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Fwd: Scheda su Sigonella per l'assemblea del 5/11 a Vicenza
- Subject: Fwd: Scheda su Sigonella per l'assemblea del 5/11 a Vicenza
- From: Francesco Iannuzzelli <francesco at peacelink.org>
- Date: Thu, 2 Nov 2006 14:49:34 +0000
- Organization: PeaceLink
---------- Forwarded Message ---------- Subject: [vialebasi] Scheda su Sigonella per l'assemblea del 5/11 a Vicenza Date: Thursday 02 November 2006 14:53 From: "AlfTer" <alfteresa at libero.it> To: vialebasi at liste.comodino.org, bastaguerra at yahoogroups.com SCHEDA SU SIGONELLA per l'assemblea del 5/11 a Vicenza Non esiste struttura militare come quella di Sigonella che assuma in sé tutte le contraddizioni del modello neoliberista che Washington e i suoi più fedeli alleati tentano d'imporre nel mondo. Partenze per guerre sanguinarie, il ricatto degli strumenti di sterminio di massa, militarizzazione del territorio e delle coscienze, violazione dei principi costituzionali, disprezzo per le libertà individuali, sperimentazione di strategie funzionali al nuovo ordine mondiale, sfruttamento intensivo delle risorse, sperpero di ricchezze e capitali, lotta armata alle migrazioni, potenziamento del controllo mafioso e sociale, contribuzione ai processi di distruzione ambientale, cancellazione dei diritti sindacali e precarizzazione del lavoro. Succede tutto questo nella più grande base aeronavale e nucleare USA del Mediterraneo, baricentro dell'ennesimo conflitto nord-sud, il più cruento, il più ideologico, il più imprevedibile per gli sviluppi futuri internazionali. Un conflitto che è all'origine dell'odierna impennata nei processi di militarizzazione del territorio italiano, come sta accadendo a Vicenza con il progetto di trasformazione dell'aeroporto Dal Molin in una delle maggiori basi militari degli Stati Uniti nello scacchiere europeo. Dall'autunno 2003 la base è al centro del secondo programma al mondo di investimenti della Marina USA: è prevista la spesa di 675 milioni di dollari entro il 2007 per potenziare le infrastrutture, ampliare le piste di volo, creare 1.100 alloggi per i nuovi reparti che giungeranno in Sicilia. Un fiume di denaro che prevedibilmente finirà in buona parte nelle mani di imprese in odor di mafia, una costante che ha caratterizzato gli appalti di costruzione e di fornitura di beni e servizi a Sigonella. Un modello di accumulazione che ha contribuito ad accelerare la crescita dei poteri eversivi criminali e la saldatura con i ceti politici ed economici dominanti, con conseguenze devastanti sul territorio e la società dell'isola. I nuovi programmi di ampliamento della base stanno condizionando le scelte delle amministrazioni locali. In barba ai piani regolatori e ai principi di legalità, si è scatenata la corsa all'oro americano: aree agricole vengono assegnate all'insediamento di residence per il personale USA; strade e ponti vengono realizzati per assicurare comunicazioni più rapide ai mezzi militari; vincoli ambientali vengono eliminati per trasformare zone costiere o lacustri in campi da golf o infrastrutture turistiche per il riposo dei nuovi guerrieri dell'apocalisse globale. Attualmente si lavora a pieno ritmo per realizzare una via di collegamento tra il nuovo complesso abitativo di Mineo destinato al personale militare e famiglie e la Strada Statale Catania-Gela. Il progetto prevede un costo di 2 milioni di euro circa, ripartito in parti uguali tra l'ANAS e la Provincia di Catania. L'amministrazione di Lentini ha offerto un'area prossima al Biviere (una delle più importanti riserve naturali ed oasi faunistica dell'isola) per insediarvi un nuovo complesso immobiliare ed ospitare il personale USA; i tecnici del Comune hanno anche elaborato un progetto di collegamento stradale tra l'area prescelta e Sigonella che "consentirà una riduzione notevole dei tempi di percorrenza, avvicinando finalmente la base alla città". Di contro enti locali, forze politiche e mass media scelgono di ignorare l'impatto sulla sicurezza delle popolazioni dei depositi di testate e carburante in aree di forte emergenza ambientale (il triangolo Augusta-Melilli-Priolo) e dei sempre più numerosi incidenti che vedono protagonisti aerei o automezzi condotti dal personale USA. Analogo comportamento omissivo relativamente allo smaltimento illegale dei rifiuti di Sigonella da parte di imprese legate a Cosa Nostra o allo spreco