"BOMBARDIAMO" di MAIL i nostri parlamentari all'Assemblea NATO



Con la preghiera di massima diffusione a tutte le liste del movimento.
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Car* tutt*,
nell'Assemblea Parlamentare della NATO che si terrà dal 11 al 16 novembre
a Venezia, l'Italia ha 18 rappresentanti.
Dietro l'apperenza di un democratico incontro tra eletti del popolo, tale
Assemblea ha un ruolo determinante nell'adozione e giustificazione da parte
dei Paesi membri di guerre "umanitarie" e preventive che la NATO può condurre
a prescindere non soltanto dalle risoluzioni ONU ma dallo stesso articolo
5 del suo Statuto. Pertanto, mandiamo una mail ai nostri rappresentanti
parlamentari che partecipano a quell'Assemblea e chiediamo ragione di questa
illegalità.
michela vitturi (Venezia Social Forum)
(di seguito trovate il testo della lettera, redatta da Piero Maestri, e
gli indirizzi degli onorevoli senatori e deputati italiani cui spedirla)
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LETTERA APERTA AI RAPPRESENTANTI DI CAMERA E SENATO NELL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE
DELLA NATO


Onorevoli senatori, Onorevoli deputati,

sappiamo che nei giorni dal 11 al 16 novembre prossimi sarete inviati come
rappresentanti di camera e Senato italiani alla 50° sessione annuale dell'assemblea
parlamentare della Nato che si terrà a Venezia.

Vogliamo essere molto franchi con voi: noi siamo tra coloro che contestano
l?esistenza della NATO e  non credono ad una sua funzione "di pace", che
si sono in questi anni battuti per evitare interventi militari che non avevano
certo una finalità "di pace " (come nella ex Jugoslavia o in Afghanistan).
Siamo tra l'altro preoccupati di una possibile missione della Nato stessa
in Iraq - perché l'occupazione militare di quel paese è la conseguenza di
una guerra illegittima e ingiusta e perché pensiamo che altra dovrebbe essere
la risposta da dare.

Non speriamo con questa lettera di convincervi della necessità di un "superamento"
della Nato (cosa in cui crediamo) - e nemmeno vogliamo contestarvi una possibile
"illegittimità" del vertice assembleare: sappiamo che l'Alleanza Atlantica
è una "libera" associazione di stati sovrani e che l'Assemblea parlamentare
è una sua struttura.

Crediamo però dovrebbe essere una preoccupazione anche vostra - in quanto
rappresentanti eletti del popolo italiano - fare in modo che le scelte fatte
in sede di Alleanza atlantica siano vagliate all'interno di un dibattito
politico aperto e trasparente. Vogliamo allora segnalarvi la gravità di
un mancato dibattito parlamentare sulla trasformazione che la Nato ha subìto
negli ultimi anni e che l'ha portata ad assumere sempre più un carattere
offensivo e interventista - che ci sembra in contrasto con l'articolo 11
della nostra Costituzione (che non stiamo a ricordarvi).
Il problema è che le modifiche del cosiddetto "Concetto strategico" della
Nato - decise al Vertice del 50° anniversario a Washington il 25 aprile
1999 (terribile per noi questa coincidenza di data...) - hanno di fatto
comportato un superamento dello Statuto dell'Alleanza Atlantica, senza che
questo fosse mai discusso dal Parlamento italiano ne tantomeno da esso approvato.

Vi ricordiamo che l'articolo 5 dello statuto della Nato recita così: 
Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa
o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro
tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse,
ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale
o collettiva, riconosciuto dall'art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite,
assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente,
individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà
necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere
la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato
di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno
immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure
termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie
per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.

In questo modo la Nato veniva concepita - almeno dal punto di vista legale
- come una associazione di mutua autodifesa - discutibile, ma in qualche
modo ammessa dal diritto internazionale.

