luogo comune superficiale che denota la non volontà di guardare la verità, capisco, la Verità impone id assumersi responsabilità, e così è la guerra israelo-araba nacque per questioni di natura prettamente politico-economica, convenienze e monopoli locali e esterni (America, Paesi arabi, Europa, Russia, Asia ecc.) come un gioco a scacchi con varie pedine, e fa comodo mantenere una situazione di non stabilità per poter dettare le leggi di mercato la patina falsa "religiosa" venne gettata molto molto dopo per comodità di fazioni politiche e clan familiari dei relativi poteri, strategico per manipolare povere diseredate masse e vantarsi di autodeterminanti giustificazioni super partes che di fatto non esistono come non esistono guerre di religione, esistono solo guerre di uomini per scopi peculiarmente
umani FINIAMOLA DI RACCONTARE STORIE DI BAR e con serietà agiamo i bla bla bla han nauseato il mondo intero e non concludono alcun che
con gratitudine t. --- Lun 13/12/10, Lino Cadoni <cadonilino at yahoo.it> ha scritto: Da: Lino Cadoni <cadonilino at yahoo.it> Oggetto: Re: Le cause nascoste del primo conflitto mondiale: una guerra creata per fare arricchire i costruttori ed i mercanti di armi A: disarmo at peacelink.it Data: Lunedì 13 dicembre 2010, 21:24
Interessante questo documento e lo salverò, osservo una cosa che forse ai tempi descritti le volontà erano di carattere
economico, privato e di egemonia politica e territoriale, ma questa della Palestina fin dal suo sorgere c'è un motivo religioso con una frangia cristiana americana che olea molto bene gli attori come è successo nella prima guerra mondiale, il fine ultimo è quello che gli ebrei estinguano il popola arabo esistente, e successivamente loro saranno estinti per far posto a questa nuova chiesa santa bianca e teocratica. è chiaro che il lavoro degli armamenti sarà sempre appoggiato dai governi e i vari presidenti Obama incluso dovrà obbedire alle varie potenze economiche filo israeliane in gran parte esistenti in america.
Da: corrado penna - fisico <scienza.marcia at katamail.com> A: disarmo at peacelink.it Inviato: Lun 13 dicembre 2010, 17:57:21 Oggetto: Le cause nascoste del primo conflitto mondiale: una guerra creata per fare arricchire i costruttori ed i mercanti di armi
Dal saggio di JEAN PIERRE
FLECHARD, “La grande guerra: 11.500 morti e 13.00 feriti al giorno per tre anni
e mezzo” pubblicato su il “Il libro nero del capitalismo” ed est, pagg
125-130
Un consiglio vivissimo, leggete/comprate questo
libro
Un santuario del capitale internazionale: il bacino
Briey-Thionville
I mercanti di cannoni, i più importanti dei quali erano
Schneider in Francia e Krupp in Germania, erano strettamente uniti ma sorta di
trust internazionale il cui scopo era quello di accrescere l'immenso patrimonio
dei propri membri aumentando la produzione bellica, da entrambe le parti della
frontiera. Per arrivare a questo, disponevano di potenti mezzi per seminare il
panico fra le popolazioni dei due paesi, allo scopo di persuadere ciascuna che
l’altra aveva un solo fine: attaccarla. Numerosi giornalisti e parlamentari
venivano da loro retribuiti profumatamente per assolvere questo compito.
D’altronde, un importante fabbricante francese di munizioni, De Wendel, che era
anche deputato, aveva per cugino un altro fabbricante tedesco di munizioni, Von
Wendel, che sedeva al Reichstag. Erano nella posizione migliore, in ciascun
paese, per salvarsi la coscienza facendo udire le loro patriottiche grida di
allarme.
Tutta questa graziosa gente - mercanti di cannoni giornalisti,
parlamentari - riuscì agevolmente a lanciare i due popoli in una folle corsa
agli armamenti che non doveva fermarsi più fino alla guerra. I loro
rispettivi capi di stato, lungi dal frenarli li incoraggiavano. E più degli
altri il presidente francese Raymond Poincaré, lorenese, cresciuto con l’idea
della rivincita e pronto a qualsiasi menzogna, a qualsiasi prezzo pur di
riconquistare l’Alsazia e la Lorena.
Per questi differenti motivi i soldati
francesi e tedeschi andarono a scannarsi l'un l'altro. Avevano insegnato loro ad
odiarsi, mentre i fabbricanti di munizioni e gli stati maggiori, fraternamente
uniti, seguivano con soddisfazione nelle retrovie lo svolgimento del dramma che
avevano innescato congiuntamente Per ben approfondire questo inganno mostrare
che il patriottismo e la difesa del territorio non sono altro che parole vuote e
che servono a coprire i più abominevoli intrallazzi, conviene raccontare la
storia del bacino di Briey-Thionville poiché è caratteristica, sintomatica e, da
sola, dovrebbe ispirare nei popoli il disgusto per la
guerra.
