Il dubbio c’è sempre stato ma
ora un rapporto lo conferma: a Fallujah, in Iraq, dopo la battaglia
dell’autunno del 2004, il numero di bambini nati con malformazioni è in
continuo aumento. È quanto riporta uno studio pubblicato
dall’International Journal of Environmental Research and Public Health.
La ricerca dal titolo Four
Polygamous Families with Congenital Birth Defects from Fallujah, Iraq
documenta che il tasso delle malformazioni -cardiache, scheletriche e
al sistema nervoso- è in graduale aumento ed ora è quasi undici volte
superiore alla norma, raggiungendo così livelli record nei primi sei
mesi del 2010. “Da circa sei anni -racconta ad Ae Paola Manduca,
genetista dell’Università degli studi di Genova e portavoce del New
Weapons Research Group- si è notato un graduale aumento di malattie che
coinvolgono qualsiasi parte dell’organismo; son presenti molti più casi
di labbro e palato fesso (labbro leporino), di polidattilia (dita delle
mani e dei piedi in numero superiore), di anomalie nello sviluppo
sistema nervoso ed ematico, di anencefalia (la parte superiore di
cranio e cervello del feto non si sviluppa)”.
Fallujah, che si trova nella provincia di al-Anbar (circa un terzo
dell’Iraq, con capitale Ramadi), ad una settantina di chilometri ad
Ovest di Baghdad, nell’Aprile e nel Novembre 2004 è stato teatro di
guerra tra l’esercito statunitense e gli insurgents. Questa città, con
i suoi 350.000 abitanti (600.000 contando le periferie) durante la
guerra in Iraq, è risultata essere l’area più ferocemente ostile
all’occupazione americana. I mediatori locali -esponenti religiosi,
leader tribali e organizzazioni professionali- insistevano col
garantire la sicurezza in città a patto che i soldati americani ne
restassero fuori. Tra alti e bassi, si riuscì a mantenere un certo
equilibrio, fino a quando, il 31 marzo, Fallujah divenne famosa per il
massacro di quattro soldati americani. Pochi giorni dopo cominciò la
Battaglia di Fallujah conclusasi definitivamente a novembre. Si tratta
di una delle battaglie più imponenti, sanguinose e misteriose che ha
avuto luogo durante la guerra irachena. Nell’autunno 2004 ci sono stati
dieci giorni di assedio continuo che hanno portato alla distruzione
dell’intera città.
In pochi fino ad ora avevano avuto il coraggio di mettere in relazione
la Battaglia di Fallujah con il fenomeno delle malformazioni. Ma la
questione in realtà non è nuova. In passato, due ricerche, riportate
dal Guardian prima (http://www.guardian.co.uk/world/2009/nov/13/falluja-children-birth-defects)
e dalla Bbc poi (http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/8548707.stm),
avevano
già dimostrato come a Falluja le nascite di bambine fossero
improvvisamente aumentate rispetto a quella dei maschi e che il numero
di tumori e leucemie, da quel momento, fosse quadruplicato.
L’ italiana Paola Manduca, Samira Alaani (medico presso il Fallujah
General Hospital), Mozhgan Savabieasfahani (tossicologo ambientale) e
Mohammad Tafash (docente presso Medical College della Al-Anbar
University), sostenuti dal gruppo di ricerca di New Weapons Research
Group (una commissione indipendente di scienziati ed esperti basata in
Italia che studia l'impiego delle armi non convenzionali per
investigare i loro effetti di medio periodo sui residenti delle aree in
cui vengono utilizzate) hanno invece preso in analisi i parti avvenuti
all’ospedale pubblico della città fra maggio e agosto del 2010,
focalizzandosi su 55 casi.
È stato riscontrato che soltanto durante il mese di maggio tra i 547
bambini nati, una sessantina (15%) erano deformi. Nello stesso periodo
si è avuto l'11% di parti prematuri (con una gestazione minore di 30
settimane) e il 14% di aborti spontanei.
Inoltre alcuni casi documentati nella ricerca raccontano una verità
difficile da fraintendere, che vede ripetersi, nella stessa famiglia,
casi diversi di malformazioni. Lampante è l’esempio di madre e figlia
che, dopo il 2004, hanno partorito entrambe bambini malformati. Il
padre di uno dei due piccoli ha un'altra moglie con cui ha avuto un
figlio, anche lui con difetti alla nascita.
Per quanto riguarda le cause di questo fenomeno, gli studiosi rimangono
un po’ sul vago.
Nel rapporto gli scienziati parlano genericamente di metalli,
utilizzati per le moderne munizioni, come possibili responsabili delle
malformazioni. “Sospettiamo che la popolazione sia di continuo esposta
a un particolare agente ambientale -ha spiegato al quotidiano inglese
Guardian Mozhgan Savabieasfahani, tossicologo ambientale- non sappiamo
ancora quale sia, ma stiamo facendo ulteriori test per appurarlo".
Infatti, benché non si sia fatto uso di armi nucleari “classiche”, la
popolazione ha comunque subito una contaminazione dal momento che “le
armi -racconta la Manduca- negli ultimi anni hanno subito un
ammordernamento, divenendo augmented weapons. Sono state introdotte
nelle munizioni, cioè, polveri di metalli che hanno la caratteristica
di esplodere più velocemente ma che allo stesso tempo si possono
accumulare nell’ambiente circostante all’esplosione. Queste polveri
risultano molto difficili da eliminare. E di conseguenza i metalli
possono essere facilmente assorbiti dal corpo umano, a causa della
diffusione nel terreno, per inalazione, per contatto diretto, per
assunzione di acqua o verdure contaminate.”
“Il nostro studio -continua Paola Manduca- indica in maniera evidente
una presenza anomala di elementi tossici nel terreno che, con il tempo,
sta provocando il graduale aumento delle malformazioni e degli aborti
spontanei. Occorre intervenire subito per limitare le conseguenze della
contaminazione su persone, animali, e colture. Noi stiamo continuando
le nostre ricerche, ma auspichiamo che qualche altra organizzazione,
sensibile a queste tematiche, approfondisca il problema: prenda in
considerazione gli effetti sull’ambiente provocati dall'uso di queste
armi e le ricadute sulla popolazione nel tempo”.