I pacifisti "processano" Exa, dove la guerra sta in vetrina



fonte L'Unità
di Paola Zanca

Il parcheggio di Brixia Expo è stracolmo di auto e di pullman. In decine di migliaia sono arrivati da tutta Italia per assistere a Exa 2005, l'esposizione internazionale di armi che si tiene nella città lombarda e che è giunta ormai alla sua quattordicesima edizione. Ma insieme ai cacciatori, agli sportivi, agli amanti delle armi e ai fanatici della guerra, domenica ad Exa c'era anche qualche visitatore inatteso. Brescia Social Forum, Radio Onda d'Urto, Prc, Verdi, Emergency, Lilliput, e moltissime altre associazioni domenica hanno organizzato una "visita guidata" all'esposizione.

Prima, fuori dalla fiera, i Gruppi di Azione Non Violenta hanno messo in scena un processo ad Exa. Il simbolico tribunale ha condannato l'esposizione per tutti e tre i capi d'accusa che le erano stati contestati: essere l'unica fiera d'armi al mondo aperta ai minorenni, esporre armi da guerra camuffandole da strumenti per lo sport e la caccia, diffondere immagini che educano alla violenza. La sentenza è solenne, così, la delegazione di manifestanti, munita di regolare biglietto, fa il suo ingresso nei padiglioni per portare alle orecchie dei mercanti d'armi il suo punto di vista. Davanti ad ogni stand che espone armi che non sembrano né da caccia, né sportive, gli attivisti si fermano a leggere il regolamento che le ditte hanno sottoscritto per poter partecipare ad Exa:

È infatti lo stesso regolamento di Exa, pubblicato sul sito www.exa.it, a indicare che «a tutela del contenuto sportivo e specialistico della manifestazione vengono ammesse all'esposizione armi sportive, da caccia e tiro, nonché armi di cui è consentita la vendita, detenzione e porto dalla legge italiana, con esclusione assoluta di armi da guerra; accessori; armi antiche e loro repliche; munizioni; strumenti ottici; macchine e strumenti attinenti alla produzione, controllo ed all'uso delle armi; articoli per la sicurezza; editoria specializzata». Ma non solo. All'articolo 15 il regolamento aggiunge: «Per la pubblicizzazione di tutte le armi esposte, relative ottiche, accessori, non dovranno essere utilizzate descrizioni tipo "sniper", franco tiratore, tiratore scelto, cecchino, assalto, combattimento o qualsiasi altro termine di attinenza bellica o antiterroristica».

In verità, pochi danno retta a chi è venuto a spiegare il suo dissenso a questa fiera. D'altronde in una provincia come quella di Brescia dove ben 137 industrie lavorano nel mercato delle armi e dove l'apertura di ogni stagione di caccia è festa quasi quanto a Natale, non c'era da aspettarsi granché.Gli espositori non sembrano proprio gradire la visita, ma la polizia spiega che «è meglio lasciarli fare, quelli lì, che è un minuto e vanno via, che sennò è solo peggio». Del resto, forse nemmeno le forze dell'ordine si aspettavano tanta evidenza nella trasgressione alle regole di Exa. I depliant che riportano parole come «tiratore scelto», «assalto», «cecchino», proprio i termini vietati dalle regole della mostra, lasciano a bocca aperta anche loro. e mentre i pacifisti si guardano attorno per cercare un altro stand davanti a cui protestare, i poliziotti non possono che constatare che «c'è solo l'imbarazzo della scelta».

Basta dare un'occhiata agli stand disseminati nei padiglioni della fiera di Brescia per capire che non solo di caccia e sport si tratta, anzi. La Sako, uno degli espositori, propone ai potenziali acquirenti il TGR 22/42, un «attrezzo di precisione del tiratore scelto di grosso calibro». La Extrema Ratio, che si definisce la paladina del «new military standard», ha invece in catalogo coltelli d'addestramento e in Fiera vende riviste che vanno dalla più sobria Intelligence alla sconcertante Raids - Speciale guerriglia. La Cop Italy distribuisce equipaggiamenti per corpi speciali tra cui giubbotti anti-pugnalata. Ne abbiamo citati solo alcuni, ma bastano a dimostrare come a Exa siano esposti strumenti e materiali che dubitiamo possano servire per andare a caccia di qualche volatile o per passare un pomeriggio di tiro al piattello.

Già lo scorso anno, il Comune di Brescia con una delibera aveva richiesto che all'interno dell'esposizione, gli spazi dedicati alle armi sportive e da caccia e quelli riservati alle armi belliche e per la sicurezza fossero ben distinti e che l'accesso ai secondi fosse riservato agli addetti ai lavori (poliziotti, agenti di sicurezza). Ma nulla è cambiato. La Fiera continua a esporre armi da guerra a fianco di armi da caccia e soprattutto non vieta nemmeno l'ingresso ai minori di 18 anni. Dalle armi giocattolo a quelle vere, a Exa non si fanno distinzioni. Anche per questo, Exa andrebbe disarmata. La guerra non ha bisogno di pubblicità.

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