Il "Nuovo concetto strategico" della Nato approvato dai governi a Washington
nel 1999 prevede però che i nuovi "Principi della strategia dell'Alleanza"
 comprendano, tra l'altro, due punti (la sottolineatura è nostra): 

41. L'Alleanza intende mantenere la capacità militare necessaria per realizzare
l'intera gamma delle missioni della NATO. Principi supremi per tutte le
missioni dell'Alleanza sono quelli della solidarietà e della unità strategica
degli Alleati. Le forze dell'Alleanza devono garantire l'efficacia militare
e la libertà d'azione della NATO. La sicurezza di tutti gli Alleati è indivisibile:
un attacco ad uno di essi è un attacco a tutti. Relativamente alla difesa
collettiva come prevista dall'Art. 5 del Trattato di Washington, le forze
militari congiunte dell'Alleanza devono avere un potere di deterrenza nei
confronti di ogni potenziale aggressione contro di essa, e, se un attacco
dovesse verificarsi ugualmente, devono essere in grado di fermare l'avanzata
di un aggressore quanto prima possibile, e di assicurare indipendenza politica
e integrità territoriale degli stati membri. Devono anche essere preparate
a contribuire alla prevenzione dei conflitti e a condurre operazioni d'intervento
in caso di crisi non previste dall'Art. 5. Le forze dell'Alleanza hanno
un ruolo essenziale nel sostenere la cooperazione e l'intesa con i partner
della NATO e con gli altri stati, in particolare nell'aiutare i partner
nel prepararsi a possibili partecipazioni ad operazioni di PfP a guida NATO.
In questo modo esse contribuiscono alla preservazione della pace, alla salvaguardia
degli interessi comuni di sicurezza dei membri dell'Alleanza, e al mantenimento
della sicurezza e della stabilità dell'area euro-atlantica. Con l'azione
di deterrenza dall'uso di armi NBC, esse contribuiscono agli sforzi dell'Alleanza
diretti a prevenire la proliferazione di queste armi e dei loro vettori.

43. Il principio dell'impegno collettivo nella difesa dell'Alleanza si sostanzia
in intese concrete che mettono gli Alleati in condizione di godere dei sostanziali
vantaggi politici, militari e di risorse della difesa collettiva, e che
prevengono la rinazionalizzazione delle politiche di difesa, senza privare
gli Alleati della loro sovranità. Queste intese mettono altresì le forze
della NATO in condizione di portare avanti operazioni d'intervento in caso
di crisi non previste dall'Art. 5 e costituiscono un prerequisito per una
risposta coerente dell'Alleanza a tutte le possibili evenienze. Esse si
basano su procedure di consultazione, su una struttura militare integrata
e su accordi di cooperazione. Le caratteristiche principali comprendono
una pianificazione collettiva delle forze; finanziamenti comuni; una pianificazione
operativa comune; formazioni multinazionali, meccanismi organizzativi dei
quartier generali e dei comandi; un sistema integrato della difesa aerea;
un bilanciamento dei ruoli e delle responsabilità tra gli Alleati; lo stazionamento
e il dispiegamento di forze fuori dal territorio nazionale, quando richiesto;
intese, compresa la pianificazione, riguardo alla gestione delle crisi e
alla predisposizione dei rinforzi; parametri e procedure comuni in materia
di attrezzature, addestramento e logistica; elaborazioni teoriche ed esercitazioni
congiunte ed integrate quando necessarie; e cooperazione riguardo alle infrastrutture,
agli armamenti e alla logistica. L'inclusione dei partner della NATO in
questi progetti o lo sviluppo di progetti similari per loro, in aree appropriate,
è anche strumentale al rafforzamento della cooperazione e degli sforzi comuni
per quel che riguarda la sicurezza euro-atlantica.

In sostanza crediamo che la previsione di "operazioni non previste dall'articolo
5" rappresenti una violazione surrettizia dello stesso Statuto della Nato
- e che sia stato previsto proprio per non doverlo discutere in Parlamento.

Forse ci sbagliamo e allora lo chiediamo a voi: chiediamo cioè che ci sia
un dibattito formale in Parlamento per modificare lo Statuto della Nato
e comunque per approvare il "Nuovo concetto strategico". Questa sarebbe
un'occasione per far partecipare il popolo italiano - a nome del quale parlate
- alla discussione su scelte così importanti per la nostra esistenza e per
quella dei nostri figli e nipoti.

Indirizzi parlamentari:

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brignone_g at posta.senato.it <mailto:brignone_g at posta.senato.it>

dini_l at posta.senato.it <mailto:dini_l at posta.senato.it>

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malan_l at posta.senato.it <mailto:malan_l at posta.senato.it>

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nieddu_g at posta.senato.it <mailto:nieddu_g at posta.senato.it>

palombo_m at posta.senato.it <mailto:palombo_m at posta.senato.it>

  
ANGIONI_F at CAMERA.IT <mailto:ANGIONI_F at CAMERA.IT>

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