtà Washington non ha alcuna ostilità verso le minacce medievali – non quando, come nel caso della Siria, esse operano contro il governo di un paese individuato come obbiettivo di un cambio di regime, né quando governano una fonte di immensi profitti petrolchimici a condizioni vantaggiose per le compagnie petrolifere occidentali, e neanche quando, come in Afghanistan negli anni '80, combattevano contro un governo progressista filosovietico. La campagna di Washington per mobilitare la pubblica opinione per attacchi aerei sulla Siria, quindi, non ha niente a che vedere col debellare minacce medievali. Nè ha niente a che vedere col prevenire l'ascesa di un califfato in gran parte del Medio Oriente, dato che l'ISIS non ha la capacità di raggiungere questo obbiettivo. Anche se l'avesse, l'ascesa di un califfato sarebbe una faccenda su cui dovrebbero decidere i popoli del Medio Oriente, non le potenze occidentali. Infine, finché l'ISIS otteneva impressionanti conquiste territoriali in Iraq, Washington era completamente disposto a consentire, anzi, perfino a favorire quello che ora chiama “il cancro” dell'ISIS a “metastatizzare” ovunque in Siria. A quell'epoca non ha espresso apprensione che l'ISIS lanciasse attacchi in stile 11 settembre agli Stati Uniti, e non ha fatto niente per arrestare il flusso di denaro al gruppo anti-Assad da parte di sostenitori che avevano le basi nei paesi che hanno montato la coalizione degli Amici della Siria (intendere: Amici dell'imperialismo Usa). Le minacce di un attacco in stile 11 settembre orchestrate dall'ISIS sono quindi puro allarmismo. Alla luce di quanto sopra, dobbiamo chiederci se, una volta avviata, la guerra aerea in Siria allargherà la sua lista di obbiettivi dall'ISIS alle forze governative siriane? La campagna per mobilitare l'opinione pubblica per una guerra aerea contro l'ISIS in Siria è un cavallo di Troia per una escalation della guerra al governo di Assad, e su un piano più generale, contro l'azione collegata di resistenza di Hezbollah-Siria-Iran contro la dominazione Usa nell'Asia occidentale? 1. Eric Schmitt, “Qaeda militants seek Syria base, U.S. official say”, The New York Times, March 25, 2014. 2. Mark Mazzetti and Helene Cooper, “U.S. isn’t sure just how much to fear ISIS,” The New York Times, August 22, 2014. 3. Dion Nissenbaum, “U.S. considers attacks on ISIS in Syria”, The Wall Street Journal, August 22, 2014. 4. David Dauthier-Villars, “France calls for action to cut off ISIS money supply”, The Wall Street Journal, August 22, 2014. 5. Mazzetti and Cooper. 6. Mazzetti and Cooper. 7. Nissenbaum. 8. Rick Gladstone, “Saudi Arabia: Executions draw rebukes”, The New York Times, August 21, 2014. 9. Nissenbaum. ------------- J. Ellero
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