Sottomarini nucleari infestano il mare della Sardegna



 nuova sardegna  del 24\3\2004


ALLARME DI LEGAMBIENTE
«Sottomarini nucleari infestano il mare della Sardegna»



 ROMA. «Ogni anno sono tantissimi i sottomarini nucleari che incrociano il
Mediterraneo» di diverse nazionalità ma soprattutto americani. In
particolare, nell'ultimo decennio sono stati circa 80 i viaggi verso l'
Italia o Paesi limitrofi. L'Adriatico è il mare più frequentato; i porti di
La Spezia, Taranto e Napoli i più interessati mentre le esercitazioni si
svolgono soprattutto nelle acque di Sardegna e Sicilia. E' quanto afferma
uno studio di Legambiente. L'associazione, spiega, ha monitorato attraverso
informazioni raccolte presso le capitanerie, articoli di giornale,
documentazioni sulla movimentazione nei porti, i passaggi di sommergibili
lungo le nostre coste.
 «Si tratta sicuramente - sostiene l'associaizone ambientalista - di un dato
sottostimato (non si dimentichi che c'è il segreto militare sulle rotte di
navigazione) ma che comunque fa riflettere». L'Adriatico, prosegue
Legambiente, «è sicuramente il mare più frequentato ma i sottomarini
percorrono spesso anche il Tirreno e lo Jonio. La Spezia, Taranto e Napoli
sono i porti prediletti per i passaggi e le soste dei sottomarini americani.
I luoghi dove si concentrano maggiormente sono però La Maddalena, in
Sardegna, e le acque della Sicilia che ospita le due basi militari di
Sigonella e Augusta. Intorno a queste, ma anche ad altre isole, si svolgono
infatti le esercitazioni vere e proprie».
 Negli ultimi anni, prosegue Legambiente, «hanno solcato il mare nostrum
sommergibili nucleari di varie nazionalità: inglesi, francesi, russi e
americani. Questi ultimi rappresentano però oltre il 90% dei sottomarini
nucleari transitati nelle acque del bacino».
 Legambiente ricorda che proprio alla Maddalena si è verificato nel mese di
ottobre 2003, l'incidente del sommergibile nucleare Hartford. In base all'
accaduto, aggiunge, Legambiente ha chiesto di accertare i valori di
radioattività nelle acque dell'arcipelago, «valori risultati oltre la norma
ad un'analisi francese». Secondo Legambiente, è poi necessario «valutare l'
adeguatezza del piano ufficiale di evacuazione dell'area in caso di
incidente nucleare». Piano che andrebbe «integrato con principi più rigidi»,
aggiunge Legambiente, sostenendo che «il progetto di ampliamento della base
statunitense della Maddalena è una decisione insulsa», visto che «il Parco
nazionale rappresenta una risorsa e un patrimonio preziosissimo in uno dei
tratti di mare più belli e frequentati del Tirreno».