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anche qualche impreditore capisce che la base alla maddalena è dannosa per il turismo e altre novità
- Subject: anche qualche impreditore capisce che la base alla maddalena è dannosa per il turismo e altre novità
- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Thu, 18 Mar 2004 14:51:55 +0100
unione sarda edizione Gallura del 17\3\2004 L'opposizione in Consiglio lancia l'ipotesi dei rischi per l'economia locale LA MADDALENA La base americana di Santo Stefano La base che esclude l'economia locale fa paura. E il gruppo di minoranza Buon Vento continua a invocare un consiglio comunale. L'obiettivo è quello di discutere temi particolarmente urgenti, che non riguardano solo l' approvazione del bilancio di previsione, ma la situazione economica stagnante. L'esigenza di cambiare registro nei rapporti tra economia locale e Marina Usa, ad esempio: questo è il tema che vivacizza la battaglia politica nel palazzo e fuori. Si è tenuta una conferenza dei capigruppo consiliari,ma la maggioranza e l'opposizione si sono lasciate in cagnesco, così come si sono incontrate. Il presidente del consiglio comunale, Antonio Satta, afferma che «nell'attuale contingenza dell'economia isolana occorre uscitare rapporti operativi più chiari con la Marina Statunitense». Critico con l'amministrazione Usa, il presidente afferma che occorre «fare in modo che i soldi restino qui. Non è facendo simposi ed invitando le ditte locali che si risolve il problema; non è una questione di insufficienza tecnica delle imprese del luogo, la verità - ha proseguito Satta - è che il comando Usa a noi chiede contatti, però i soldi vanno a Napoli ed a Gaeta». L'opposizione esprime solidarietà ad Antonio Satta «che oltre ad essere presidente del Consiglio, è anche imprenditore e comprendiamo - afferma Pier Franco Zanchetta - il suo malumore quando si accorge che due gare da 1,6 milioni e da 650 mila euro prendono altre strade». Continua il portavoce di Buon Vento: «Questa è un'amministrazione asservita completamente a Roma e a Cagliari e non riesce a gestire alcun piano economico di rilancio solo perché non ne ha uno». La sinistra paventa che di fronte a un aumento della volumetria del punto d'appoggio e la concentrazioni delle attività a Santo Stefano «l'economia locale sarebbe penalizzata ulteriormente, dato che sono in programma supermercati ed altri servizi» e che la Marina Usa per contenere le spese sia intenzionata a portare a La Maddalena «sempre più personale senza familiari al seguito». Insomma,la base si avvierebbe a diventare sempre di più strettamente tecnica, isolandosi ancor di più dal contesto economico locale. FRANCESCO NARDINI rischio i 180 italiani della Base: il sindaco si rivolge alla Regione ---------- dalla nuova sardegna ( stessa data ) La Maddalena, la notizia dei licenziamenti è ufficiale La Giudice scrive a Masala e a Roma: «Se qualcuno deve perdere il posto che siano gli americani» GUIDO PIGA LA MADDALENA. Potenziano (gli americani). Licenziano (gli italiani). Il giorno dopo l'intervista-choc alla "Nuova" («via gli americani se c'è radioattività»), il sindaco della Maddalena Giudice rinforza la svolta anti-Usa. Partendo da una notizia: la Us Navy potrebbe tagliare i posti di lavoro degli italiani (180) nella base di Santo Stefano. E scrive alla Regione e al Governo: «Se si licenzia, si caccino gli americani». La notizia era stata anticipata da Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Ds; da ieri è in una lettera ufficiale del sindaco Rosanna Giudice al presidente della Regione Italo Masala, di An come lei; ed è soprattutto confermata dai sindacati: gli Usa potrebbe licenziare il personale italiano. Ecco i fatti: tre giorni fa, nel teatro della base di Santo Stefano, il comandante della Us Navy, Gardiner, ha convocato i dipendenti civili italiani. «Vi comunico che, in seguito al riassetto della basi americane in Europa, potrebbero esserci licenziamenti nel personale italiano». Così, telegrafico. A quel punto, i sindacalisti (i lavoratori sono 180) hanno chiesto chiarimenti. Uno su tutti: «Licenziamenti anche alla Maddalena?». Alla domanda, Gardiner ha risposto così: «Non posso dire molto. Non so dove saranno i licenziamenti. Io mi batterò perché i posti di lavoro della Maddalena non siano toccati, ma non posso garantire nulla». Che non possa garantire, si capisce: