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Il governo Usa ha deciso di ...
- Subject: Il governo Usa ha deciso di ...
- From: rossana <rossana at comodinoposta.org>
- Date: Tue, 07 Oct 2008 21:34:33 +0200
Il ministero della Difesa Usa affiderà un appalto da circa 300 milioni di dollari in tre anni a quattro società private statunitensi per andare in Iraq a produrre programmi di intrattenimento, pubblicità per i servizi pubblici e sceneggiature per i media del paese. L’obiettivo dell’amministrazione Usa è quello di convincere la popolazione irachena a stare dalla parte degli alleati e del governo di Baghdad, promuovendo quelle che al Pentagono chiamano “operazioni di psicologia e informazione”. Fino a oggi queste iniziative erano gestite esclusivamente dal Pentagono, che con i suoi esperti in uniforme aveva lanciato una vera e propria “guerra di idee” puntando al controllo dell’informazione nel paese.
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/10/02/AR2008100204223.html?hpid=topnewsGli Stati Uniti come la Romania. Il governo Usa ha deciso di investire circa 300 milioni di dollari distribuiti nel prossimo triennio per una campagna di "promozione" dell'immagine dell'America e a «impegnare e ispirare» la popolazione locale a sostenere gli obiettivi statunitensi e del governo di Baghdad. Infatti, questa insolita operazione di marketing mediatico ha come destinatari gli iracheni "bombardati" in maniera crescente dalla propaganda truculenta di Al Qaida.
Il Pentagono si affida quindi a spot su televisione e radio, articoli e anche programmi d'intrattenimento per dare di sè una fotografia positiva e allontani i cittadini iracheni dalle lusinghe del nemico.
Non siamo ancora al "Romania, piacere di conoscerti" che fa da filo conduttore alla campagna di informazione voluta dal governo di Bucarest in Italia, ma i meccanismi psicologici che le due iniziative vogliono mettere in moto sono sostanzialmente identici.
Il paese dell'est tra i più giovani della famiglia dell'Unione europea ha studiato la sua campagna, lanciata a fine settembre, per mostrare agli italiani che i romeni non sono protagonisti negativi della cronaca di tutti i giorni. Obiettivo dichiarato è sconfiggere la percezione che si è andata rafforzando in Italia: romeni sinonimo di illegalità e in genere di comportamenti illegali.
Gli americani in Iraq hanno deciso di fare le cose in grande per vincere le diffidenze di una popolazione che resta lontana dall'idea e ideali di democrazia e, soprattutto consumistici, che si aspettavano dalla Casa Bianca in giù. Per di più, in questo caso gioca anche il fattore Al Qaida, minaccia concreta e quotidiana che depotenzia qualsiasi disegno a lungo respiro di trasformazione della società locale.
Il Washington Post, che ha dedicato all'iniziativa del Dipartimento della Difesa una cover story, parla chiaramente di nuovo tentativo di sfondare nella "guerra psicologica" per conquistare gli iracheni e risolvere la crisi in cui i "big brass", gli alti papaveri, della Difesa si sono cacciati. Una vera e propria "psyop", psychological operation, sulla base delle dottrine applicate dal generale David Petraeus, ex comandante supremo in Iraq, la cui regia è affidata al Pentagono che si servirà di quattro società americane per la realizzazione del progetto. Mpri, Sos International, Leonie Industries e Lincoln Group sono i soggetti prescelti. Una seconda opportunità per il Lincoln Group che nel 2006 fece fiasco con una precedente campagna sulla stampa irachena. I giornali locali dovevano pubblicare articoli preconfezionati negli Stati Uniti dalla forte impronta proamericana. Un mezzo disastro. Questa volta gli ordini sono che essi debbano apparire come frutto dei servizi di consulenza per i mezzi d'informazione. Un outsourcing "trasparente" che non irriti gli iracheni, giornalisti compresi.
E se Bucarest con la sua "operazione psicologica" vuole vincere «la diminuita tolleranza degli italiani nei confronti degli stranieri» come ha spiegato il ministro per il Turismo romeno, Ovidiu Silaghi, per il Pentagono la battaglia è più ambiziosa: «Battere un personaggio che vive in una caverna e che in Iraq ci sta fregando proprio nella comunicazione» ha ribadito il segretario alla Difesa, Robert Gates.
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3927638&Data=2008-10-4&Pagina=ESTERI
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