sempre sulla maddalena dalla nuova del 15\9\2004 e uranio impoverito



  
Pagina 8 - Sardegna 
  
LA MADDALENA    
Offensiva politica contro l?ampliamento della base americana  
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 ROMA. Sull?ampliamento della base della Us Navy a Santo Stefano si surriscalda
il clima politico. Ieri è cominciata un?offensiva parlamentare con due interrogazioni
presentate dal verde Mauro Bulgarelli e da Elettra Deiana di Rifondazione.
Bulgarelli chiede di sapere dal ministro della Difesa perchè i lavori di
ampliamento della base di Santo Stefano siano cominciati con 20 giorni di
anticipo rispetto alla data del 15 settembre, fissata dalla commissione
tecnica militare. «E? noto - dice Bulgarelli - che in Sardegna esista una
forte opposizione nei confronti della base Usa della Maddalena, supportata
da pronunciamenti della giunta regionale e tale da portare all?indizione
di un referendum, bocciato in prima istanza e sul quale si attende l?esito
del ricorso presentato dai promotori». Bulgarelli rivolge anche un appello
al presidente della regione Sardegna, Renato Soru, «perché prenda visione
degli accordi internazionali riguardanti la base e faccia valere, presso
il ministero della Difesa, il parere più volte espresso dalla giunta di
smantellamento della base di S. Stefano».
 Simili le domande poste da Elettra Deiana, capogruppo di Rifondazione Comunista
in Commissione Difesa alla Camera in un?interpellanza al presidente del
Consiglio e al ministro della Difesa sull?ampliamento della base Usa: «In
base a quali valutazioni di urgenza avanzate dalla Us Navy e dal Pentagono,
il ministero della Difesa ha acconsentito all?avvio dei lavori per la trasformazione
del punto di approdo di Santo Stefano in un insediamento americano sul territorio
italiano?»
 «Perchè il Governo - è scritto nel documento - continua a non chiarire
quale sia l?entità dei lavori di ampliamento del punto d?appoggio della
Us Navy e quale sia la reale portata della riorganizzazione della presenza
americana? In base a quali considerazioni politiche e valutazioni strategiche
relative alla difesa nazionale il governo ha ritenuto legittimo interpretare
il memorandum del ?72 nel senso di concedere un?espansione della presenza
americana alla Maddalena e per quale motivo tale scelta non è stata discussa
in sede parlamentare?
 Sul caso iniziative politiche anche in consiglio regionale. Rifondazione
comunista, primo firmatario il capogruppo Antonello Licheri, ha chiesto
l?intervento del presidente della Regione Renato Soru e degli assessori
all?Ambiente e all?Urbanistica per riaprire «un tavolo di confronto» con
il ministro della Difesa Antonio Martino che aveva autorizzato il progetto
di ristrutturazione, nonostante il parere negativo espresso dal Comipa nel
luglio 2003».
 
Indagine parlamentare sull?uranio impoverito  
  
Nasce la commissione monocamerale d?inchiesta Delegazione di militari malati
ricevuta al Senato  
  
  
  
  
 

