brutte news dalla maddalena una nuova camp derby ? + + situazione del, basi negli Usa



La Maddalena. Incontro del presidente con Mel Sembler
«Non lasciamo La Maddalena»e ora gli Usa vogliono l'arsenale

Un'ora di confronto nella sede diplomatica a Roma
per l'ambasciatore la Giunta sarda non è un interlocutore
La Marina americana chiede a quella italiana nuovi spazi
Caprera, addestramento comune delle truppe da sbarco

La Regione sarda non è un
interlocutore del governo degli
Stati Uniti: di una eventuale
chiusura della base navale di
Santo Stefano, a La Maddalena,
l'ambasciata americana in Italia
può discutere soltanto con
Palazzo Chigi. Toni garbati ma
posizione ferma: così - secondo
fonti diplomatiche - l'ambasciatore
Mel Sembler si è
espresso con Renato Soru, nel
secondo incontro tra i due -
dopo quello dello scorso anno -
avvenuto giovedì scorso a Roma
ma del quale si è avuta
notizia soltanto ieri.
IL CONFRONTO. Nella sede diplomatica
di via Veneto, Soru e
Sembler hanno parlato per oltre
un'ora. Il presidente ha ribadito
la sua richiesta: gli americani,
ha detto, sono arrivati
da amici e da amici ora devono
andare via perché la Regione
sarda ha necessità di tempi sicuri
e di certezze per programmare
un diverso sviluppo economico
del territorio oggi occupato
dalla base per sottomarini
a propulsione nucleare.
Il colloquio, riferiscono le fonti
americane, è stato franco, sereno
ma con posizioni nette
che non si sono avvicinate di un
millimetro. Sembler ha spiegato
che soltanto una esplicita,
chiara richiesta di sgombero da
parte del governo italiano spingerebbe
Washington a rivedere
la propria politica per la presenza
in Sardegna. Ma Silvio
Berlusconi e suoi ministri, come
ha più volte spiegato il sottosegretario
alla Difesa Salvatore
Cicu, almeno per ora non
hanno alcuna intenzione di
compiere un simile passo.
LA BASE CAMBIA. Aldilà del
niet degli americani, ci sono
però delle novità importanti
sul futuro dell'installazione
Secondo fonti militari, gli Stati
Uniti hanno sondato informalmente
la Marina militare italiana
per acquisire una parte
dell'arsenale che si trova nell'isola
madre dell'arcipelago.
In più a Caprera, a Punta Rossa,
sono previsti lavori: la Marina
italiana trasformerà la località
da palestra temporanea per i
suoi incursori del Consubim -
truppe da sbarco per missioni
speciali - in una base fissa per le
esercitazioni. E c'è la possibilità
che l'addestramento degli
italiani in un futuro prossimo
avvenga insieme ai Navy Seals,
i commandos della Marina militare
americana. Nel quadro
del mutato scenario internazionale,
il Pentagono ha deciso
di mutare la funzione di La
Maddalena. I sottomarini nucleari
sono già attrezzati per
portare sul dorso dei minisub
destinati a ospitare proprio le
truppe speciali per azioni segrete
nell'area del Mediterraneo.
Da porto per i sommergibili
che andavano a caccia dei
russi, Santo Stefano diventa il
nido dei reparti specializzati
incaricati di colpire oggi in
Iraq, domani forse in Siria o
chissà dove. Il fatto che i Navy
Seals siano già presenti a La
Maddalena è stato ammesso,
dopo una prima smentita, dallo
stesso comandante, il commodoro
Fitzgerald Roegge che ha
sostituito Cristopher Van Metre,
rimosso dopo l'incidente al
sommergibile nucleare Uss
Hartford.

 MARCO MOSTALLINO

BASI INQUINATE ALLARME IN USA
Danni per 8 miliardi

Dopo le basi il disastro:
rifiuti tossici, amianto,
sostanze cancerogene e
materiali radioattivi. Più
l'inquinamento delle falde
acquifere in profondità. È la
condizione di 34 siti dove, dal
1988, il Pentagono ha chiuso le
installazioni. Il rapporto non è
dei pacifisti, ma giunge
direttamente dalla
Environmental Protection
Agency, l'agenzia del governo
degli Stati Uniti per la
protezione dell'ambiente. I 34
siti si trovano negli Usa e la
loro situazione è talemnte
grave che sono stati inseriti
nel programma speciale di
bonifica chiamato Supefondo:
la spesa prevista per la pulizia,
che in genere richiede tra i
quindi e i trent'anni se non di
più, è di oltre otto miliardi di
dollari, circa seimila miliardi di
vecchie lire. Secondo
l'Agenzia, quando i militari
vanno via vengono trovati
«tricloroetilene, un solvente
che provoca il cancro,
appezzamenti di terra
inquinati dall'amianto,
materiali radioattivi e vernici
al piombo». Ma il peggio,
spiega l'Agenzia, è che in
genere la falda acquifera
risulta compromessa.
 
 
 

La chiave

1 Santo Stefano  si trasforma La Marina americana usa la base come area di addestramento e punto di partenza per i commandos.

2 Il Pentagonochiude in casa  Tra le basi che gli Stati Uniti voglio chiudere c'è Groton, la “casa” dei sottomarini che raggiungono la Maddalena.

3 Le sostanze inquinanti  La base di Groton,secondo il governo Usa, è uno dei siti più inquinati.