Le armi nucleari in un mondo che cambia



Le Scienze, gennaio 2008, n.473
Alcune nazioni stanno cambiando i loro arsenali nucleari, spingendo gli Stati Uniti a rinnovare le proprie testate. Ma se Washington approvasse il piano contribuirebbe a sua volta a innescare una nuova corsa al riarmo

Il lancio di una bomba nucleare provocherebbe un numero inaudito di morti e feriti. Ma la società tende a dimenticare. Sono passati più di sessant'anni da quando gli Stati Uniti sganciarono due terribili bombe sul Giappone, e oltre 15 anni dalla fine della Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l'ex Unione Sovietica, e l'impegno della Casa Bianca nell'evitare un conflitto nucleare potrebbe vacillare. La probabilità di uno scontro totale tra Stati Uniti e Russia si è notevolmente ridotta, ma non è svanita del tutto. Di recente, i timori di nuovi confronti nucleari sono aumentati. I rapporti dei servizi segreti indicano che la Cina sta puntando un numero maggiore dei suoi missili verso il territorio Stati Uniti. L'Iran continua a espandere i suoi impianti per l'arricchimento dell'uranio; Teheran sostiene che sono dedicati esclusivamente alla produzione di energia elettrica, ma sono pochi i governi disposti a crederci. Dal canto suo, l'India sta aumentando la sua capacità di lanciare armi nucleari da terra, dall'aria e dal mare, e lo stesso sta facendo il Pakistan. E benché a settembre la Corea del Nord abbia indicato di voler smantellare i suoi programmi atomici, i negoziatori internazionali non sono ancora convinti, e il paese continua a testare missili a lunga gittata. Il mutamento nel tipo di minaccia nucleare solleva numerosi interrogativi. Chi può colpire chi? Provocando quali danni? In che modo dovrebbero reagire gli Stati Uniti, ammesso che debbano farlo? Le risposte nel dossier di Le Scienze di questo mese.