anche qualche impreditore capisce che la base alla maddalena è dannosa per il turismo e altre novità



 unione sarda  edizione Gallura  del 17\3\2004

L'opposizione in Consiglio lancia
l'ipotesi dei rischi per l'economia locale
LA MADDALENA
La base americana di Santo Stefano


La base che esclude l'economia locale fa paura. E il gruppo di minoranza
Buon Vento continua a invocare un consiglio comunale. L'obiettivo è quello
di discutere temi particolarmente urgenti, che non riguardano solo l'
approvazione  del bilancio di previsione, ma la situazione economica
stagnante. L'esigenza di cambiare registro nei rapporti tra economia locale
e Marina Usa, ad esempio: questo è il tema che vivacizza la battaglia
politica nel palazzo e fuori. Si è tenuta una conferenza dei  capigruppo
consiliari,ma la maggioranza e l'opposizione si sono lasciate in cagnesco,
così come si sono incontrate. Il presidente del consiglio comunale, Antonio
Satta, afferma che «nell'attuale contingenza dell'economia isolana occorre
uscitare rapporti operativi più chiari con la Marina Statunitense». Critico
con l'amministrazione Usa, il presidente afferma che occorre
«fare in modo che i soldi restino qui. Non è facendo simposi ed invitando le
ditte locali che si risolve il problema; non è una  questione di
insufficienza tecnica delle imprese del luogo, la verità - ha proseguito
Satta - è che il comando Usa a noi chiede contatti, però i soldi vanno a
Napoli ed a Gaeta». L'opposizione esprime solidarietà ad Antonio Satta «che
oltre ad essere presidente del Consiglio, è anche imprenditore e
comprendiamo - afferma Pier Franco Zanchetta - il suo malumore quando si
accorge che due gare da 1,6 milioni e da 650 mila euro prendono altre
strade». Continua il portavoce di Buon Vento: «Questa è un'amministrazione
asservita completamente a Roma e a Cagliari e non riesce a gestire alcun
piano economico di rilancio solo perché non ne ha uno». La sinistra paventa
che di fronte a un aumento della volumetria del punto d'appoggio e la
concentrazioni delle attività a Santo Stefano «l'economia locale sarebbe
penalizzata ulteriormente, dato che sono in  programma supermercati ed altri
servizi» e che la Marina Usa per contenere le spese sia intenzionata a
portare a La Maddalena «sempre più personale senza familiari al seguito».
Insomma,la base si avvierebbe a diventare sempre di più strettamente
tecnica, isolandosi ancor di più dal contesto economico locale.
FRANCESCO NARDINI

 rischio i 180 italiani della Base: il sindaco si rivolge alla Regione

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 dalla nuova  sardegna  ( stessa data  )

La Maddalena, la notizia dei licenziamenti è ufficiale La Giudice scrive a
Masala e a Roma: «Se qualcuno deve perdere il posto che siano gli americani»

