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La Difesa dopo il Consiglio Supremo: tagli subito, Europa domani
- Subject: La Difesa dopo il Consiglio Supremo: tagli subito, Europa domani
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Thu, 9 Feb 2012 19:31:24 +0100 (CET)
«Rimodulare» i programmi di investimento maggiori e definire la «riorganizzazione generale dello strumento militare», con un occhio ad una futura integrazione europea. Non c’è molto di più nel cauto comunicato diffuso dal Quirinale dopo la riunione del primo Consiglio Supremo di Difesa dell’era Monti. Solo la data della prossima convocazione - fissata al 20 giugno, in anticipo rispetto alla cadenza semestrale - suggerisce l’urgenza delle questioni sul tavolo sotto la duplice spinta dell’instabilità del Mediterraneo e del Medio Oriente (alle porte di casa, insomma) e della crisi finanziaria mondiale. Da un lato la partecipazione italiana alle missioni internazionali «per la sicurezza e la stabilizzazione» (sottolineata, si presume, dal ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata come strumento di diplomazia), con il corollario della necessità di «qualificare ulteriormente i contributi garantiti alle missioni internazionali, in modo da accrescerne l’efficacia» (posizione nella quale sembra di udire la voce del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola). Dall’altro la necessità di contenere le spese che caratterizza l’azione di Mario Monti (presente come presidente del Consiglio, ma inconsciamente più vicino alla prospettiva del ministero delle Finanze portata dal suo vice Vittorio Grilli) e l’approdo europeo che Monti condivide con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un’equazione difficile da risolvere, innanzi tutto per le dimensioni politiche e di sovranità nazionale che trascendono i compiti e la prevedibile durata di un governo "tecnico". In attesa di «un’innovativa iniziativa italiana in tale settore», i problemi sono quelli che si cerca di affrontare da almeno dieci anni: eliminare ridondanze e inefficienze e correggere «con ogni possibile urgenza» lo sbilanciamento delle componenti strutturali di spesa penalizzando soprattutto esercizio (che oggi assorbe solo il 10%) e investimento (24%) a danno del personale (65%). Dietro il burocratese tutti hanno visto la necessità di passare dal "modello 190.000" a numeri più sostenibili, soprattutto tramite la riduzione dei sottufficiali più anziani (i "marescialli con la panza", secondo la colorita espressione in voga qualche anno fa), costosi e di più difficile impiego operativo. Per quanto riguarda la componente tecnologica - l’unica la cui spesa sembra interessare alla stampa generalista - la notizia ufficiale si limita a citare le rimodulazioni e la necessità di finalizzare «la strategia, la struttura e i mezzi agli specifici compiti di prevenzione e di contrasto delle minacce emergenti e incrementandone l’efficacia complessiva rispetto alle crisi con le quali il nostro Paese potrebbe realisticamente doversi confrontare.» Una frase ardua da decifrare, dietro la quale si potrebbe intravedere persino un depotenziamento complessivo fino al livello di forze di sicurezza e polizia non troppo dissimile dalle MSU dei Carabinieri, apprezzatissime ma di limitata applicabilità in uno scenario come la recente Unified Protector sulla Libia. Le agenzie, intanto, hanno tradotto il messaggio strategico in termini puramente numerici, parlando per l’ennesima volta della dismissione di caserme e siti ma anche anticipando la riduzione del numero dei caccia F-35, elicotteri NH-90 e sommergibili U-212. Quirinale: riunito il Consiglio supremo di Difesa. Il comunicato Roma, 8 feb. - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha presieduto oggi, al Palazzo del Quirinale, una riunione del Consiglio supremo di difesa. Alla riunione hanno partecipato: il presidente del Consiglio dei ministri, sen. Mario Monti; il ministro per gli Affari esteri, amb. Giulio Terzi di Sant'Agata; il ministro per l'Interno, dott.ssa Annamaria Cancellieri; il vice ministro per l'Economia e le finanze, prof. Vittorio Grilli; il ministro per la Difesa, amm. Giampaolo Di Paola; il ministro per lo Sviluppo economico, dott. Corrado Passera; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate. Hanno altresì presenziato alla riunione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dott. Antonio Catricalà; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, cons. Donato Marra; il Segretario del Consiglio supremo di difesa, gen. Rolando Mosca Moschini. Sono stati esaminati, prosegue una nota del Quirinale, i teatri di crisi e le linee evolutive della situazione internazionale, con particolare attenzione ai prevedibili sbocchi dei grandi rivolgimenti sociali e istituzionali che stanno interessando aree anche di immediato interesse per l'Europa e il nostro Paese e ai possibili effetti della difficile congiuntura economico-finanziaria globale. Ferme restando la rilevanza dell'impegno italiano per la sicurezza e la stabilizzazione e, in tale quadro, la validità dei compiti attualmente assolti dalle Forze Armate, è stata confermata la necessità di proseguire nel processo già in corso volto a qualificare ulteriormente i contributi garantiti alle missioni internazionali, in modo da accrescerne l'efficacia, contenendone, nel contempo, gli oneri. Il Consiglio, si legge ancora nella nota del Quirinale, ha poi concordato sulla necessità di avviare, in tempi contenuti, la razionalizzazione del sistema Difesa, al fine di eliminare ridondanze e inefficienze e correggere con ogni possibile urgenza l'attuale sbilanciamento delle componenti strutturali di spesa, che penalizza fortemente i settori dell'esercizio e dell'ammodernamento. In questa fase, durante la quale dovranno comunque essere garantite le capacità umane e tecnico-militari necessarie ad assolvere i prioritari compiti nelle missioni internazionali, potrà essere necessario rimodulare, laddove consentito dalla possibilità e dalla convenienza economica di mantenere in servizio i mezzi esistenti, alcuni significativi programmi di investimento. Nel contempo, sulla base di un meditato approfondimento, si potrà procedere alla definizione dei lineamenti per la riorganizzazione generale dello strumento militare, da avviare comunque in tempi ravvicinati, per adeguarlo allo scenario odierno e prevedibile nel futuro, finalizzandone la strategia, la struttura e i mezzi agli specifici compiti di prevenzione e di contrasto delle minacce emergenti e incrementandone l'efficacia complessiva rispetto alle crisi con le quali il nostro Paese potrebbe realisticamente doversi confrontare. In tale prospettiva, il Consiglio guarda alla progressiva integrazione multinazionale delle Forze Armate nell'ambito europeo della Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC) come ad un passaggio ormai ineludibile nel processo di riorganizzazione e di potenziamento delle capacità di intervento del nostro strumento militare. Un'innovativa iniziativa italiana in tale settore, conclude la nota, potrebbe inoltre concorrere al consolidamento della coesione politica europea e dare impulso al processo di integrazione economica e istituzionale dell'Unione, che sempre più si rivela di importanza davvero fondamentale per il futuro del nostro Paese. La prossima riunione del Consiglio supremo di difesa è stata fissata per il giorno 20 giugno 2012.
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