La campagna contro l'F-35: perché non sia una occasione mancata



In questi giorni si sta svolgendo una grande battaglia fra il movimento pacifista e il Ministero della Difesa circa la partecipazione italiana al programma F-35.

Impedire la preparazione di una nuova guerra e la ricerca e sviluppo di nuovi sistemi d'arma dovrebbe essere il compito di un movimento per la pace e per il disarmo, ma siamo sicuri che il dibattito contro il nuovo caccia americano va in questa direzione?

L'evoluzione degli armamenti e delle guerre è tale per cui il movimento dovrebbe comprendere che ogni sistema d'arma sublima in sé il grado di sviluppo delle forze produttive e il grado di accumulazione del capitale. Questo grado di accumulazione trova rispondenza nell'articolazione statale, la struttura repressiva dello Stato non è estranea a rapporti con la fabbrica, anzi ne rispecchia il modello.
Ma allora al movimento pacifista basta sostituire un sistema d'arma con un altro?

I droni di guerra (UAS e UCAS veicoli da combattimento senza pilota / aerei senza pilota) sono diventati una tendenza inarrestabile delle Forze Armate non solo degli Stati Uniti, rappresentano cioè il trend principale del sistema guerrafondaio e militarista.
http://www.wired.com/dangerroom/2012/01/drone-report/

Sono delle spie che sorvolano un territorio annullando qualsiasi concetto di sovranità e legittimità, compiono atti di ostilità contro uno Stato e sono l'espressione della convergenza tra militari, intelligence e una non precisata sicurezza civile. (usati nelle manifestazioni contro i lavoratori, nelle frontiere contro i migranti, per sostenere la polizia durante gli sgomberi, ecc.).
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/england/merseyside/6676809.stm
https://www.eff.org/issues/foia

Ma allora perché non denunciare la capacità delle lobby degli armamenti di legare processi economici e analisi politica per dirottarla finalmente sia sul fronte del disarmo, sia su quello della riconversione dell'economia?

Non convince, anzi è grave, la posizione dei sindacati che pure si dicono "amici" nella campagna contro gli F-35. Dopo aver auspicato l'acquisto da parte del Governo dei cacciabombardieri Jsf http://www.pieralevimontalcini.it/CittAgor%C3%A0stampa/2009/2009/CittAgor%C3%A0%2020091204.htm

oggi si tirano pudicamente indietro non per rilanciare un altro sviluppo industriale, ma per rilanciare programmi militari ritenuti più efficienti e per sostenere redditizie convergenze industriali con altri paesi.

FINMECCANICA: FIM-CISL, BASTA ANNUNCI E RINVII, RILANCIARE GRUPPO Intravedere oggi nell’Ucav europeo la prospettiva sconta due difficoltà: l’asse franco-inglese ridimensiona le prospettive europee di questo programma. Le proteste epistolari del Governo non ne ristabiliscono le credibilità. Il programma del JSF non può essere considerato l'erede dell'Eurofighter non solo perché si passa da produttori a subfornitori ma anche perché la redditività attesa da fornitori, si avvicina a quella del settore civile piuttosto che quella in passato più cospicua del militare.
http://www.agenparl.it/articoli/news/economia/20110512-finmeccanica-fim-cisl-basta-annunci-e-rinvii-rilanciare-gruppo/stampa

FINMECCANICA: comunicato sindacale Fiom
In Alenia Aeronautica abbiamo appena sottoscritto un accordo complicato per il rilancio del settore e adesso si sta riaprendo la discussione sull’opportunità di mantenere la partecipazione al programma F35. La Fiom ha sempre ritenuto un errore l’acquisizione di questi aerei, perché costosi ed inutili per la difesa del nostro paese. Noi crediamo che invece l’Italia dovrebbe investire e sviluppare i prodotti nazionali che sono comunque all’avanguardia a livello mondiale, oltre che puntare su un velivolo civile proprietario. Questa situazione rischia di produrre come risultato che non c’è né l’uno né l’altro, se il Governo non chiarisce la situazione e conferma i finanziamenti per il futuro.
http://www.fiom.cgil.it/finmeccanica/f_comdoc/c_12_01_13-finmeccanica.pdf

http://www.peacelink.it/disarmo/a/35398.html