[comunicati_lilliput] ARMI LEGGERE - EXA CHIAMATA IN TRIBUNALE



Comunicato Stampa Rete Lilliput
Contatti stampa Azione Exa: Andrea Trentini 338/3400211

ARMI LEGGERE: Brescia, domenica 17 aprile 2005
LA FIERA EXA CHIAMATA IN TRIBUNALE
PER COMMERCIO D'ARMI FUORI CONTROLLO

Tutto pronto a Brescia per il Tribunale popolare che domenica 17 aprile
vedrà imputata EXA - la fiera di armi leggere che verrà contestata da
un'azione dei Gruppi di Azione Nonviolenta (GAN). Dal rapporto sulle armi
leggere pubblicato da Archivio Disarmo si apprende che l'Italia E' il
secondo produttore al mondo di armi leggere e di piccolo calibro ma ha una
legislazione sulla vendita che non prevede controlli né sanzioni. Una
libertà di movimento per le armi anche verso paesi colpevoli di gravi
violazioni dei diritti umani, sottoposti a embargo dell'Onu o dell'Ue e
paesi con guerriglie in corso sul proprio territorio. Tra questi troviamo
Colombia, Indonesia, Cina, Russia, Israele, Sierra Leone e Congo. Per
frenare questo commercio viene promossa la Camapagna globale Control Arms,
che chiede la promulgazione di un Trattato Internazionale sul Commercio
degli armamenti. Per l'Italia viene richiesto che venga introdotta una
legge sui mediatori di armi con una regolazione dell'export armi leggere.

L'azione diretta nonviolenta verrà realizzata nel piazzale antistante alla
fiera domenica 17 aprile dalla Rete dei GAN Gruppo Azione Nonviolenta con
il sostegno della Rete di Lilliput. Tra i capi di accusa che verranno
imputati a EXA c'E' l'entrata permessa ai minori, unica fiera di armi al
mondo che lo consente. Per evitare che i bambini si aggirino tra gli stand
dove i produttori di armi espongono i loro micidiali e poco educativi
prodotti i GAN propongono di trascorrere piacevolmente la domenica in un
divertente LUDOBUS.

Tra gli stand di EXA si trovano esposte anche armi da difesa personale e
articoli antisommossa in dotazione alle forze dell'ordine di tutto il
mondo, tutte armi che sono state vendute illegalmente e impiegate nei
conflitti. La scelta degli organizzatori di EXA di mantenere un'unica area
espositiva per i vari tipi di armi E' una chiara violazione della delibera
adottata nel 2004 dal Consiglio Comunale di Brescia, che chiedeva di
esporre separatamente le armi sportive dalle armi civili creando un
padiglione a parte a cui sarebbero potuti accedere solo gli 'adetti ai
lavori'.

Ma EXA E' imputata dal Tribunale popolare per promuovere la produzione e il
commercio di armi leggere. Secondo gli studi dell'ONU, tra il 1990 e il
2000 le sole armi leggere hanno provocato nel mondo più di 5 milioni di
morti - la metà dei quali bambini- e 2,5 milioni di disabili gravi. Lo
stesso Kofi Annan, segretario generale dell'ONU, ha dichiarato che "Le armi
leggere sono armi di distruzione di massa". E proprio Brescia rappresenta
per l'Italia la zona a maggior produzione di armi leggere con 137 imprese
raggiungendo il 31,9% del totale italiano di armi e munizioni. Col resto
della Lombardia si arriva quasi al 40% dell'export nazionale. Tra le ultime
commesse che sono state raggiunte dalla capofila Beretta c'E' la fornitura
d'armi alla polizia irachena. Ecco perchE' Exa non può rimanere una
questione della sola Lombardia.

Dal rapporto sulle armi leggere pubblicato da Archivio Disarmo si apprende
che l'Italia E' il secondo produttore al mondo di armi leggere e di piccolo
calibro, il primo a livello europeo. La legislazione nazionale che ne
regolamenta le esportazioni E' caratterizzata da un dualismo di fondo che
vede le armi ad uso militare sottoposte alla normativa della legge 185/90 e
le armi civili sottoposte alla disciplina della legge 110/75. Per quanto
riguarda le armi ad uso civile invece, la normativa italiana non prevede
invece controlli né sanzioni. Pistole, revolver, fucili e carabine,
concepiti per l'uso sportivo e l'autodifesa, godono così di una grande
capacità di movimento e possono entrare pressoché indisturbati anche in
paesi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani, sottoposti a embargo
dell'Onu o dell'Ue e paesi con guerriglie in corso sul proprio territorio.

Di tutte le armi prodotte una quantità pari all'80% circa si E' diretta
verso paesi dell'orbita nord-occidentale, mentre tra il restante 20%
compaiono anche paesi con situazioni interne precarie. E' il caso della
Malaysia, paese ripetutamente accusato di gravi violazioni dei diritti
umani, che ha potuto acquistare nel corso del quinquennio armi civili
italiane per un totale che supera i 30 milioni di euro; o della Colombia e
dell'Algeria, i cui governi sono entrambi coinvolti da anni in conflitti
interni, che hanno acquistato rispettivamente 2,5 e 3,8 milioni di euro di
pistole, fucili e munizioni; o della Cina, soggetta a embargo dell'Ue a
causa dei gravi episodi di violazione dei diritti fondamentali, che ha
importato oltre mezzo milione di euro di armi dall'Italia. E' anche il caso
del Congo-Brazzaville e della Repubblica Sudafricana: i due maggiori
importatori africani di armi civili italiane sono presenti nei rapporti
annuali di Amnesty International per le violazioni di diritti umani che
avvengono sul loro territorio, così come la Turchia, il Brasile, il
Messico, l'India, le Filippine e la Federazione Russa (paesi quest'ultimi
che stanno anche affrontando attacchi armati di gruppi separatisti).

La legislazione italiana e internazionale si dimostra inadeguata di fronte
all'evolversi e al mutare dei conflitti, oggi in prevalenza di tipo
intra-statale, combattuti da gruppi armati ribelli e truppe paramilitari. I
grandi sistemi d'arma, infatti, costosi e difficili da reperire, vengono
sostituiti dalle armi piccole e leggere, meglio trasportabili, semplici da
usare (anche per i bambini soldato) e reperibili anche sul mercato nero.
Per questo in Italia viene promossa la Camapagna globale Control Arms, che
chiede la promulgazione di un Trattato Internazionale sul Commercio degli
armamenti (ATT). Elaborato da un gruppo di Ong e dai Premi Nobel per la
Pace, il Trattato verrà proposto a tutti gli Stati in occasione della
Conferenza dell'Onu sulle Armi Leggere nel luglio del 2006 e la sua
ratifica introdurrà norme precise e vincolanti che regolamenteranno il
commercio di armi a livello internazionale. Per l'Italia viene richiesto
che venga introdotta una legge sui mediatori di armi con una regolazione
dell'export armi leggere. Per maggiori informazioni http://www.disarmo.org

Processo a Exa - domenica 17 aprile 2005 - dopo le 10.30
Di fronte ai padiglioni della Fiera EXA di Brescia

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