Ribellione umanista



Partito Umanista
il partito che ci piace
Roma, 12 giugno 2007
RIBELLIONE UMANISTA

Ormai da molto tempo la politica italiana rappresenta uno degli spettacoli meno decorosi che si possano conoscere. Ma negli ultimi tempi siamo costretti ad assistere ad un’indecenza che non ha pari. Il livello si è abbassato in modo vertiginoso e molti italiani, ormai, provano un senso di vergogna e di sgomento.
La speranza che aveva spinto la maggioranza degli elettori a votare il centrosinistra è svanita nel giro di pochi mesi.
A ciò contribuisce una politica economica che non osa - nemmeno teoricamente - discostarsi dai dettami di quella legge di mercato che ha più volte dimostrato la propria inefficacia.
Di conseguenza la politica sociale presenta delle carenze imperdonabili per un governo che conta tra le sue fila ministri che si autoproclamano comunisti. 
Si aggiunge una politica estera assolutamente servile nei confronti del partner americano, la cui attuale amministrazione è la peggiore che gli Stati Uniti abbiano mai avuto, perché è assolutamente guerrafondaia e quindi, proprio per questo, innegabilmente violenta e “fascista”.
L’elenco potrebbe continuare ancora per molto, ma bastano già questi tre elementi per definire, senza alcuna ombra di dubbio, che questo governo è sovrapponibile a quello precedente di centrodestra.
L’opposizione, infatti, non ha sostanziali argomenti politici da contrapporre, ma si sforza di svolgere il suo ruolo aggrappandosi a qualsiasi risultato elettorale a proprio favore per minacciare la spallata.
Niente politica, ma solo lotta per il potere. Questo è lo spettacolo che siamo costretti a sopportare.

Il senso di vergogna tende poi a tradursi in veri e propri conati di vomito:
quando veniamo a sapere dei privilegi che la classe politica ha riservato per sé, come il riconoscimento delle unioni di fatto che però viene negato a tutti gli altri cittadini;
quando assistiamo ad angherie come quella del senatore di AN che, per raggiungere degli studi televisivi, ha costretto un’ambulanza – cioè un mezzo del servizio sanitario - a correre per le vie di Roma bloccate per la manifestazione del 9 giugno;
quando si forza il parlamento a varare una legge che blocchi la pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra esponenti dei DS e alcuni indagati per la scalata di Unipol a Bnl;
quando le forze del cosiddetto ordine aggrediscono alcuni pensionati che, durante la manifestazione del 12 giugno a Roma, volevano fare una simbolica catena umana attorno ai palazzi del potere; quando sappiamo che, mentre un terzo di questi pensionati vive con meno di mille euro al mese e uno su quattro con meno di 500 euro mensili, nel febbraio di questo anno il governo italiano firma un accordo con gli Stati Uniti per una linea di assemblaggio all'aeroporto di Cameri, con l'intenzione di acquistare un centinaio di aerei F 35,  il cui costo è di 100 milioni di euro ognuno.

Appare necessaria l’emergenza di un nuovo riferimento. Il sistema politico attuale ha perso ogni credibilità. Persino le aree che continuano a nascere e svanire con eccessiva disinvoltura e che dovrebbero rappresentare un’alternativa alla sinistra istituzionale ormai persa nei meandri del potere, non riescono più ad accendere la fede nella possibilità di un mondo migliore.
C’è bisogno di un “nuovo umanesimo”, che accenda il fuoco della ribellione ad un destino solo apparentemente ineluttabile.
C’è bisogno di una nuova speranza. C’è bisogno di una ribellione umanista.

Carlo Olivieri – Partito Umanista