No Bush-No War Day



No Bush-No War Day
Contro la guerra permanente di Bush
Contro l’interventismo militare del governo italiano
L'ultimo comunicato delle reti e delle organizzazioni promotrici della manifestazione nazionale del 9 giugno
Si terrà sabato 9 giugno il corteo convocato a Roma da un’
ampia coalizione di reti, associazioni, sindacati di base, centri
sociali forze politiche che hanno promosso il “No Bush-No War Day”. La
manifestazione partirà alle ore 15 da piazza della Repubblica per
arrivare fino a piazza Navona. Si tratta di un primo importante
risultato che consente di affermare il diritto all’agibilità politica
del centro di Roma anche nel giorno della venuta di Bush. Non ci
saranno quindi né “zone rosse” né blindature della città.Sarà una
manifestazione partecipata e popolare, pacifica e determinata,
fortemente unitaria vista la pluralità di forze e di culture che ha
saputo finora raccogliere – già oltre 200 le adesioni - e aperta a ogni
tipo di contributo. Lo si evince dal tipo stesso di piattaforma –
“contro la guerra permanente di Bush e contro l’interventismo militare
del governo Prodi” – che raccoglie quanto seminato dal movimento contro
la guerra degli ultimi anni. Un movimento che si è sempre trovato unito
nel chiedere il ritiro delle truppe italiane dai fronti di guerra, che
ha sempre contrastato l’aumento delle spese militari, che recentemente
si è stretto attorno a Emergency continuando a chiedere la liberazione
di Hanefi. Un movimento solidale con il popolo palestinese e con il suo
diritto alla terra dopo quarant’anni di occupazione israeliana. Un
movimento che contrasta l’avallo italiano allo scudo missilistico USA e
che il 17 febbraio scorso ha manifestato compatto contro la decisione
del governo italiano di autorizzare il raddoppio della base Usa a
Vicenza. Pensare che un movimento che si riconosce contro la guerra
“senza se e senza ma”, possa separare le responsabilità dell’
amministrazione statunitense da quelle del governo del proprio paese,
significa consegnarsi a un’idealità antiguerra in grado di riconoscere
le responsabilità dell’unilateralismo armato ma muto di fronte alla
guerra quando questa diventa multilaterale. Del resto, la stessa,
recente, scelta del parlamento italiano di dare il via libera, senza
nemmeno una votazione, al rafforzamento della missione in Afghanistan
con l’invio di nuovi armamenti offensivi, dimostra la crucialità delle
responsabilità italiane sullo scacchiere della guerra globale.La
piattaforma che indice il corteo del 9 è incentrata su questi temi: per
questo è di per sé unitaria perché parla il linguaggio del movimento.
Per queste ragioni la discuteremo nei prossimi giorni, a livello locale
e nazionale, con chiunque ci si voglia confrontare seriamente e nel
merito. Organizzeremo assemblee, dibattiti, forum e confronti nel
migliore spirito che proviene dall’esperienza dei movimenti di massa di
questi anni e con la convinzione che non ci siano rivendicazioni
immediate più efficaci di queste per rilanciare il movimento contro la
guerra come dimostra anche l’esperienza autorganizzata della Carovana
contro la guerra. Organizzeremo comitati unitari con l’auspicio che
restino sui territori anche dopo il 9 giugno per dare sostanza reale al
movimento e farlo fuoriuscire dal solo coordinamento di soggettività
organizzate. Manifesteremo in tanti, dunque, contro Bush e le politiche
di guerra del governo italiano: invitiamo tutti e tutte a partecipare a
questo corteo; altre polemiche non ci interessano.Altri vogliono
manifestare su una piattaforma diversa che non contempli nessun
riferimento al governo italiano: si tratta di una divergenza che non
può essere nascosta vista la sua rilevanza; una divergenza che si
manifesta negli obiettivi che perseguiamo: il ritiro immediato dall’
Afghanistan, la revoca del Dal Molin, la revoca dello Scudo spaziale,
la revoca degli F35, il taglio delle spese militari a favore di quelle
sociali. Vogliamo infine che sia garantita la piena agibilità politica
a Roma ma anche nella preparazione dei giorni precedenti. Crediamo che
debba essere garantito il diritto a manifestare senza limitazioni già a
partire dalle città da cui si prepara la mobilitazione. Per questo
chiederemo con forza nei prossimi giorni alle Ferrovie italiane, e alle
autorità politiche competenti, di farsene garanti.Nel paese dei
privilegi e dei costi della politica che sia almeno concesso il diritto
di partecipare a una manifestazione nazionale.