Fwd: [pace] Per le missioni militari, da settembre necessari altri finanziamenti fuori bilancio ?






-------- Messaggio originale --------
Oggetto: 	[pace] Per le missioni militari, da settembre necessari altri
finanziamenti fuori bilancio ?
Rispedito-Data: 	Fri, 4 Jan 2013 15:17:23 +0100
Rispedito-Da: 	pace at peacelink.it
Data: 	Fri, 4 Jan 2013 14:23:58 +0000 (GMT)
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Rispondi-a: 	pace at peacelink.it
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Il 28 dicembre 2012 e' stato varato il decreto legge che finanzia le
missioni militari all' estero dal 1 gennaio al 30 settembre 2013. Nel
bilancio del Ministero dell' Economia e delle Finanze e' prevista per le
missioni all' estero una cifra di 1.004,1 milioni di euro per tutto il
2013. Per i primi 9 mesi sono stanziati 935,5 milioni. 70 milioni
dovrebbero coprire tutti i 3 mesi finali (nei 9 mesi precedenti
necessari piu' di 100 milioni il mesi ), in questo periodo inoltre si
spendera' molto per riportare materiale militare dall' Afghanistan. Ci
sara' bisogno quasi sicuramente di reperire altri fondi fuori bilancio.
Da dove arriveranno ? Cosa ne pensano tutti coloro che stanno preparando
le prossime elezioni politiche ?
Nell' articolo di Analisi Difesa riportato di seguito, nel paragrafo
segnalato, la spiegazione della necessita' di questo nuovo finanziamento.

NB. Il decreto deve essere convertito in legge prima del 28 febbraio,
cioe' a ridosso delle elezioni politiche. Di conseguenza, probabilmente,
sara' votato alla Camera e al Senato prima della chiusura del
Parlamento, cioe' in modo molto affrettato, senza una discussione
adeguata nelle commissioni interessate.

Marco


BILANCIO 2013, MISSIONI OLTREMARE E RIFORMA DELLO STRUMENTO MILITARE.
QUALCOSA STA CAMBIANDO?

di Giovanni Martinelli
31 dicembre 2012,
pubblicato in Analisi Italia
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.301 del 28.12.2012 è
finalmente entrato in vigore un provvedimento tanto importante quanto
atteso; si tratta del Decreto Legge 227/2012 di “Proroga delle missioni
internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di
cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e
partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per
il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione”.
Un’importanza che deriva dal fatto che questo Decreto fornisce la
necessaria copertura finanziaria alle missioni all’estero delle nostre
Forze Armate. Aspetto quest’ultimo che diventa ancora più rilevante alla
luce della particolare fase politica che sta attraversando il Paese;
infatti, sebbene sia certo che non sarà possibile convertirlo in Legge
entro i 60 giorni previsti (a causa dello scioglimento delle Camere),
ciò nonostante esso assicurerà comunque i fondi necessari per proseguire
le operazioni nei vari teatri.

Dalla lettura del provvedimento giungono poi una conferma e alcune
precisazioni importanti rispetto alle anticipazioni che erano trapelate
dopo la sua approvazione nel Consiglio dei Ministri del 22 dicembre
scorso; la conferma è costituita dal fatto che le spese previste sono
coperte fino al 30 settembre del 2013. Non è dato sapere per quale
ragione sia stato scelto un tale riferimento temporale visto che nel
2012 si era optato per un D.L. che copriva l’intero anno solare mentre
in precedenza si era (quasi) sempre scelto il rinnovo su base
semestrale. Le precisazioni riguardano invece la cifra complessivamente
stanziata e l’esatta ripartizione di fondi tra le varie voci.
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Per quanto riguarda il totale degli oneri derivanti da tali impegni, il
Decreto indica una cifra di poco meno di 935,5 milioni di euro; dunque,
se è vero che la somma iscritta a bilancio del Ministero dell’Economia e
delle Finanze (pari a 1.004,1 milioni di euro) a copertura di tutto il
2013 non viene impegnata completamente, altrettanto chiaro è il fatto
che i poco meno di 70 milioni rimanenti non potranno certo bastare per i
3 mesi finali dell’anno. In altri termini, la prospettiva di un
ulteriore (ancorché parziale) rifinanziamento dovrà essere affrontata
nei prossimi mesi.
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Nello specifico, i fondi disponibili sono a loro volta suddivisi in 2
grandi categorie di spesa e cioè quelle contenute nel Capo I e relative
alle “missioni internazionali delle Forze armate e di polizia” e, per
l’appunto, quelle che riguardano le “iniziative delle organizzazioni
internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di
stabilizzazione” al Capo II. Come è ovvio che sia, quelle di maggiore
interesse ai fini del presente articolo sono le diposizioni che fanno
riferimento alle missioni delle Forze Armate; tuttavia, ulteriori spunti
di rilievo si possono ritrovare anche nel Capo II del D.L. stesso. Per
il 2013 quindi, a “farla da padrone” sarà ancora una volta la missione
ISAF in Afghanistan che riceverà 426,6 milioni di euro; ma se questo è
l’impegno diretto per le operazioni in quel Paese, altri 15,4 milioni
sono messi a diposizione per le esigenze connesse a tale missione (con
particolare riferimento alle presenze negli Emirati Arabi Uniti e al
personale distaccato presso il CENTCOM a Tampa) mentre altri fondi
arrivano (al Capo II) per l’alimentazione del fondo fiduciario NATO
destinato al sostegno dell’Esercito Afgano.

