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[Disarmo] Test a Trapani Birgi dei nuovi droni squalo
- Subject: [Disarmo] Test a Trapani Birgi dei nuovi droni squalo
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Mon, 9 Dec 2013 18:56:47 +0100 (CET)
- Reply-to: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
da aggiungere che l'ONU userà per la prima volta i droni e saranno proprio quelli della Selex Es
I droni italiani Falco in azione in Congo
Sono entrati in azione il 3 dicembre presso il contingente di caschi blu
 in Congo (Monusco) i velivoli teleguidati Falco ordinati nell'agosto 
scorso dalle Nazioni Unite a Selex Es, società del gruppo Finmeccanica. 
Il contratto, per un importo di 50 milioni di dollari, è stato siglato 
dalla società italiana e dal Segretariato delle Nazioni Unite per la 
fornitura e la gestione di un servizio aereo senza pilota costituito da 
cinque velivoli teleguidati Falco, una stazione di controllo a terra, un
 terminale di gestione dei dati, elementi per il supporto tecnico e 
logistico e capacità di analisi dei dati raccolti. 
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-07/i-droni-italiani-falco-azione-congo-172937.shtml?uuid=ABVGmcihttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-07/i-droni-italiani-falco-azione-congo-172937.shtml?uuid=ABVGmci
Test a Trapani Birgi dei nuovi droni squalo
di 
Antonio Mazzeo
La 
Sicilia poligono sperimentale dei velivoli senza pilota destinati ai futuri 
scacchieri di guerra. Le società Piaggio Aereo Industries e Selex Es riferiscono 
di aver utilizzato a novembre la base del 37° Stormo dell’Aeronautica militare 
di Trapani Birgi per i test di volo del dimostratore P.1HH DEMO, il nuovo aereo 
a pilotaggio remoto realizzato nell’ambito del programma denominato “HammerHead” 
(Squalo Martello). Il drone è decollato da Birgi per la prima volta il 14 
novembre sorvolando sul Mediterraneo per circa 12 minuti alla quota di 2.000 
piedi e a una velocità di 170 nodi. Le operazioni sperimentali sono state 
condotte da un team congiunto Piaggio - Selex con il supporto del personale 
militare dello scalo siciliano. Nella sua breve attività aerea, il 
dimostratore è stato scortato da due caccia-addestratori MB.339 dell’Aeronautica 
militare. Ai test sperimentali hanno contribuito pure la Marina militare e 
l’Esercito. Un mese prima, infatti, il drone era stato trasferito in Sicilia a 
bordo della nave da sbarco “San Marco” dopo un ciclo di prove effettuato sulle 
piste dell’aeroporto di Decimomannu (Sardegna). 
Il velivolo fu imbragato nel porto di Cagliari da un elicottero CH-47 
dell’Esercito italiano e successivamente posizionato sul ponte di volo della 
“San Marco” diretta a Trapani. 
“Questo 
genere di programmi ad elevato contenuto tecnologico determina significative 
ricadute sull’acquisizione di competenze dell’industria italiana”, ha spiegato 
l’ufficio stampa del ministero della Difesa. “L’adozione e l’integrazione di 
tecnologie all’avanguardia a livello mondiale consentiranno un sensibile 
sviluppo  della capacità di controllo d’area, rendendo possibile la 
monitorizzazione simultanea ed in tempo reale di un’area di centinaia di Km 
quadrati, ampliando notevolmente le capacità operative e lo spettro dei 
possibili servizi fornibili dai sistemi a pilotaggio remoto”. L’Aeronautica 
militare guarda con particolare interesse allo sviluppo del velivolo prodotto da 
Piaggio Aereo Industries. Nel giugno 2013, il generale Claudio Debertolis, 
segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, ha 
dichiarato che lo “squalo martello” potrebbe essere chiamato a sostituire i 
velivoli senza pilota Reapers, 
utilizzati dalle forze aeree in Afghanistan e Pakistan e da qualche mese pure 
nel Canale di Sicilia nell’ambito dell’operazione anti-migranti “Mare Nostrum”. 