immane delle risorse idriche (a Sigonella si consumano annualmente 976 milioni e 530.000 litri d'acqua interamente prelevata dai pozzi esistenti nella piana di Catania). Extraterritorialità e segretezza della mega base militare Sigonella è stata posta a disposizione delle Forze Armate degli Stati Uniti sulla base di un "Memorandum" firmato l'8 aprile 1957. I particolari del "Memorandum" sono segreti anche se in teoria dovrebbero uniformarsi ai principi stabiliti dall'"accordo-quadro" firmato da Italia e Stati Uniti nell'ottobre 1954 che disciplina la concessione in uso delle basi militari. Secondo tale accordo le installazioni statunitensi nel nostro Paese dovrebbero essere poste sotto il comando italiano, mentre al comandante USA spetterebbe il controllo del proprio personale e dei propri equipaggiamenti; inoltre gli USA si obbligherebbero ad utilizzare tali installazioni "per adempiere esclusivamente ad impegni NATO", mentre la sicurezza delle aree dovrebbe essere "di esclusiva competenza italiana". Ciononostante Sigonella deve essere classificata come "base statunitense" a tutti gli effetti. Nel maggio 1986 alcuni parlamentari della Commissione Difesa del Senato ebbero a dichiarare: "Sigonella è impropriamente definita "base NATO"; in realtà essa comprende vaste aree date in concessione agli USA, che dispongono di strutture, equipaggiamenti e reparti sui quali esercitano comando esclusivo. Nella base il comando italiano ha il potere di autorizzare il movimento degli aerei americani. Tuttavia non risulta definita la possibilità italiana di interferire nell'impiego di aerei USA per iniziative dirette o di supporto alla VI Flotta che abbiano finalità diverse da quelle della NATO. In altri termini l'Italia non appare pienamente garantita da un uso delle forze USA improprio, deciso da altri e tale da poter coinvolgere il nostro Paese...". Da allora non è stato approntato nessuno strumento per sanare la grave limitazione della sovranità nazionale. Dal punto di vista della "protezione delle infrastrutture" si è assisiti invece ad un'ulteriore involuzione. Nel luglio del 1997 il parlamentare di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena ha denunciato l'implementazione di un programma di osservazione e perlustrazione in funzione di ordine pubblico dei "dintorni" della base di Sigonella con l'utilizzo esclusivo di personale statunitense. Il programma comprendeva tra l'altro anche la "segnalazione" e "l'archiviazione di notizie di incidenti, furti e reati in genere". Come rilevato dal parlamentare, il programma ha costituito una vera e propria rottura del "monopolio della sicurezza da parte dello Stato italiano sul territorio nazionale, principio sancito dalla Costituzione italiana". Il processo è degenerato con gli attentati dell'11 settembre 2001. Nelle strade esterne alla base le vetture di Carabinieri e Polizia di stato sono state sostituite dalle "Alfa Romeo 166" della Polizia Militare statunitense, che come chiarito dal comando italiano "possono fermare individui o mezzi ritenuti sospetti se in prossimità di sedi USA, anche perciò nei pressi dei villaggi-residence presenti nei diversi comuni vicini a Sigonella". Resta tuttavia il numero degli ordigni atomici ospitati nei bunker uno dei maggiori misteri della base siciliana. "Il comandante della base parlando di ordigni con testate nucleari ci ha detto che fino al 1991 erano presenti nella base, sul dopo ci è stato posto il segreto militare", ha raccontato ai giornalisti l'on. Paolo Cento (Verdi) a conclusione di un incontro della Commissione Difesa, il 30 marzo 2003, con i vertici di Sigonella. Ai parlamentari è stata negata anche l'informazione sul trasferimento nella base siciliana dei velivoli anti-sommergibile dall'Aeronautica militare sino ad allora ospitati nell'aeroporto di Cagliari-Elmas. La decisione di concentrare a Sigonella tutti i velivoli antisom dell'AMI è stata formalizzata solo lo scorso dicembre dal ministro Antonio Martino. "Tale scelta - ha spiegato il ministro - è stata determinata dall'indiscussa importanza che la base di Sigonella riveste quale "polo" prettamente militare, nonché, in un ampio disegno strategico, dall'alta valenza della base medesima, tenuto conto della sua posizione in relazione ai potenziali Teatri di crisi internazionale". Nella base dei misteri si sta sperimentando la più recente delle iniziative USA-Europa nella campagna globale