“È a rischio la vita di civili e credo sia un dovere politico ma innanzitutto morale rispondere a questo dramma umanitario”. Le comunicazioni alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sulla situazione in Iraq offrono al il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, l’occasione per chiarire la linea italiana sul conflitto in corso. “A rischio – ricorda Mogherini - c’è la stabilità di un regione già molto compromessa e che per noi è strategica. Ma a rischio c’è anche la sicurezza internazionale e il principio della convivenza fra differenze in uno stesso territorio”. Per Mogherini occorre dunque intervenire perché “ne va della coerenza dei nostri principi”. Un approccio che ha ottenuto il via libera delle commissioni. Le prime a pronunciarsi sono state quelle del Senato, che hanno approvato con 27 sì e 4 no la risoluzione della maggioranza (a prima firma il pd Giorgio Tonini) per la fornitura di armi al governo iracheno. Le altre due mozioni (M5S e Sel) non sono state votate perché precluse dall'approvazione della prima. Poco dopo è venuto, con 56 sì e 13 no, il sì delle commissioni Esteri e Difesa della Camera.

Parlando alle commissioni riunite di Camera e Senato, la titolare della Farnesina si dice convinta che “sia gli aiuti umanitari che il sostegno militare possano essere indispensabili nell’immediato ma difficilmente rappresentano una soluzione a lungo termine di qualsiasi crisi. Il punto fondamentale è lavorare a un quadro sostenibile all’interno dell’Iraq e nella regione”. L’obiettivo infatti – aggiunge il ministro degli Esteri - deve essere, tramite l’azione diplomatica, “un quadro politico inclusivo che garantisca l’unità territoriale”, per “rispondere a quella che è una minaccia per gli iracheni, per la regione ma anche per l’Unione europea”. La titolare della Farnesina osserva tra l’altro che “Il punto di equilibrio della convivenza fra sunniti, scitti e curdi da tempo non funzionava”. Quindi “non è una sorpresa quello che avviene” in quel Paese “ma è assolutamente straordinario per portata, novità e impatto sulla popolazione civile” quanto sta accadendo per effetto dell’avanzata dell’Isis.

In ogni caso “c’è una grande differenza col passato”, rileva Mogherini davanti alle commissioni riunite di Esteri e Difesa di Camera e Senato, riunite congiuntamente a Montecitorio: “Qui è a rischio davvero la possibilità di considerare il valido principio di convivenza. Non c’è uno scontro di civiltà né una guerra di religione. È necessario affermare il contrario, che c’è il diritto di tutti a vivere nel loro territorio. Questo è lo spirito con cui si sta lavorando in questi giorni”. Sul tema interviene poi il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che avvisa: “Non v’è dubbio che l’occupazione di ampie porzioni di territorio iracheno e siriano da parte di forze fondamentaliste è una seria minaccia alla sicurezza internazionale” e “il governo di questo è ben consapevole”. “Siamo convinti di aver operato tempestivamente e bene e intendiamo continuare con determinazione, in totale trasparenza e con il supporto del Parlamento”, aggiunge.

Per Pinotti nell’ambito della consegna di armi ai curdi da parte dei Paesi europei bisognerà “evitare duplicazioni e forniture non necessarie” ma soprattutto dare vita a “forme di controllo tese ad assicurare che la consegna del materiale sia effettuata nelle mani di interlocutori che rappresentano articolazioni governative”. Ma si dovrà anche “garantire un utilizzo assolutamente proprio del medesimo materiale, evitando che esso possa essere impiegato da attori terzi o per finalità diverse da quelle di autodifesa e protezione delle popolazioni cui sono destinate”. Oltre agli aiuti umanitari, rende ancora noto il ministro, il governo è “pronto ad esaminare eventuali ulteriori richieste di aiuto che dovessero pervenire dalle organizzazioni internazionali o dalle autorità irachene”.

Quanto alle armi, rileva Pinotti, si stanno valutando “altre forme di aiuto” in modo da “incrementare le limitate capacità di autodifesa e di protezione locale delle popolazioni, attraverso il sollecito invio, in quel territorio, di materiale militare d’armamento già in uso alle Forze Armate nazionali”. Un contributo “costituito da armi automatiche leggere dal relativo munizionamento”, cui potrebbe aggiungersi la decisione di “cedere materiale d’armamento, di non conveniente utilizzo, detenuto ad altro titolo dalle Forze Armate”. “Armamenti più famigliari e confacenti alle esigenze manifestate dai curdi, costituiti da armi individuali, di squadra e contro-mezzi (con relativi relativi munizionamenti), tutti di fabbricazione ex-sovietica, confiscati dall’Autorità giudiziaria a seguito di sequestro in mare avvenuto venti anni fa, nel corso del conflitto nei Balcani”. Ma è anche allo studio “la possibilità di contribuire allo sforzo della comunità internazionale fornendo la capacità di trasporto di materiale d’armamento reso disponibile da altre Nazioni già appartenenti al blocco sovietico”.

L’esame delle possibili modalità di forniture militari, da realizzare con navi e ponti aerei, “è già in corso e può essere finalizzata fin dai prossimi giorni”, assicura la titolare della Difesa. L’obiettivo è di “entrare tempestivamente nella fase operativa avviando la richiesta di tutte le autorizzazioni internazionali” per il sorvolo dei velivoli e il percorso marittimo. “Francia e Gran Bretagna hanno già effettuato o avviato analoghe operazioni” di forniture di armi, come l’Italia. Mentre “la Germania sta proprio in questi giorni valutando in quali termini contribuire alla fornitura di mezzi e materiali militari”. “Il costo delle armi per noi è zero”, tiene a puntualizzare il ministro, perché quelle che saranno date ai curdi sono tutte già in possesso delle Forze armate. “Ci sarà solo un costo legato al trasporto che avverrà via aereo o nave”, afferma Pinotti durante la replica alle comunicazioni in Parlamento sulla situazione in Iraq. “Non c’è un elenco e la relativa quantità perché il governo non ha ancora deciso - conclude il ministro - ma ha ritenuto di fare prima un passaggio parlamentare”.

http://www.ilvelino.it/it/article/2014/08/20/iraq-armi-ai-curdi-si-dal-parlamento-mogherini-doveroso-intervenire/833bcce2-df60-4618-82cf-20c32254455e/