sardegna lòa regione dice No alle esercitazioni a capo teulada




 dall'unita online del 10\1\2007


     Davide Madeddu



Troppi danni alle coste, troppi divieti e vincoli per pescatori agricoltori e turisti, la regione vieta le esercitazioni militari in Sardegna. O meglio dice no, attraverso i suoi rappresentanti, al programma di war games nell’area militare di Capo Teulada.

A dire no a nuovi giochi di guerra nelle coste dell’isola, per la precisione nel poligono di capo Teulada sono stati i rappresentanti della regione nominati nel Comitato misto paritetico per le servitù militari. Davanti al programma che per sei mesi, dalla seconda settimana di gennaio sino al 30 giugno, dovrebbe vedere esercitarsi nelle acque e nelle campagne del poligono di Capo Teulada 15 reggimenti, i sette delegati hanno detto no. «Nessuna esercitazione nelle acque e nel poligono sardo – hanno rimarcato i sette delegati che hanno detto no alle esercitazioni – e i poligoni di Teulada e Capo Frasca devono chiudere».

Una presa di posizione che ripercorre quella assunta da due anni a questa parte dal presidente della regione Renato Soru con l’inconsueto “yankee go home”. La prima presa di posizione cui è seguita la “servitù no grazie”. Non è certo un caso poi che proprio la questione servitù militari sia diventata una delle vertenze che l’amministrazione regionale porta avanti dal suo insediamento. «Le aree militari devono essere bonificate e restituite alle popolazioni che ci vivono – è uno degli argomenti del governatore – la Sardegna ha pagato un prezzo molto alto. Adesso è opportuno che se ne occupi qualche altro».

Posizione rimarcata anche dai sette rappresentanti civili del Comitato paritetico regione-ministero che hanno votato in maniera compatta contro i giochi di guerra. Autorizzazioni che, come ha ricordato anche Tore Mocci, ex sindaco diessino di Teulada (sostenitore delle vertenze dei pescatori contro il poligono) «in passato arrivavano perché non si prendevano con la dovuta considerazione le esigenze delle popolazioni». A manifestare soddisfazione per la presa di posizione della regione i sindacati e i pescatori che, per tutto l’anno devono fare i conti con le interdizioni previste dalle aree militari e con gli indennizzi che non arrivano. I pescatori, così come i rappresentanti civili, che per il momento hanno vinto la prima manche all’interno del comitato aspettano la presa di posizione del ministro della Difesa Parisi per un’eventuale avvio dei giochi di guerra.