Beretta soffre per il dollaro debole




MILANO. Beretta soffre per il dollaro debole (il mercato americano copre metà delle vendite) ma rilancia con una strategia di espansione che guarda da un lato alla conquista di nuovi sbocchi, dall'altro, a nuove acquisizioni soprattutto nel settore delle ottiche. Pietro Gussalli Beretta è vicepresidente e amministratore delegato della holding di famiglia, uno dei marchi italiani più conosciuti all'estero, che esporta il 90% della produzione ed è tra i principali produttori mondiali di armi leggere. C'è interesse per un'espansione nell'ambito di cannocchiali, binocoli e così via, settore dove il gruppo bresciano è già presente da qualche anno con l'azienda americana Burris («che va molto bene» sottolinea Gussalli Beretta). «Sto esaminando alcune opportunità - dice - per allargare la gamma dei prodotti. Ci sono già studi avanzati e prototipi ad esempio per cannocchiali che possono fare anche fotografie. In questo i giapponesi sono molto avanti». L'altro fronte della strategia di espansione è quello dei nuovi mercati. Entro i prossimi due anni Gussalli Beretta conta di sbarcare in Cina e in Russia: «Entrambi i Paesi si sono detti interessati ad avere rapporti con il nostro gruppo» dice. La Russia su tutta la gamma di prodotti, la Cina solo per le armi sportive, oltre ad accessori e abbigliamento. Ma in Cina potrebbero aprirsi ulteriori prospettive: «Qualche cosa di produttivo dovrà esserci» aggiunge l'amministratore delegato. Intanto i primi dati sul bilancio consolidato 2004 rivelano che, nonostante le difficoltà create dal dollaro debole, il gruppo di Gardone Valtrompia, che conta 2.600 dipendenti, resta in crescita: il fatturato si attesterà su 380-390 milioni di euro (il 2003 si era chiuso con 368,5 milioni di ricavi) e un margine operativo lordo di 40 milioni circa. Nell'ambito delle armi, il 93% del giro d'affari deriva dalle armi civili (fucili da caccia in primo luogo), il 5,5% da quelle per le polizie (soprattutto pistole) e l'1,5% dalle armi per la Difesa. Il fatturato legato alle ottiche ha invece raggiunto 20 milioni di euro e quello derivato della vendita di abbigliamento e accessori è stato di 18 milioni. Restano buone le prospettive per quest'anno: il fatturato è stimato in aumento a 430 milioni, con un margine operativo lordo di 60 milioni. In crescita di 100 unità anche i dipendenti, ma tutti all'estero. Il problema reale, per Pietro Gussalli Beretta, è il dollaro: «Noi abbiamo delle società anche negli Stati Uniti è questo ci permette di attutire l'impatto negativo del cambio - dice -. Però dobbiamo fare dei sacrifici, ridurre i margini per resistere nel medio-lungo termine. Per fortuna siamo un'azienda di famiglia: se fossimo quotati gli analisti non avrebbero accettato le nostre scelte». L'ipotesi Borsa è mai stata presa in considerazione? «Non ho nulla contro il mercato risponde Gussalii Beretta ma in questo momento non vedo la necessità di ricorrervi per finanziare i nostri investimenti. In ogni caso il marchio Beretta ha un prestigio molto elevato negli Stati Uniti e, dovendo scegliere, forse andrei a quotarmi lì più che in Italia». Ad accrescere il contenuto legato al made in Italy del marchio bresciano contribuisce anche la collaborazione con alcuni stilisti che disegnano molte delle armi da caccia. Tra questi anche Giugiaro. «Il design di un fucile oggi fa la differenza e il gusto dei designer italiani dà un sapore speciale alle nostre armi, diverso da quello dei concorrenti» afferma l'amministratore delegato di un gruppo che conta su più marchi, oltre a quello storico (Beretta produceva armi già nella prima metà del '500): tra questi la Benelli, con uno stabilimento a Urbino da cui escono prodotti più giovani, più tecnici; oppure la Uberti, di Gardone Valtrompia, che produce solo repliche di armi dei Far West (in pratica pistole e fucili dei cow boys), destinate al mercato Usa, ma non solo. Con 18 milioni di euro di ricavi. La grossa partita dei prossimi anni, però, si giocherà sulle commesse per rinnovare la dotazione delle polizie locali negli Stati Uniti, contea per contea. E Beretta si prepara a vincere la sfida: «Abbiamo investito molto sui nuovi prodotti» afferma l'amministratore delegato.

Fonte: Il Sole 24 Ore (30.03.2005)

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