Le
miniere di ferro di Briey-Thionville si trovavano a cavallo delle frontiere del
Lussemburgo, della Francia e della Germania. Ne era proprietaria la famiglia
franco-tedesca De/Won Wendel.
Questo bacino era d’una importanza
capitale per lo svolgimento della guerra. Engerand, in un discorso pronunciato
alla camera dei deputati dopo il confiltto, il 31 gennaio 1919, dirà: “Nel 1914
la sola regione di Briey forniva il 90% di tutta la nostra produzione di
minerale di ferro.”
Poincaré stesso aveva scritto: “L’occupazione del bacino di
Briey-Thionville da parte dei Tedeschi sarebbe un autentico disastro dal momento
che metterebbe nelle loro mani incomparabili ricchezze metallurgiche e minerarie
la cui utilità può essere enorme per chi, fra i belligeranti, le
controllerà”.
Accadde però un fatto straordinario: fin dal 6 agosto 1914, il
bacino venne occupato dai tedeschi senza alcuna
resistenza.
Più straordinario ancora: Verreaux, il generale di divisione
incaricato della difesa di questa regione, rivelò in seguito che la sua consegna
(contenuta in una busta da aprire in caso di mobilitazione) gli prescriveva
formalmente di abbandonare Briey-Thionville senza
combattere.
La verità, conosciuta molto tempo dopo, er ala seguente: dei
fabbricanti francesi di armi per lasciare il bacino in mano ai tedeschi affinché
la guerra si prolungasse ( i tedeschi non avrebbero potuto continuarla senza il
minerale di ferro) e gli utili dei commercianti di cannoni si
accrescessero.
Evviva la legittima difesa in nome della quale ci si sbudellò a
vicenda un po’ dappertutto sui campi di battaglia!
Ma questa storia - tanto edificante -
non è finita. Per tutto il conflitto non ci fu una sola offensiva francese
contro Briey-Thionville! Ciò, tuttavia, non succedeva per mancanza di
avvertimenti.
In piena guerra, il direttore delle miniere inviò la seguente nota
al senatore Bérenger: “Se la regione di Briey-Thionville venisse occupata dalle
nostre truppe, la Germania sarebbe ridotta a circa 7 milioni di tonnellate di
minerali poveri che ricava dalla Prussia e da diversi altri stati: si
fermerebbero tutte le sue produzioni. Sembra quindi che si possa affermare che
l’occupazione della regione di Thionville metterebbe immediatamente fine alla
guerra, perché priverebbe la Germania della quasi totalità del metallo che le è
necessario per i suoi armamenti.”
Lo stato maggiore francese e il
presidente della repubblica furono ampiamente avvertiti di questi fatti. Interi
dossier su questa faccenda vennero anche forniti a Poincaré dal deputato
Engerand. Poincaré rifiutò d’intervenire. Lo stato maggiore rifiutò ogni
offensiva contro Briey.
In mancanza di un’offensiva, di una riconquista del territorio, si
sarebbero potuto bombardare Briey per rendere inutilizzabili gli impianti.
Invece vi furono accordi segreti tra lo stato maggiore francese e quello tedesco
affinché i treni pieni di minerali diretti verso la Germania non fossero
bombardati in nessun caso. Incidentalmente diciamo che, beninteso, quegli
stessi stati maggiori avevano ugualmente deciso di non distruggere i loro
rispettivi quartieri generali. Queste due bande di gangster erano
“leali”. Ciò non ostante alcuni aviatori francesi disobbedirono agli ordini e
lanciarono qualche bomba sugli impianti di Briey-Thionville. Vennero severamente
puniti.
Secondo Galtier-Boissière: “Per non ledere potentissimi interessi
privati re per evitare di infranger egli accordi segreti conclusi fra gli
industriali metallurgici francesi e tedeschi , si sono sacrificate in imprese
militari inefficaci centinai di migliaia di vite umane, salvo che in un punto,
Briey-Thionville, dal quale per quattro anni la Germania in tutta tranquillità
ha tratto i mezzi per continuare la lotta.”
Ma la famiglia franco-tedesca
De/Won Wendel ne ricavava grandi profitti! Questo non è che un esempio, fra
molti, della collusione dei fabbricanti di armi e dei governi dei paesi in
guerra
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