contro il "terrorismo" internazionale. Si tratta della cosiddetta "PSI" (Proliferation Security Initiative), un "piano d'interdizione dei trasferimenti di armi di distruzione di massa", cui aderiscono ufficialmente 11 paesi (Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Polonia, Australia, Giappone, Olanda). Più di un piano multinazionale si dovrebbe parlare di un'iniziativa USA dove alcuni alleati occidentali svolgono solo funzioni di contorno. Lo confermano le parole dello stesso Consigliere per gli Affari politico-militari dell'ambasciata USA a Roma, Gary Robbins, che ha definito la PSI "un'iniziativa americana che è stata lanciata dal governo USA e che coinvolge diversi paesi partner con cui stiamo lavorando congiuntamente per sviluppare modalità di lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa e il terrorismo ed in particolare ai loro spostamenti attraverso gli spazi internazionali". È nei mari e nei cieli della Sicilia che si svolgono le esercitazioni multinazionali più qualificate della Proliferation Security Initiative. La più recente (19-22 aprile) ha avuto il nome di "Clever Sentinel", è stata diretta e coordinata dal Comando US Navy di Sigonella ed ha visto l'intervento di istituzioni e reparti italiani formalmente preposti alla difesa dell'ordine pubblico e alla protezione civile, riconvertiti ad hoc alla "guerra Nucleare Batteriologica e Chimica" (Polizia, Vigili del fuoco, Guardia costiera, ecc.). Ad assistere alle manovre alcuni "osservatori" di Norvegia, Gran Bretagna, Ungheria e Singapore. Esercitazioni e missioni, si sa, oltre ad un'occasione per mostrare muscoli e professionalità, sono la migliore vetrina per i sistemi d'arma prodotti dalle industrie belliche nazionali. Su Sigonella e sul vicino scalo aereo "civile" di Catania-Fontanarossa le ombre poi dei "voli fantasma" che il Pentagono e la Cia hanno realizzato a partire della primavera del 2003 per trasportare segretamente truppe e armi in Afghanistan e Iraq e finanche prigionieri del conflitto e persone sospettate di "terrorismo" al lager di Guantanamo. I due aeroporti siciliani, infatti, insieme a Fiumicino, Napoli-Capodichino, Milano-Malpensa, Rimini e Aviano sono stati tra quelli più coinvolti nelle operazioni "sporche" degli Stati Uniti. C'è poi il tema della pesante servitù sulla mobilità aerea dei siciliani rappresentato dallo scalo di Sigonella, tema direttamente legato a quello relativo alla scarsa sicurezza dei voli e al transito e allo stazionamento di armi "non convenzionali". "L'aumentata presenza militare a Sigonella, non solo ostacola la realizzazione di un aeroporto civile intercontinentale, necessario per l'incremento del traffico aereo dell'isola, ma pregiudica anche il sistema di trasporto della Sicilia imperniato sugli aeroporti di Punta Raisi e soprattutto di Fontanarossa", denunciano da tempo i rappresentanti della Campagna per la smilitarizzazione della base Usa, promosso da Attac Catania, Cepes Palermo e Redazione Terrelibere.org. "Il fatto che quest'ultimo aeroporto sia, a causa della servitù militare di Sigonella, scollegato dalla rete nazionale di assistenza al volo dell'ENAC e sottoposto al controllo radar militare di Sigonella rende impossibile l'utilizzazione di altre apparecchiature radar per l'atterraggio e particolarmente difficoltoso il funzionamento di questo aeroporto civile; mette, inoltre, in pericolo la vita di 4 milioni di passeggeri che ogni anno volano su Fontanarossa: i piloti infatti, per la salvaguardia della loro vita e di quella dei loro passeggeri,sempre più si rifiutano di partire e di atterrare quando le avverse condizioni atmosferiche impediscono la manovra a vista ormai superata da decenni in tutti gli aeroporti civili del mondo. La smilitarizzazione di Sigonella e l'utilizzazione delle sue attrezzature riconvertite agevolerebbero l'incremento occupazionale e turistico al servizio di pacifici collegamenti internazionali, trasformando l'area da base della morte in utile e solidale "Ponte tra i Popoli" del Mediterraneo". Antonio Mazzeo della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella Per un approfondimento dei programmi di ampliamento della base di Sigonella si veda: 1.. Mazzeo, La Mega Sigonella, www.terrelibere.org. Lista delle rete Vialebasi http://www.vialebasi.net -------------------------------------------------------
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