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 ROMA. Al di là dei risultati che raggiungerà, la nascita della commissione
parlamentare d?inchiesta rappresenta un evento politicamente rilevante.
Perché è finalmente il Parlamento a prendere in mano la delicata questione
dell?uranio impoverito. Si apre cioé una nuova stagione nella cupa tragedia
di centinaia di militari italiani ammalatisi di tumori del sistema emolinfatico
dopo essere stati in teatri di guerra. E nasce una nuova speranza di rendere
giustizia a quei cittadini in divisa che hanno pagato con l?estremo sacrificio
della vita il loro senso del dovere. Oggi al Senato nasce una commissione
parlamentare d?inchiesta che cercherà di capire se la lunga catena di dolore
è stata provocata da quello che negli Stati Uniti viene chiamato il ?metallo
del disonore?.
 E sicuramente quella di oggi è le prima importante vittoria di quel movimento
d?opinione alimentato dal disperato impegno dei militari malati e dei familiari
dei soldati stroncati da leucemie e linfomi. Ed è una vittoria per quelle
associazioni che negli ultimi anni hanno combattuto contro i silenzi e le
smentite rassicuranti del governo e delle alte gerarchie militari. Ieri,
questo mondo di sofferenza ha manifestato pacificamente davanti a Palazzo
Madama ed è stato poi ricevuto Domenico Contestabile, presidente della Commissione
difesa del Senato. C?era naturalmente anche Falco Accame, presidente dell?Anavafaf,
una delle associazioni presenti all?incontro ed ex presidente della Commissione
Difesa della Camera. Accame negli ultimi anni è stato senz?altro l?uomo
di punta del movimento d?opinione che cerca di fare chiarezza sugli effetti
prodotti dai proiettili all?uranio impoverito: ha raccolto testimonianze
e pareri scientifici, ha sostenuto e assistito le famiglie dei giovani militari
morti di tumore del sistema emolinfatico. Ma soprattutto, con il suo impegno
continuo, è riuscito a scoprire nuovi casi di malati, che altrimenti erano
destinati a non esistere nelle statistiche ufficiali.
 «La questione di fondo che interessa la costituenda commissione del Senato
sull?uranio impoverito - ha detto ieri Falco Accame - non è tanto una questione
medica, quanto politico-militare. Infatti, fin quando non si scoprirà la
eziopatologia dei tumori, non si potrà affermare con certezza nè che l?uranio
è causa dei tumori, nè che non lo è».
 «In questa situazione di incertezza - ha detto ancora Accame - si deve
applicare il cosiddetto ?principio di precauzione?, visto che ci si può
difendere bene con protezioni di sicurezza. Gli Stati Uniti, dopo l?esperienza
della guerra del Golfo, hanno adottato norme di protezione già in Somalia,
dal 14 ottobre 1993, mentre per gli italiani le norme sono comparse solo
il 22 novembre 1999. Quindi per sei anni il nostro personale è stato esposto
senza protezioni e nei poligoni continuano a esserlo tutt?ora».
 «Anche in Iraq e in Afghanistan - ha continuato il presidente dell?Anavafaf
- sembra che le norme non siano state adottate, almeno da quanto si è potuto
vedere in televisione finora: non è mai comparso un militare che indossasse
una maschera».
 Secondo Accame «è questo il problema di fondo che la Commissione dovrà
prendere in considerazione e che è legato a quello dei risarcimenti. Nessuna
causa di servizio è stata concessa per la specifica responsabilità dell?uranio
impoverito perchè, si dice, manca la certezza del legame. Ma infinite cause
di servizio sono state concesse sulla base di un nesso meramente ?probabilistico?
e non di certezza. Si dovrà allora stabilire il perchè di questa diversità
di trattamento».
 Dopo l?incontro tra Contestabile e i parenti dei militari morti o ammalatisi,
sono cominciate ad arrivare le prime reazioni politiche che sembrano raccontare
un clima nuovo sulla questione dell?uranio impoverito. Pare infatti che
si stia progressivamente attenuando quella contrapposizione che rischiava
di ?politicizzare? il problema, sviandolo dalla sua sostanza. E cioé il
problema di garantire la salute dei cittadini in divisa.
 «La commissione d?inchiesta sull?uranio impoverito dovrà verificare le
condizioni che hanno provocato malattia e morte tra i militari italiani
che hanno partecipato alle missioni internazionali anche perchè sia possibile
risarcire chi è stato gravemente colpito» ha detto il senatore ds Lorenzo
Forcieri.
 «Domani approveremo l?istituzione della commissione d?inchiesta monocamerale,
visto che in commissione Difesa è stato trovato un accordo sostanziale»
ha detto ancora Forcieri.
 Secondo Italo Arcuri, responsabile delle politiche sociali dei Comunisti
Italiani, l?istituzione della commissione d?inchiesta sull?uranio impoverito
«è un fatto positivo che va nella giusta direzione. Ora però, sarebbe sciocco
e insensato non farla lavorare bene. Per questa ragione va accolta la sacrosanta
e giusta richiesta avanzata dall?Anavafaf e dall?Osservatorio Militare di
coinvolgere familiari e legali rappresentanti nell?organismo di inchiesta».
 «Proprio con l?aiuto di chi ha sofferto sulla propria pelle il dramma di
un figlio morto o ammalatosi di uranio - ha proseguito Arcuri - la Commissione
d?inchiesta deve essere capace di fare chiarezza una volta per tutte su
questa terribile materia, bandendo qualsiasi tentativo di depistaggio o
di occultamento, che sull?argomento è stato fatto».
 «Mi unisco alle richieste avanzate oggi a Palazzo Madama dalla delegazione
di militari malati per presunta contaminazione da uranio impoverito - ha
detto il capogruppo dei Verdi Stefano Boco -. Tutte le istituzioni devono
impegnarsi per far luce sui casi di morte e sulle patologie, legate all?uso
dell?uranio impoverito, che hanno colpito i militari impegnati in missioni
internazionali. Occorre trasparenza. In una democrazia non possono esserci
zone d?ombra anche quando i fatti riguardano la sfera militare. Tra l?altro
la questione rimane ancora aperta, in quanto i nostri militari continuano
a essere esposti senza alcuna protezione».
 E infine Luigi Malabarba, da anni impegnato sul fronte dell?uranio impoverito:
«Finalmente una Commissione parlamentare d?inchiesta. Ha sortito effetto
la pressione delle vittime e dei loro familiari: almeno 30 morti e quasi
300 ammalati di leucemia tra i soli militari italiani in missione». (p.m.)