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GLOBALIZZAZIONE LIBERO SCAMBIO DI MERCI MA ANCHE DI ARMI E DI SCORIE D'URANIO
- Subject: GLOBALIZZAZIONE LIBERO SCAMBIO DI MERCI MA ANCHE DI ARMI E DI SCORIE D'URANIO
- From: rossana <rossana at comodinoposta.org>
- Date: Mon, 1 Mar 2004 13:41:16
Di fronte al bombardamento mediatico su G8 e anti-G8, alla finta contrapposizione fra i "cattivi" globalizzatori e i "buoni" antagonisti - rappresentanti di una protesta già ampiamente e irrecuperabilmente spettacolarizzata, metabolizzata, recuperata, edulcorata, e, tutto sommato, inutile! - avremmo quasi voglia di astenerci dal trattare ancora l'argomento, peraltro ampiamente sviscerato dal nostro giornale.
Ma siamo obbligati a tornare sul tema, per uno specifico aspetto, avvolto da una cortina di silenzio che sembra "omologare" globalisti e anti-globalisti stiamo parlando del mercato delle armi all'uranio impoverito e delle scorie d'uranio.
E' stato proprio l'Ammiraglio Falco Accame, presidente dell'"Associazione Nazionale Vittime Arruolate nelle Forze Armate", da sempre impegnato nella lotta contro l'omertà e le bugie che circondano l'uso delle micidiali armi al DU in ambito NATO, a lanciare il "J'accuse" su questo tema. Ha detto Accame: " La consegna del silenzio sembra accomunare globalisti e anti-globalisti riguardo al mercato delle armi all'uranio impoverito, armi ormai diffuse in moltissimi Paesi.
E riguarda anche la diffusione di materiale di scorie dei processi delle centrali nucleari.
Nessuno parla degli enormi utili dei produttori di queste armi, visto che il materiale usato è praticamente a costo zero ( dato che le centrali nucleari cercano di disfarsene) e viene rivenduto al prezzo di un metallo assai costoso, il tungsteno, materiale anche questo adatto per costruire proiettili ad alta penetrazione."
Ed è proprio vero mentre entrano fra gli argomenti del G8 "le guerre stellari", lo scudo spaziale , le armi nucleari, nessuno parla di armi all'uranio impoverito, sulla cui pericolosità ormai perfino il Pentagono e la Royal Academy sono obbligati a concordare.
Le industrie militari USA, che peraltro non sono le uniche produttrici di queste armi, le hanno distribuite in almeno 16 Paesi, tra i quali Israele, Taiwan, la Turchia, il Kuwait, l'Arabia Saudita.
"Forse - aggiunge Accame- "un lotto di queste armi è stato anche acquistato da parte dell'Italia con provenienza Israele e dislocato in Somalia durante l'operazione Restor Hope."
In Somalia gli USA hanno emanato rigorose norme di sicurezza per le loro truppe, in vista del fatto che i reparti americani si sarebbero potuti trovare in zone dove veniva utilizzato uranio impoverito.
Ricordiamo la testimonianza della vedova dell'elicotterista Pizzamiglio, impegnato nella missione "IBIS 1" e morto di cancro: la signora Pizzamiglio, rendendo pubbliche anche lettere del marito da Mogadiscio, ha raccontato che il marito e gli altri elicotteristi lavoravano senza protezioni e a mani nude e si chiedevano perché gli americani fossero bardati con tute e maschere come nella serie di "Alien", pur trovandosi sotto il sole a temperatura 40°.
Dice ancora Accame." Mezzi USA in grado di impiegare l'uranio impoverito sono stati usati in Somalia e, tra questi, gli aerei AC 130, i mezzi blindati Bradley e gli elicotteri Cobra."
Così la globalizzazione del mercato dell'uranio impoverito ha interessato paesi coinvolti in operazioni cosiddette di pace , condotte all'insegna dell'ONU, ma che , in pratica, sono state vere e proprie missioni di guerra.
Prima della Somalia, era toccato all'Iraq, durante la guerra del Golfo.
Dopo è stato il turno dei Balcani, e molti sono i casi di militari (e di civili!) che si sono gravemente ammalati al loro rientro in patria.
Ma la NATO ha condotto una campagna violentissima per mettere a tacere i sospetti, coadiuvata da cosiddetti "esperti", da Commissioni che difficilmente potrebbero essere definite "super partes", da politici bugiardi e da vertici militari silenziosi o con memorie lacunose.
"E' bene ricordare - sottolinea l'ammiraglio Accame - che il problema della diffusione delle armi all'uranio si inserisce in quello più vasto della diffusione di armi nei paesi più poveri: un problema che suscitò a suo tempo un vero e proprio scandalo di cui si fece portavoce la rivista dei Comboniani, "Nigrizia", diretta da Padre Zanotelli". Per quelle prese di posizione , Zanotelli fu costretto a dimettersi dalla conduzione della rivista.
- "L'impiego dell'uranio nelle armi produce degli effetti negativi e di lunghissima durata che le armi convenzionali non producono. Sappiamo dei tumori, dei linfomi, delle leucemie che questi armi provocano negli esseri viventi e dell'inquinamento, specie delle falde acquifere, che causano nell'ambiente. Il G8 dovrebbe farsi carico di questa problematica per far cessare la produzione delle armi all'uranio. E' una questione che riguarda essenziali diritti umani e che perciò dovrebbe far trovare d'accordo sia i promotori che i contestatori del G8. Ma gli enormi interessi economici in palio sono riusciti ad imporre il più assoluto silenzio. E' contro questa cortina di silenzio che dobbiamo batterci".
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