Gardiner andrà via a breve (qualche mese); eppoi, il Pentagono ha in atto una smobilitazione ampia. Per esempio: chiuderà la base di Gaeta, quella in cui la Giudice, provocatoriamente, voleva mandare gli americani, se si scoprirà essere loro la causa dei valori al di sopra della media della radioattività. Ai sindacalisti, Gardiner ha confermato l' indiscrezione: "Gaeta chiude". Che cosa succederà, ora? Alla Maddalena si vivono paradossi angoscianti. Uno è illuminante: da una parte la base Usa, secondo molte fonti autorevoli, aumenta di volumetria (e anche di capacità bellica: più sottomarini e più navi, per farla breve); dall'altra caccia i dipendenti, ma solo quelli italiani (quelli americani possono essere sempre trasferiti). Una situazione che, nell'incertezza, allarma non poco i lavoratori: della questione sono state messe a conoscenze le segreterie territoriali e regionali; possibili, nei prossimi giorni, manifestazioni. Guerra psicologica? Gli Usa minacciano ritorsioni per l'opposizione al potenziamento della base? Che sia così, il centrosinistra lo denuncia da tempo. E Zanchetta, anticipando una iniziativa prevista per oggi, riconferma: «Non può che farci piacere che il sindaco ci dia ragione dopo due anni di battaglie - dice, riprendendo le dichiarazioni della Giudice alla "Nuova" -. Il sindaco condivide le nostre posizioni, finalmente: gli Usa sono un freno allo sviluppo. Ma sulla "svolta" ci sono sospetti. Ho l'impressione che la Giudice abbia messo in atto un altro dei suoi comportamenti di schizofrenia politica solo per fini elettoralistici». Elezioni o no, dopo le dichiarazioni del sindaco, nel centrodestra scoppia un caso. Regionale e nazionale. Stanca di subire per proteggere tutti, la Giudice ha scritto una lunga lettera al presidente della Regione Masala, di An come lei. E accusa. Difende la scelta di chiedere agli Usa «benefici economici che la loro presenza dovrebbe garantire a parziale compensazione dei rischi che il nucleare potrebbe rappresentare» scrive. Ma, aggiunge, nonostante «gli impegni del ministero della Difesa (quelli del 4 marzo) per sensibilizzare la Us Navy verso i maddalenini per i posti di lavoro e le gara d'appalto, nulla è cambiato. Le gare infatti continuano a essere svolte con criteri e regole che impediscono la partecipazione alle nostre imprese locali. Bisogna cambiare, invece, senza per questo ledere le regole della concorrenza (cui la Us Navy peraltro non si è mai attenuta». E sui licenziamenti, il sindaco chiede «fermamente il rispetto degli impegni sottoscritti dal ministero della Difesa presso la presidenza del Consiglio dei ministri, visto che il comando Usa ha la possibilità di ridurre, ove necessario, l'esubero occupazionale, incidendo sugli oltre 130 civili americani impiegati perché paranti dei militari». Come dire: se c'è da licenziare, si licenzino gli americani. E facendo così la Giudice lancia la palla non tanto al centrosinistra - che su questa posizione l'ha di molto preceduta e continua a essere critico sugli Usa - quanto al centrodestra, al governo sia a Cagliari che a Roma, perché il sindaco non sia più il paravento; ché qui, esserlo, è un bel guaio... sempre dallo stesso giornale cronaca di Olbia _Gallura IL DOCUMENTO «Guerra, base Usa, scorie: si pronunci l'assemblea civica» OLBIA. Iraq, base di Santo Stefano, scorie nucleari: il Forum gallurese per la pace e i diritti umani, cui aderiscono parecchie associazioni del territorio, chiederà al consiglio comunale di pronunciarsi su questi temi dichiarati «fondamentali». È necessario - si legge nel documento che sarà consegnato al presidente del consiglio comunale, al sindaco e alla giunta municipale - «un impegno diffuso e ampio nel promuovere il disarmo, la smilitarizzazione, la giustizia sociale». All'assemblea civica viene chiesto di prendere posizione sulla «presenza delle truppe italiane in Iraq senza alcun mandato Onu», sulla «presenza di basi militari straniere atte a offrire punto d'approdo e rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare nel territorio della Sardegna; e in particolare sull' ampliamento della base militare Usa a La Maddalena». Il terzo punto su cui i consiglieir comunali sono chiamati a pronunciarsi è «l'ingresso di rifiuti tossici di provenienza extraregionale per stoccaggio, trattamento e smaltimento».
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