Un articolo da meditare.
Possibile riconvertire una base senza riconvertire tutto il sistema?
Possibile che non si possa nemmeno immaginare che la base non dovrà
essere di qualche privato, ma della collettività della Maddalena e che
i cittadini stessi ne gestiscano sviluppo e uso?
Possibile che anche nell'immaginario siamo sempre succubi culturalmente
dell'idea di una proprietà privata intangibile?
Possibile che non si possa nemmeno pensare ad un territorio senza il
suo speculatore?
Possibile che si debbano sempre scatenare guerre tra ultimi, che gli
ultimi dimentichino sempre che l'avversario sono i "primi"?
Domande che mi faccio senza tante risposte.
http://www.manifestosardo.org/?p=486#more-486
1 Aprile 2008
Marco Ligas
Nei giorni scorsi i rappresentanti di Legambiente sono stati
contestati a La Maddalena. Volevano festeggiare il ritiro dei militari
americani ma un centinaio di persone ha impedito l’ormeggio
dell’imbarcazione disapprovando l’iniziativa. Fra i manifestanti
c’erano ex dipendenti della base Usa ancora senza lavoro, ma non solo
loro.
È importante capire le cause delle conflittualità che si manifestano a
livello sociale quando lavoratori di intere aziende vengono licenziati
e ci si rende conto che non è facile trovare soluzioni alternative.
Spesso attorno al malessere di chi si ritrova disoccupato vengono
alimentate speculazioni che poco hanno a che vedere con la soluzione
del problema che ha determinato l’inquietudine di chi ha perso il
lavoro. A La Maddalena è in corso un fenomeno di questa natura: troppe
persone hanno scoperto recentemente la solidarietà verso i lavoratori
disoccupati e manifestano perché vengano create nuove occasioni di
lavoro; ma questa solidarietà viene espressa in modo ridondante
attraverso una sola indicazione, con la richiesta di interventi
pubblici, preferibilmente tramite la costruzione di strutture
alberghiere. Naturalmente queste rivendicazioni non possono non creare
sospetti e far pensare che vengano sollecitate per conto terzi, tanto
più che i terzi ci sono e aspettano con impazienza il beneplacito per
avviare i lavori. Il prossimo incontro dei G8 è l’occasione più
propizia perché venga realizzato questo disegno. Man mano che passano
le settimane cresce l’ammontare della spesa pubblica prevista per la
realizzazione delle strutture ritenute necessarie per lo svolgimento
della riunione dei G8. Così, mentre gli speculatori edili sono pronti
ad avviare le grandi opere, i rappresentanti delle istituzioni, del
governo e della giunta regionale, sono altrettanto soddisfatti perché
potranno esibire i risultati del loro impegno che produrrà, così
dicono, nuova occupazione e nuovo sviluppo con la crescita della
domanda, anche se a discapito della tutela del paesaggio.
Eppure, al momento del suo insediamento, la Giunta Regionale aveva
ipotizzato uno sviluppo dell’isola che avrebbe messo da parte la
filosofia delle monoculture e avviato un piano più armonico, capace di
essere indipendente rispetto ai soggetti esterni e al tempo stesso
rispettoso dei beni comuni, troppo spesso aggrediti da iniziative
speculative e invasive. Siamo invece lontani da questa ipotesi, le
strutture alberghiere, al contrario, continuano ad essere il perno
degli interventi turistici e il turismo il settore principale scelto
come opportunità per affrontare i problemi della disoccupazione. Non
esiste più, nei progetti della Giunta e del suo Presidente, l’idea di
un’economia alternativa che eviti uno sviluppo precario e dipendente.
Questa scelta viene portata avanti nonostante nell’arcipelago
maddalenino siano presenti strutture che possono essere restaurate
senza incrementare le cubature e perciò senza alterare un paesaggio che
è fra i più belli del Mediterraneo. Non ha importanza che i nuovi
progetti siano estranei ai luoghi dove vengono imposti, l’esigenza
fondamentale è quella del cambiamento: cambiare anche in modo
tumultuoso perché questa è la direttrice delle nuove relazioni
economiche e sociali. Naturalmente non ci si chiede chi gestirà gli
alberghi una volta che i G8 avranno finito i loro lavori, che lavoro
faranno coloro che costruiranno gli alberghi, quale percentuale della
popolazione sarda potrà usufruirne e quale impatto ambientale queste
strutture avranno sugli equilibri dell’Arcipelago. In questi giorni,
come completamento dei progetti in corso, è arrivata la decisione di
Romano Prodi di apporre il segreto di Stato sugli appalti relativi ai
lavori per l’Arsenale e l’ospedale militare. L’esigenza della
riservatezza e del segreto militare permetterà così di lavorare senza
gli adeguati controlli e l’osservanza dei vincoli paesaggistici
previsti dalle stesse disposizioni comunitarie e nazionali. Il rispetto
della legalità diventa così un optional: la presenza di capi di stato
così importanti consente queste licenze!
Nei mesi scorsi, appena è stata ufficializzata la decisione di tenere
il G8 a La Maddalena, abbiamo detto che questi capi di governo si
incontrano per perpetuare le differenze economiche e culturali
esistenti tra i vari paesi e tra le classi sociali; realizzano questi
obiettivi sia con la pratica delle guerre sia attraverso la
dilapidazione delle risorse del pianeta. Non ci sembra che nel
frattempo siano cambiati i loro atteggiamenti. Basta vedere come è
stato ricordato il quinto anniversario dell’inizio della guerra in
Irak. Sono stati commemorati i morti americani (4000, è stato detto);
ben pochi però si sono ricordati che quelli irakeni sono 700.000 o
forse un milione. Per questi governanti il valore della vita cambia in
base alla nazionalità delle persone; così come sono ritenuti diversi i
diritti degli individui alla libera circolazione. Perciò ribadiamo che
i convegni di questi rappresentanti di Stato sono spettacoli arroganti
e dispendiosi. Non sono utili da nessuna parte e tanto meno in
Sardegna. Noi non abbiamo bisogno di esibirci, specie in queste
circostanze, per conquistarci una visibilità e farci conoscere dal
mondo intero.
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