La seconda operazione in ordine di importanza è la UNIFIL in Libano che
per quest’anno riceverà 118,8 milioni di euro, comprensivi della
partecipazione alla UNIFIL Maritime Task  Force, mentre anche l’impegno
in Kosovo, espresso soprattutto attraverso Joint Enterprise-KFOR,
continuerà ad assorbire la rispettabile cifra di 52,5 milioni circa. Un
altro ingente stanziamento, 39,9 milioni, lo ricevono le missioni
anti-pirateria svolte in ambito UE (operazione Atalanta) e NATO
(operazione Ocean Shield) nelle acque del Corno d’Africa; sempre in
ambito navale, si segnalano i 14,2 milioni per la missione Active
Endeavour nel Mediterraneo, anch’essa svolta in ambito NATO. Degni di
nota anche i 7,5 milioni destinati all’impiego di personale con funzioni
di assistenza e supporto in Libia e altri 6,9 milioni per le missioni
dell’Unione Europea sempre in Somalia (EUTM Somalia) e nell’area del
Corno d’Africa (EUCAP Nestor).

Seguono poi numerosi stanziamenti di importi inferiori per missioni di
ridotte dimensioni tra le quali spicca un’altra operazione dell’UE in
Africa (l’EUCAP Sahel Niger) con 1,9 milioni; a questa si aggiungono
vari altri dispiegamenti (da Cipro alla Georgia, dal Sudan alla
Palestina, passando per l’assistenza alle Forze Armate albanesi) davvero
modesti.
Sempre al Capo I, si segnalano anche i fondi per le esigenze logistiche
delle varie missioni (stipulazione dei contratti di assicurazione e
trasporto e realizzazione di infrastrutture) che ricevono ben 143,8
milioni, così come degni di nota sono anche i 6,6 milioni circa messi a
diposizione dei Comandanti delle varie missioni (e in larga parte
assegnati a ISAF) per interventi urgenti a favore delle popolazioni
locali. Di grande importanza infine è anche lo stanziamento di 10
milioni per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell’Agenzia
Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) a protezione del personale delle
Forze Armate in tali missioni.
Il totale dei fondi quindi disponibili per l’insieme delle attività più
propriamente militari è pari a circa 846 milioni di euro.
Ricordato come in questa parte del provvedimento siano riportati anche
gli stanziamenti per varie missioni civili (della Guardia di Finanza e
della Polizia di Stato, per un totale di 11,4 milioni), non si può non
tralasciare anche quanto disposto in termini di cessione di materiale ad
altri Paesi; tra questi spiccano sicuramente i 3 blindati leggeri e i 10
semoventi M109 L per Gibuti nonchè i (ben) 500 veicoli per la fanteria
M113 destinati alla Repubblica Islamica del Pakistan.

I restanti 80 milioni circa sono invece destinati al Capo II, quello che
comprende interventi prevalentemente svolti dal Ministero degli Affari
Esteri per iniziative di cooperazione, sviluppo, ricostruzione e
stabilizzazione svolte in ambito nazionale e/o multilaterale; non
mancano tuttavia interventi a favore di settori specifici come il
rafforzamento delle misure di sicurezza attiva, passiva nonché
informatica delle sedi diplomatico-consolari situate in aree ad alta
conflittualità (e di varie altre sedi istituzionali all’estero), così
come finanziamenti per la partecipazione italiana alle iniziative
PESC-PSDC in ambito UE e per la ristrutturazione del Quartiere Generale
del Consiglio Atlantico a Bruxelles. Sebbene poi il D.L. non specifichi
il quantitativo di militari che saranno impiegati mediamente nel 2013,
si può facilmente immaginare che questo anno segnerà un ulteriore calo
della presenza italiana all’estero. Fatte salve eventuali (e al momento
imprevedibili) contingenze, si dovrebbe assistere dunque a una riduzione
dei valori registrati nell’ultimo biennio e pari a 6.500÷6.600 uomini;
un disimpegno anche comprensibile vista l’attuale congiuntura economica
ma sul quale sarebbe preferibile non “adagiarsi”. L’attuale contesto
geo-politico e un livello di instabilità particolarmente elevato,
potrebbero infatti costringerci a rivedere questa tendenza; soprattutto
rispetto a un bacino come quello del Mediterraneo che continua a essere
punto di origine di non poche turbolenze o, più in generale, di un
continente come quello Africano (si pensi ad aree come quelle del Sahel
o del Corno d’Africa) quale possibile fonte di contagio in termini di
minacce alla sicurezza collettiva.


http://www.analisidifesa.it/2012/12/bilancio-2013-e-riforma-dello-strumento-militare-qualcosa-sta-cambiando/