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La campagna Control Arms denuncia il fallimento della conferenza dell'ONU sulle armi leggere
- Subject: La campagna Control Arms denuncia il fallimento della conferenza dell'ONU sulle armi leggere
- From: press at amnesty.it
- Date: Mon, 10 Jul 2006 19:13:17 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS 73-2006 LA CAMPAGNA CONTROL ARMS DENUNCIA IL FALLIMENTO DELLA CONFERENZA DELL'ONU SULLE ARMI LEGGERE Amnesty International, Oxfam International e Iansa (Rete internazionale d'azione sulle armi di piccolo calibro), promotrici della campagna Control Arms, hanno manifestato grande sconcerto per il fallimento della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle armi leggere e di piccolo calibro. La Conferenza si e' infatti chiusa senza raggiungere un accordo, sebbene la maggior parte dei governi (compresa l'Unione europea e molti paesi africani e latino-americani) avessero sostenuto la necessita' di piu' rigidi controlli sul commercio internazionale delle armi leggere e di piccolo calibro. La Conferenza, terminata il 7 luglio, e' arrivata a un punto morto dopo che una manciata di Stati, tra cui in particolare gli Usa, ha manifestato una cosi' forte contrarieta' su una serie di punti-chiave, da rendere impossibile qualsiasi accordo. Tra gli altri paesi che hanno impedito di fare passi avanti verso controlli globali sul commercio delle armi di piccolo calibro, la campagna Control Arms segnala Cuba, India, Iran, Israele e Pakistan. 'Il mondo e' stato tenuto in ostaggio da una piccola minoranza di paesi. Durante le due settimane in cui si e' svolta la Conferenza, le armi di piccolo calibro hanno ucciso 12.000 persone. Le vittime sono state tradite e uccise' - ha dichiarato Anna Macdonald, responsabile della campagna Control Arms per Oxfam International. La campagna Control Arms portera' la sua richiesta di piu' rigorosi controlli sulle armi all'Assemblea generale dell'Onu di ottobre. In quell'assise, le decisioni sono spesso sottoposte a votazione a maggioranza e cio' significa che una piccola minoranza di paesi non puo' bloccarle. Alcuni governi hanno gia' dichiarato che intendono presentare una risoluzione al primo Comitato dell'Assemblea generale, in cui si chiede l'apertura di negoziati su un Trattato sul commercio di armi, legalmente vincolante. 'Il mondo ha disperatamente bisogno di un Trattato, forte e applicato in modo efficace, per fermare l'attuale flusso di armi verso chi si rende responsabile di gravi abusi dei diritti umani' - ha sottolineato Brian Wood, responsabile della ricerca sul commercio di armi per Amnesty International. La campagna Control Arms chiede ai governi di istituire tale Trattato e di concordare una serie di linee guida globali sulla vendita delle armi di piccolo calibro, in modo da fermare i flussi che alimentano le violazioni dei diritti umani e la poverta' nel mondo. 'Facendo fallire questo incontro, i governi hanno gettato alle ortiche l'opportunita' di agire per salvare vite umane in tutto il mondo. e' inaccettabile che due settimane di discussioni non abbiano prodotto alcun risultato, soprattutto sapendo che le armi causano 1000 morti al giorno' - ha commentato Rebecca Peters, direttrice di Iansa. Oltre un milione di persone di 160 paesi - di cui 40.000 in Italia - hanno sostenuto la campagna Control Arms, aderendo alla 'Petizione del milione di volti', presentata al segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, il 26 giugno, giornata inaugurale della Conferenza di New York. Julius Arile, che ha presentato la 'Petizione del milione di volti' a Kofi Annan, ha detto: 'Sono venuto a questa conferenza per chiedere ai governi del mondo di fermare il flusso di armi verso la zona in cui vivo, nel Kenya del nord. Ho perso molti amici e anche mio fratello a causa della violenza armata. Sono veramente amareggiato per il fatto che il mondo non abbia fatto nulla per aiutare me e milioni di persone come me'. FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 luglio 2006 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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