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sulle case della marina della madfdalena
- Subject: sulle case della marina della madfdalena
- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Sun, 4 Apr 2004 10:44:33 +0200
nuova sardegna cronaca gallura del 4\4\2004 Alloggi, non c'è impegno di vendita» Grondona replica ai Ds sulle case della Marina: avete sbagliato voi ."Siamo impegnati a trovare risposte" LA MADDALENA. I Ds lo avevano attaccato, sulle case della Marina che non passeranno al Comune. E lui, l'assessore Giacomo Grondona, ora vuole puntualizzare. Dice: «La convenzione firmata il 24 marzo a Cagliari fra Regione, Comune e Difesa è un atto preliminare che intende chiudere una annosa operazione di scambio di beni tra Marina e Regione. L'accordo di programma nasceva come permuta e in quanto tale non poteva attuarsi poiché, in questi ultimissimi anni, ci si è resi conto pienamente della portata dell 'articolo 14 dello statuto sardo, in cui vi è scritto che non potevano essere oggetto di permuta alloggi demaniali costruiti ante 1948, non più utili ai fini istituzionali della Marina e che quindi, di diritto, dovevano passare al patrimonio regionale». L'accordo di programma, ragiona Grondona, era nato dall'esigenza di garantire a famiglie senza tetto il diritto di continuare ad abitare gli alloggi senza il rischio di essere sfrattati, e in cambio la Regione, per mano del Comune, avrebbe costruito nuovi alloggi per gli usi istituzionali della Difesa. «La Regione ha comunque voluto onorare un accordo iniziato da precedenti amministrazioni, che ha visto intanto la Marina tener fede ai patti, dismettendo i primi 155 alloggi, con la possibilità di dimetterne altri. Qualcuno - prosegue Grondona - in tutti questi anni ha dato per scontato che da tale permuta si giungesse poi alla vendita degli alloggi alle famiglie occupanti, ma di questa soluzione non si trovano tracce scritte nell'accordo di programma come in atti ufficiali, fermo restando l' impegno di questa amministrazione a raggiungere l'obiettivo di garantire il diritto costituzionale alla proprietà della prima casa. Una volta acquisiti al patrimonio della Regione tutti questi beni sono oggetto di verifica da parte degli uffici tecnici regionali come quelli dell'agenzia del Demanio, affinché si individuino le condizioni e gli eventuali abusi. Insomma se ne vuole conoscere l'entità e lo stato di tale patrimonio che ora si trova la Regione. Nel frattempo la stessa Regione intende concedere in comodato al Comune tutti gli alloggi, nel rispetto delle leggi esistenti in materia di edilizia economica e popolare, perché destinati a soddisfare le esigenze abitative del Comune. Ma cos'è questo comodato? Spiega Grondona: «E' tutto da definire l'esatto quadro di questo comodato che, se da un lato pone il Comune come ente gestore e di controllo, dall'altro potrebbe porlo in grosse difficoltà se, ipotizzando che questo, e non la Regione, fosse destinatario dei canoni, andrebbe incontro ad oneri di manutenzioni straordinarie che non può oggettivamente accollarsi, come non può accollarsi altri carichi tipo sanatorie». Insomma: il Comune non può prenderli, ora, gli alloggi, perché non avrebbe i soldi per gestirli. E la posizione, critica, dei Ds? Ancora l'assessore: «I Ds non dovrebbero dolersi del mancato introito dei canoni, una volta che la Marina li dovrà introitare per far fronte alle manutenzioni ordinarie e straordinarie che già di fatto inizieranno nell'immediato per i problemi dovuti al non uso degli alloggi. Non si può allora parlare di stupidità politica quando si considerano gli aspetti di un problema sia dal punto di vista politico che da quello tecnico, non dimenticando l'aspetto urbanistico che assume importanza preminente nel sanare una situazione di generale degrado della maggior parte degli immobili in questione. Si deve pensare, per esempio, a piani di recupero dei quartieri interessati per rendere giustizia a una città che chiedeva sviluppare un programma di assetto urbanistico all' altezza delle sue bellezze naturali, se si vuole attrarre turismo. E' in nome di questa dignità che ci si deve muovere, pensando a una programmazione che vada oltre l'interesse spicciolo e personale. C'è un interesse preminente collettivo che però non confligge con quello di garantire alla famiglia senza tetto la proprietà di una casa nuova in un contesto urbanistico di pregio. Ora che questo patrimonio è pervenuto alla Regione, ci si confronterà per chiarire tutti gli aspetti derivanti dal passaggio dei beni». Grondona chiude confermando che l'amministrazione si muoverà a piccoli passi, uno dopo l'altro: «Ritengo che stiamo ottenendo buoni risultati, e non si faccia, per carità, demagogia per motivi elettorali, perché appare quantomeno divertente sentir dichiarare l'impegno, la sottoscrizione e le promesse elettorali, proprio da chi, avendo governato il quinquennio precedente al nostro, e avendo già improntato la propria campagna personale su queste case, aveva tutto il tempo di fare quello che si propone ora...». Andrea Nieddu
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