Re: Sperando di fare cosa gradita



Caro Giorgio, il numero di "Giano" con il tuo articolo esce oggi. Ancora
grazie. Il prossimo numero è in preparazione, e una tua nuova collaborazione
sarebbe graditissima. Luigi Cortesi

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Giano. Pace ambiente problemi globali
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----- Original Message ----- 
From: "Giorgio Nebbia" <nebbia at quipo.it>
To: <disarmo at peacelink.it>
Sent: Thursday, March 15, 2007 8:41 AM
Subject: Sperando di fare cosa gradita


> Giano, n. 55, 2007
>
>
>
> Un’iniziativa di ex-governanti statunitensi e sovietici per il disarmo
> nucleare totale
>
>
>
> Giorgio Nebbia nebbia at quipo.it
>
>
>
>  Il 4 e il 31 gennaio 2007 sono apparse, sul “Wall Street Journal”, il
> prestigioso quotidiano economico americano, due “lettere” che sostengono
la
> necessità di procedere al più presto al disarmo nucleare totale mondiale.
> Tali lettere non sono firmate da ecologisti o pacifisti, ma da Henry
> Kissinger e altri esponenti statunitensi, sia repubblicani, sia
democratici,
> e da Michail Gorbaciov, ex segretario generale dell’ex-Unione sovietica,
> cioè da persone che hanno coperto alte responsabilità per fare dei
> rispettivi paesi le due più grandi potenze nucleari. L’urgenza dell’
ione --- sollecitata pochi mesi dopo la pubblicazione, nel giugno 2006, del
> rapporto di Hans Blix, “Le armi del terrore”, e poche settimane dopo l’
appello
> lanciato proprio a Roma, nel novembre 2006, dai premi Nobel per la
pace --- 
> è confermata dal fatto che, nel frattempo, il 18 gennaio 2007 l’
associazione
> degli scienziati atomici ha deciso di far passare da sette a cinque minuti
a
> mezzanotte la lancetta dell’”orologio dell’olocausto” nucleare (pubblicato
> nella copertina della loro rivista “The Bulletin of the Atomic
 Scientists”),
> a ulteriore monito dell’avvicinarsi del pericolo planetario.
>
>
>
> Per mezzo secolo la politica internazionale è stata dominata dalla
> contrapposizione fra l’impero statunitense capitalistico e l’impero
> sovietico comunista; l’uno non avrebbe aggredito l’altro sapendo che l’
altro
> possedeva armi nucleari così potenti da cancellare il primo (e l’intera
> umanità) dalla superficie della Terra. Secondo questa filosofia della
> “deterrenza” dal 1945 in avanti Stati Uniti e Unione Sovietica hanno
> costruito, e hanno fatto sapere di possedere, e hanno fatto esplodere, per
> prova, nell’aria e nel sottosuolo, armi nucleari sempre più potenti. E’
> stato “facile”, mobilitando scienziati, industrie e tantissimi soldi,
> arrivare a fabbricare centinaia di bombe nucleari con una potenza
> distruttiva di milioni di tonnellate di tritolo, mille volte più potenti
di
> quella di Hiroshima, capaci di cancellare la vita, non solo umana, dalla
> faccia della Terra.
>
>
>
> Nel dicembre 1989 dall’Unione Sovietica nacque uno stato nuovo, l’attuale
> Russia, un grande impero territoriale e industriale democratico che non
> rappresenta più una minaccia per gli Stati Uniti. Anzi i due imperi,
> americano e russo, hanno affrontato insieme, da alleati, altre sfide
> planetarie come la necessità di assicurarsi stabili rifornimenti di
> petrolio, il sangue che tiene in vita le macchine, le fabbriche, le case;
la
> necessità di far fronte ai mutamenti climatici provocati dall’inquinamento
> atmosferico planetario, di far fronte alla concorrenza dei prodotti
agricoli
> e delle merci industriali provenienti da grandi popolosi paesi come la
Cina
> e l’India, di fare i conti con un terzo impero, quello europeo, il cui
> potere economico e culturale non può essere contrastato con le armi e
tanto
> meno con le bombe atomiche. Gli autori delle lettere pubblicate dal
giornale
> americano --- nelle stesse settimane in cui le lancette dell’ “orologio
dell’olocausto
> nucleare” si sono ancora più avvicinate alla mezzanotte --- dicono a
chiare
> lettere che la filosofia della deterrenza non ha più senso, e che il nuovo
> grande pericolo planetario è rappresentato dal terrorismo.
