[Disarmo] R: Fincantieri, il declino del settore militare



Vero, anzi verissimo

michele

 

Da: disarmo-request at peacelink.it [mailto:disarmo-request at peacelink.it] Per conto di Antonio Bontempi
Inviato: mercoledì 16 ottobre 2013 19.26
A: disarmo at peacelink.it
Oggetto: Re: [Disarmo] Fincantieri, il declino del settore militare

 

Spero sinceramente che questi cantieri vengano chiusi al più' presto e riconvertiti al civile.

 

I sindacati a volte si dimostrano molto ambigui e senza coerenza.

 

Antonio

 

 

On Oct 16, 2013, at 12:10 PM, rossana123 at libero.it wrote:



L'allarme lanciato dai sindacati dei metalmeccanici: servono nuovi investimenti, altrimenti i cantieri cesseranno di lavorare tra due anni. Caminito (Fiom): "Legislatura datata, urgente un tavolo col governo a livello nazionale"

 

Tra due anni finirà la costruzione delle fregate Fremm e, senza nuovi investimenti, addio ai cantieri della difesa. È la denuncia di Fim Fiom Uilm liguri che sollecitano l'intervento del governo nazionale in una vicenda che definiscono "drammatica". Il comparto militare esiste solo in Liguria con Fincantieri e coinvolge oltre 2mila lavoratori (altrettanti nell'indotto), suddivisi nelle sedi di Riva Trigoso in provincia di Genova, Muggiano a Spezia, la progettazione Via Cipro e il Cetena a Genova. E così l’unica azienda pubblica che costruisce navi militari "rischia situazioni di gravi difficoltà che possono avere anche risvolti sulla sicurezza nazionale, senza considerare che il settore è già colpito dalla cassa integrazione destinata a aumentare nelle prossime settimane".

"È di primaria importanza - affermano le tre sigle - tutelare l’apparato industriale nei settori strategici quale è quello cantieristico e navale in un paese in cui le maggiori merci come il petrolio o il gas vengono trasportate via mare". La denuncia che giunge da Genova è legata a quella delle categorie nazionali, che nei giorni scorsi hanno inviato un documento al ministero dello Sviluppo e ai presidenti di Regione in cui ci sono gli stabilimenti Fincantieri. Il testo, sottoscritto anche da Cgil, Cisl e Uil, è stato sottoposto al governo "per evidenziare le criticità del comparto rispetto ai carichi di lavoro e per ridefinire i termini di una solida politica industriale". 

I sindacati liguri chiedono uno studio serio e approfondito su quale sia la flotta più utile al paese privilegiando la ricerca, il settore dedicato alla protezione civile, l'innovazione energetica e la difesa, anche in considerazione delle nuove emergenze legate all’ospitalità delle migliaia di persone che arrivano sulle nostre coste. Tra le richieste, quella di ripristinare la legge 296 del 2006 che favorisce l’innovazione, in modo da avviare sistemi innovativi che stimolino nuovi progetti e garantiscano l’occupazione, come fanno i paesi concorrenti di Fincantieri, magari acquisendo e finanziando progetti allo studio da anni, come la costruzione delle navi oceanografica e logistica immediatamente cantierabili.

Serve dunque un tavolo nazionale per ridefinire il sistema della cantieristica militare e per trovare insieme risorse che sostengano la crescita, l’occupazione e il mantenimento dell’apparato industriale. "Il governo dovrebbe mettere mano a una legislazione ormai datata", osserva Antonio Caminito coordinatore regionale Fiom Cgil. "L’ultima volta che le istituzioni hanno legiferato in materia di pianificazione industriale correva l’anno 1974, quando fu approvato il “Libro Bianco” della Marina Militare in un contesto storico totalmente diverso da quello odierno. Il settore cantieristico va riorganizzato e affrontato a livello generale, una pianificazione nazionale è necessaria per risolvere la questione, perché, altrimenti, si rischia di essere un Paese prigioniero delle non scelte".

http://www.rassegna.it/articoli/2013/10/15/105419/fincantieri-il-declino-del-settore-militare

 

 

 

 


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