Cagliari nucleare, la farsa continua



COMITATO SARDO GETTIAMO LE BASI

Comunicato stampa 16 giugno 2005

Oggetto: Cagliari è porto nucleare? Ieri il ministro Martino ha detto sì,
l'11 aprile il prefetto Orrù aveva detto no. Chi dei due mente?

Il ministro della Difesa Antonio Martino smentisce il prefetto di Cagliari
Efisio Orrù sull'approdo di unità militari a propulsione nucleare nel porto
cittadino. Rispondendo ad una interrogazione del deputato verde Mauro Bulgarelli
(n. 4-13777) depositata il 18 aprile scorso, Martino conferma che «il porto
di Cagliari è compreso fra gli 11 porti nei quali è prevista la sosta delle
unità militari a propulsione nucleare». Ma come è possibile tutto ciò? Il
ministro forse non sa che il Prefetto di Cagliari l'11 aprile scorso ha
detto esattamente il contrario? Chi dei due dice bugie?
Orrù, rispondendo ad una richiesta di informazioni del pacifista Antonello
Repetto sul piano di emergenza in caso di incidente nucleare, dichiarava
che «la Marina ? Comando Militare Marittimo Autonomo in Sardegna ? Ufficio
Operazioni/Difesa, in base alle indicazioni dello Stato Maggiore del medesimo
Corpo, ha comunicato che non sussiste alcuna necessità di pianificazione
di emergenza relativa a navi a propulsione nucleare e della conseguente
comunicazione della medesima alla popolazione. Questo in quanto la rada
di Cagliari non sarà più compresa nell'elenco dei punti di approdo nazionali
impiegabili per la possibile sosta di unità a propulsione nucleare».
Di più. Ad ulteriore richiesta di spiegazioni del militante di Pax Christi
Repetto, Orrù il 21 aprile aggiungeva: «Si ribadisce che l'esclusione dalla
rada di Cagliari di punti di approdo impiegabili per la sosta di unità a
propulsione nucleare, è attuale e, conseguentemente, non sussiste la necessità
di alcuna pianificazione di emergenza». Evidentemente ministero e prefettura
non comunicano dato che, nella risposta scritta al deputato Bulgarelli divulgata
ieri, si legge: «Per la protezione della popolazione e la tutela dell'ambiente,
la Marina Militare ha approntato un "Piano di Emergenza per la sosta in
porto di navi militari a propulsione nucleare", al fine di delineare i compiti
e le responsabilità dell'Amministrazione Militare».
Alla luce di questi ultimi fatti, è possibile che mai nessun rappresentante,
a nessun livello politico, sia esso comunale, provinciale o regionale, abbia
mai cercato di chiarire la vicenda? Cagliari resta dunque un porto a rischio
nucleare dove le unità militari a propulsione atomica possono approdare
senza che alcun cittadino sia a conoscenza del piano di emergenza in caso
di incidente. Meno male che esiste un decreto legislativo, il 230/95, che
impone allo Stato di fornire informazioni alla popolazione sui rischi connessi
alla presenza di unità navali nucleari nelle aree portuali, senza che i
cittadini ne debbano fare richiesta.
Chiediamo per l'ennesima volta al prefetto Orrù che il piano integrale di
emergenza in caso di  incidente nucleare nel porto di Cagliari sia immediatamente
reso pubblico come impone la legge.


Comitato sardo Gettiamo le basi
Tel: 338 6132753

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Il gioco delle TRE SCIMMIE: "non vedo, non sento, non parlo"  
 
E' eseguito alla perfezione, senza contraddizioni e senza tentennamenti
di sorta da tutte le istituzioni locali, Comune Provincia e Regione. Deputati,
Senatori, Sottosegretari e Ministri sardi di tutti gli schieramenti politici
da subito partecipano con entusiasmo al GIOCO DEL SILENZIO. Finora nessuno
ha tradito la consegna (unica eccezione il Comune di Monserrato che ha inviato
un attestato di solidarietà a Gettiamo le Basi e ha convocato una riunione
di consiglieri e amministratori dei Comuni coinvolti dal Piano di Emergenza
nucleare).   
 
 
Il gioco dei PINOCCHI 
 
Febbraio 2000, il Prefetto convoca alcune associazioni che hanno chiesto
che venisse reso noto il Piano di Emergenza nucleare e conferma che Cagliari
è tra gli 11 porti adibiti al transito e alla sosta di unità navali a propulsione
nucleare.
 
Giugno 2000, in risposta all'interrogazione di un consigliere comunale di
Prc, il sindaco Delogu riferisce in aula le rassicurazioni del Prefetto:
Cagliari è porto nucleare ma non c'è motivo di preoccuparsi dato che le
unità navali sostano in rada. Sapere che i mostri atomici sostano a distanza
di un centinaio di metri dal molo tranquillizza pienamente Sindaco, Giunta
e Consiglio comunale. Azzerate le preoccupazioni e le curiosità (peraltro
molto scarse e instabili) dell'istituzione locale, cala il silenzio sull'inquietante
presenza delle centrali atomiche galleggianti.  
 
dicembre 2000 , Il Prefetto conferma di nuovo che Cagliari è tra gli 11
porti italiani a rischio nucleare. Il Comando della Marina Militare smentisce
il Prefetto:"Il porto di Cagliari non è una base di sosta per navi o sommergibili
a propulsione nucleare" (L'Unione Sarda 20,21-12-00)
 
gennaio 2001, in risposta alle lettere dei cittadini che chiedono di conoscere
il Piano di protezione civile e di evacuazione contro il rischio nucleare,
il Prefetto di Cagliari smentisce la Marina e scrive: "Il piano di Emergenza
in parola è in fase di totale riesame ed aggiornamento (...) Successivamente
al completamento dell'iter di approvazione si procederà ad enucleare le
notizie da comunicare alla popolazione civile potenzialmente interessata
da emergenza radiologica".
 
Ottobre 2001, cambio dei ruoli e inversione delle parti: il Prefetto smentisce
se stesso e nega  che Cagliari sia catalogata tra i porti italiani a rischio
nucleare. Il  Comando della Marina militare si autosmentisce e smentisce
il Prefetto, conferma che Cagliari è interessata da un piano miliare di
Emergenza per la sosta di unità navali a propulsione nucleare.
(Videolina "Rapporto S")
 
............. e la farsa continua