GUIDO PIGA

 LA MADDALENA. Potenziano (gli americani). Licenziano (gli italiani). Il
giorno dopo l'intervista-choc alla "Nuova" («via gli americani se c'è
radioattività»), il sindaco della Maddalena Giudice rinforza la svolta
anti-Usa. Partendo da una notizia: la Us Navy potrebbe tagliare i posti di
lavoro degli italiani (180) nella base di Santo Stefano. E scrive alla
Regione e al Governo: «Se si licenzia, si caccino gli americani».
 La notizia era stata anticipata da Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Ds;
da ieri è in una lettera ufficiale del sindaco Rosanna Giudice al presidente
della Regione Italo Masala, di An come lei; ed è soprattutto confermata dai
sindacati: gli Usa potrebbe licenziare il personale italiano.
 Ecco i fatti: tre giorni fa, nel teatro della base di Santo Stefano, il
comandante della Us Navy, Gardiner, ha convocato i dipendenti civili
italiani. «Vi comunico che, in seguito al riassetto della basi americane in
Europa, potrebbero esserci licenziamenti nel personale italiano». Così,
telegrafico. A quel punto, i sindacalisti (i lavoratori sono 180) hanno
chiesto chiarimenti. Uno su tutti: «Licenziamenti anche alla Maddalena?».
Alla domanda, Gardiner ha risposto così: «Non posso dire molto. Non so dove
saranno i licenziamenti. Io mi batterò perché i posti di lavoro della
Maddalena non siano toccati, ma non posso garantire nulla». Che non possa
garantire, si capisce: Gardiner andrà via a breve (qualche mese); eppoi, il
Pentagono ha in atto una smobilitazione ampia. Per esempio: chiuderà la base
di Gaeta, quella in cui la Giudice, provocatoriamente, voleva mandare gli
americani, se si scoprirà essere loro la causa dei valori al di sopra della
media della radioattività. Ai sindacalisti, Gardiner ha confermato l'
indiscrezione: "Gaeta chiude".
 Che cosa succederà, ora? Alla Maddalena si vivono paradossi angoscianti.
Uno è illuminante: da una parte la base Usa, secondo molte fonti autorevoli,
aumenta di volumetria (e anche di capacità bellica: più sottomarini e più
navi, per farla breve); dall'altra caccia i dipendenti, ma solo quelli
italiani (quelli americani possono essere sempre trasferiti). Una situazione
che, nell'incertezza, allarma non poco i lavoratori: della questione sono
state messe a conoscenze le segreterie territoriali e regionali; possibili,
nei prossimi giorni, manifestazioni. Guerra psicologica? Gli Usa minacciano
ritorsioni per l'opposizione al potenziamento della base? Che sia così, il
centrosinistra lo denuncia da tempo. E Zanchetta, anticipando una iniziativa
prevista per oggi, riconferma: «Non può che farci piacere che il sindaco ci
dia ragione dopo due anni di battaglie - dice, riprendendo le dichiarazioni
della Giudice alla "Nuova" -. Il sindaco condivide le nostre posizioni,
finalmente: gli Usa sono un freno allo sviluppo. Ma sulla "svolta" ci sono
sospetti. Ho l'impressione che la Giudice abbia messo in atto un altro dei
suoi comportamenti di schizofrenia politica solo per fini elettoralistici».
 Elezioni o no, dopo le dichiarazioni del sindaco, nel centrodestra scoppia
un caso. Regionale e nazionale. Stanca di subire per proteggere tutti, la
Giudice ha scritto una lunga lettera al presidente della Regione Masala, di
An come lei. E accusa. Difende la scelta di chiedere agli Usa «benefici
economici che la loro presenza dovrebbe garantire a parziale compensazione
dei rischi che il nucleare potrebbe rappresentare» scrive. Ma, aggiunge,
nonostante «gli impegni del ministero della Difesa (quelli del 4 marzo) per
sensibilizzare la Us Navy verso i maddalenini per i posti di lavoro e le
gara d'appalto, nulla è cambiato. Le gare infatti continuano a essere svolte
con criteri e regole che impediscono la partecipazione alle nostre imprese
locali. Bisogna cambiare, invece, senza per questo ledere le regole della
concorrenza (cui la Us Navy peraltro non si è mai attenuta».
 E sui licenziamenti, il sindaco chiede «fermamente il rispetto degli
impegni sottoscritti dal ministero della Difesa presso la presidenza del
Consiglio dei ministri, visto che il comando Usa ha la possibilità di
ridurre, ove necessario, l'esubero occupazionale, incidendo sugli oltre 130
civili americani impiegati perché paranti dei militari».
 Come dire: se c'è da licenziare, si licenzino gli americani. E facendo così
la Giudice lancia la palla non tanto al centrosinistra - che su questa
posizione l'ha di molto preceduta e continua a essere critico sugli Usa -
quanto al centrodestra, al governo sia a Cagliari che a Roma, perché il
sindaco non sia più il paravento; ché qui, esserlo, è un bel guaio...

 sempre  dallo stesso giornale  cronaca di Olbia _Gallura


IL DOCUMENTO
«Guerra, base Usa, scorie: si pronunci l'assemblea civica»
 OLBIA. Iraq, base di Santo Stefano, scorie nucleari: il Forum gallurese per
la pace e i diritti umani, cui aderiscono parecchie associazioni del
territorio, chiederà al consiglio comunale di pronunciarsi su questi temi
dichiarati «fondamentali». È necessario - si legge nel documento che sarà
consegnato al presidente del consiglio comunale, al sindaco e alla giunta
municipale - «un impegno diffuso e ampio nel promuovere il disarmo, la
smilitarizzazione, la giustizia sociale». All'assemblea civica viene chiesto
di prendere posizione sulla «presenza delle truppe italiane in Iraq senza
alcun mandato Onu», sulla «presenza di basi militari straniere atte a
offrire punto d'approdo e rifornimento anche a navi e sommergibili a
propulsione nucleare nel territorio della Sardegna; e in particolare sull'
ampliamento della base militare Usa a La Maddalena». Il terzo punto su cui i
consiglieir comunali sono chiamati a pronunciarsi è «l'ingresso di rifiuti
tossici di provenienza extraregionale per stoccaggio, trattamento e
smaltimento».