Debertolis 
ha aggiunto che l’Italia potrebbe ordinare una decina di questi nuovi droni e 
che gli stessi potrebbero essere dotati di sistemi missilistici o bombe. “I 
P.1HH sono abbastanza grandi da poter ospitare armi al loro interno”, ha 
dichiarato il generale. Da drone-spia il velivolo diverrebbe così un 
drone-killer, consentendo così all’Aeronautica italiana di intervenire in Africa 
e Medio oriente con un micidiale sistema di morte. “Siamo intenzionati a inviare 
una lettera d’intenti ad altri paesi partner per promuovere il 
velivolo”, ha aggiunto il generale Claudio Debertolis. Secondo l’amministratore 
delegato di Piaggio Industries, Alberto Galassi, lo “squalo martello” 
è 
pure il migliore candidato per il programma dell’Unione europea di 
sviluppo di un prototipo MALE (medium-altitude and long-endurance), cioè 
in grado di volare a medie altitudine e per lungo tempo. 
Il 
P.1HH “HammerHead” è la versione senza pilota del bimotore P.180 prodotto dalle 
officine Piaggio e utilizzato in ambito civile e militare da numerosi paesi al 
mondo. Con un’apertura alare di 15,5 metri, il drone può raggiungere la quota di 
13.700 metri e permanere in volo per più di 16 ore. La missione è gestita da una 
stazione di terra, collegata attraverso un centro di comunicazione in linea di 
vista e via satellite che consente il controllo remoto dei sistemi di 
navigazione dell’aeromobile. Il velivolo è stato dotato da Selex ES (gruppo 
Finmeccanica) di torrette elettro-ottiche, visori a raggi infrarossi e radar 
“Seaspray 7300”. L’azienda italiana ha pure realizzato le apparecchiature di 
gestione e controllo del velivolo e del segmento di terra, sulla base del 
sistema SkyISTAR ideato - come specifica Selex - per “svolgere missioni di 
pattugliamento; intelligence, sorveglianza e riconoscimento (ISR); individuare 
target puntuali e rispondere alle diverse minacce che spaziano dagli attacchi 
terroristici all’immigrazione illegale, alla protezione delle zone economiche 
esclusive, alle infrastrutture e siti critici”.
L’annuncio 
del primo volo sperimentale dello “squalo martello” da Trapani Birgi è stato 
fatto in occasione del Dubai Airshow 2013, la fiera internazionale del settore 
aereo, civile e militare, tenutasi recentemente negli Emirati Arabi Uniti. Dal 
2006 Piaggio Industries è controllata in buona parte da Mubadala 
Aerospace, società aerospaziale della Mubadala Development 
Company, holding 
finanziaria del governo di Abu Dhabi e partner del colosso Lockheed Martin (il 
produttore dei controversi cacciabombardieri F-35 e del nuovo sistema di 
telecomunicazioni satellitari MUOS della Marina militare USA) e di Alenia 
Aermacchi (Finmeccanica) per realizzare i 48 velivoli d’addestramento M343 
acquistati dagli Emirati. A fine novembre 2013, Mubadala 
Aerospace ha accresciuto la sua quota in Piaggio Aereo dal 33 al 41% a seguito 
di un aumento di capitale di 190 milioni di euro circa. Contestualmente anche 
Tata Ltd., società con sede a Londra ma dipendente dal gruppo indiano Tata, ha 
portato al 44,5% il proprio controllo azionario di Piaggio, mentre l’investitore 
italiano Piero Ferrari è cresciuto dall’1 al 2%. A vendere, il fondo 
d’investimento HDI, passato dal 33 al 12,5%.
Negli 
Emirati, Piaggio Aereo ha pure avviato una partnership strategica con Adasi 
(Abu 
Dhabi Autonomous System Investments), 
holding finanziaria con sede ad Abu Dhabi, per 
sviluppare un nuovo aereo pattugliatore multiruolo per missioni di sorveglianza 
(Mmppaa - Multirole Patrol Aircraft). L’accordo del valore di circa 100 
milioni di euro prevede la progettazione e la realizzazione di due prototipi 
entro la fine del 2014. Nonostante l’industria aerea sia ormai in mano quasi 
esclusivamente a capitali arabi e indiani, il contratto è stato inserito 
nell’ambito dei programmi di cooperazione militare Italia-Emirati Arabi 
Uniti.
Il 
nuovo velivolo sarà destinato a missioni di sorveglianza aerea, pattugliamento 
terrestre, costiero e marittimo e persino a comunicazioni d’intelligence. 
L’Mmppaa avrà un’autonomia di volo di 10 ore, un raggio operativo di oltre 6.100 
km, una velocità di crociera di 650 km all’ora e verrà equipaggiato con un radar 
di ricerca e sensori elettrottici ed infrarossi. 
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