>
>
>
> Piccoli gruppi, ben determinati da motivi religiosi, da contese
> territoriali, da desiderio di vendetta per qualche vero o presunto torto,
> per la miseria a cui sono costretti, possono, con mezzi relativamente
> modesti ma dagli effetti terribili, paralizzare interi paesi e,
soprattutto,
> possono gettare nella paura, nel “terrore” appunto, gli animi di un
miliardo
> di persone. Si tratta, lo abbiamo ben visto, di gruppi senza volto che non
> si possono fermare lanciando delle bombe atomiche: e del resto contro chi
?
> Al contrario, la presenza e la circolazione di materiali nucleari
> radioattivi militari si prestano ad attentati (o alla tentazione di
> attentati) terroristici ancora più devastanti di quelli finora conosciuti,
> senza rischi di ritorsioni proprio perché il terrorismo non ha un volto e
> una sede.
>
>
>
> La ferma richiesta di un divieto totale e urgente delle armi nucleari è
> motivata anche dall’insuccesso del Trattato di non proliferazione delle
armi
> nucleari (TNP), redatto nel 1968 e firmato e ratificato da quasi tutti i
> paesi, secondo il quale nessuno dovrebbe avere bombe atomiche al di fuori
> delle cinque potenze che ne erano dotate nel 1967: Stati Uniti, Russia,
> Francia, Regno Unito e Cina, che sono poi i cinque vincitori della seconda
> guerra mondiale e che sono anche i membri permanenti, con diritto di veto,
> del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nonostante tale trattato,
> nel corso degli anni Israele, e poi India, Pakistan e Corea del Nord sono
> stati capaci di dotarsi di bombe atomiche; altri paesi sanno di potersene
> procurare o fabbricare una. Chi vuole dotarsi di armi atomiche ha buon
> gioco --- si fa per dire --- sostenendo che le potenze nucleari
 “ufficiali”
> non possono vietare ad altri il possesso di quelle bombe nucleari che esse
> possiedono, a migliaia negli arsenali e centinaia pronte al lancio contro
un
> ipotetico nemico. Il disarmo nucleare totale non è un’utopia, ma anzi è
> espressamente previsto come obbligo internazionale dall’articolo VI del
TNP;
> tale obbligo non è mai stato finora rispettato, sempre con la motivazione
> che il possesso di bombe da parte di alcune poche potenze scoraggia le
> altre. Inoltre la sentenza dell’8 luglio 1996 della Corte Internazionale
di
> Giustizia dell’Aja ha riconosciuto che l’uso e la stessa minaccia dell’uso
> delle armi nucleari sono illegali secondo il diritto internazionale;
“Giano”
> (si veda per esempio il n. 6 del 1994) sostenne tale processo a suo tempo
> con articoli e appelli.
>
>
>
> E’ tecnicamente possibile far cessare la fabbricazione di bombe nucleari e
> smantellare quelle esistenti, come chiedono accoratamente le due ”lettere”
> citate all’inizio ? Si, è possibile. Vari accordi internazionali hanno pur
> portato al divieto della produzione delle armi chimiche, di quelle
> batteriologiche, delle mine antiuomo e imposto l’obbligo della distruzione
> di quelle esistenti. Le procedure per la distruzione delle armi nucleari
> esistenti sono note. La fine delle spese finora fatte per tenere in vita
il
> terrore nucleare, “terrore” anch’esso, libererebbe enormi quantità di
denaro
> che potrebbe finalmente essere investito per sradicare le radici della
> violenza internazionale: l’ignoranza, l’intolleranza, la non conoscenza
> degli altri, la miseria tanto più offensiva quando è confrontata con l’
opulenza
> di una minoranza dei terrestri, lo sfruttamento delle risorse naturali che
> non lascia niente ai paesi in cui tali risorse si trovano, l’inquinamento
> che provoca i mutamenti climatici che allagano e desertificano di più le
> terre dei più poveri.
>
>
>
> Il successo dell’iniziativa per l’eliminazione delle bombe nucleari
richiede
> una grande mobilitazione popolare, una ferma pressione sui governi dei
> paesi, nucleari e non nucleari, perché promuovano e sostengano, alle
Nazioni
> Unite, con coraggio e lungimiranza, tale iniziativa.
>
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