sulle case della marina della madfdalena



  nuova  sardegna  cronaca  gallura  del  4\4\2004

Alloggi, non c'è impegno di vendita»
Grondona replica ai Ds sulle case della Marina: avete sbagliato voi ."Siamo
impegnati a trovare risposte"

 LA MADDALENA. I Ds lo avevano attaccato, sulle case della Marina che non
passeranno al Comune. E lui, l'assessore Giacomo Grondona, ora vuole
puntualizzare. Dice: «La convenzione firmata il 24 marzo a Cagliari fra
Regione, Comune e Difesa è un atto preliminare che intende chiudere una
annosa operazione di scambio di beni tra Marina e Regione. L'accordo di
programma nasceva come permuta e in quanto tale non poteva attuarsi poiché,
in questi ultimissimi anni, ci si è resi conto pienamente della portata dell
'articolo 14 dello statuto sardo, in cui vi è scritto che non potevano
essere oggetto di permuta alloggi demaniali costruiti ante 1948, non più
utili ai fini istituzionali della Marina e che quindi, di diritto, dovevano
passare al patrimonio regionale».
 L'accordo di programma, ragiona Grondona, era nato dall'esigenza di
garantire a famiglie senza tetto il diritto di continuare ad abitare gli
alloggi senza il rischio di essere sfrattati, e in cambio la Regione, per
mano del Comune, avrebbe costruito nuovi alloggi per gli usi istituzionali
della Difesa. «La Regione ha comunque voluto onorare un accordo iniziato da
precedenti amministrazioni, che ha visto intanto la Marina tener fede ai
patti, dismettendo i primi 155 alloggi, con la possibilità di dimetterne
altri. Qualcuno - prosegue Grondona - in tutti questi anni ha dato per
scontato che da tale permuta si giungesse poi alla vendita degli alloggi
alle famiglie occupanti, ma di questa soluzione non si trovano tracce
scritte nell'accordo di programma come in atti ufficiali, fermo restando l'
impegno di questa amministrazione a raggiungere l'obiettivo di garantire il
diritto costituzionale alla proprietà della prima casa. Una volta acquisiti
al patrimonio della Regione tutti questi beni sono oggetto di verifica da
parte degli uffici tecnici regionali come quelli dell'agenzia del Demanio,
affinché si individuino le condizioni e gli eventuali abusi. Insomma se ne
vuole conoscere l'entità e lo stato di tale patrimonio che ora si trova la
Regione. Nel frattempo la stessa Regione intende concedere in comodato al
Comune tutti gli alloggi, nel rispetto delle leggi esistenti in materia di
edilizia economica e popolare, perché destinati a soddisfare le esigenze
abitative del Comune. Ma cos'è questo comodato? Spiega Grondona: «E' tutto
da definire l'esatto quadro di questo comodato che, se da un lato pone il
Comune come ente gestore e di controllo, dall'altro potrebbe porlo in grosse
difficoltà se, ipotizzando che questo, e non la Regione, fosse destinatario
dei canoni, andrebbe incontro ad oneri di manutenzioni straordinarie che non
può oggettivamente accollarsi, come non può accollarsi altri carichi tipo
sanatorie». Insomma: il Comune non può prenderli, ora, gli alloggi, perché
non avrebbe i soldi per gestirli.
 E la posizione, critica, dei Ds? Ancora l'assessore: «I Ds non dovrebbero
dolersi del mancato introito dei canoni, una volta che la Marina li dovrà
introitare per far fronte alle manutenzioni ordinarie e straordinarie che
già di fatto inizieranno nell'immediato per i problemi dovuti al non uso
degli alloggi. Non si può allora parlare di stupidità politica quando si
considerano gli aspetti di un problema sia dal punto di vista politico che
da quello tecnico, non dimenticando l'aspetto urbanistico che assume
importanza preminente nel sanare una situazione di generale degrado della
maggior parte degli immobili in questione. Si deve pensare, per esempio, a
piani di recupero dei quartieri interessati per rendere giustizia a una
città che chiedeva sviluppare un programma di assetto urbanistico all'
altezza delle sue bellezze naturali, se si vuole attrarre turismo. E' in
nome di questa dignità che ci si deve muovere, pensando a una programmazione
che vada oltre l'interesse spicciolo e personale. C'è un interesse
preminente collettivo che però non confligge con quello di garantire alla
famiglia senza tetto la proprietà di una casa nuova in un contesto
urbanistico di pregio. Ora che questo patrimonio è pervenuto alla Regione,
ci si confronterà per chiarire tutti gli aspetti derivanti dal passaggio dei
beni».
 Grondona chiude confermando che l'amministrazione si muoverà a piccoli
passi, uno dopo l'altro: «Ritengo che stiamo ottenendo buoni risultati, e
non si faccia, per carità, demagogia per motivi elettorali, perché appare
quantomeno divertente sentir dichiarare l'impegno, la sottoscrizione e le
promesse elettorali, proprio da chi, avendo governato il quinquennio
precedente al nostro, e avendo già improntato la propria campagna personale
su queste case, aveva tutto il tempo di fare quello che si propone ora...».
Andrea Nieddu