Pisa, un'arma contro gli scafisti




Pisa, un'arma contro gli scafisti
Scariche elettromagnetiche per mettere fuori uso i motori
Il dispositivo, collocato su elicotteri, navi o motovedette, sparerebbe raggi a un chilometro di distanza o poco più

PISA. Circa quindici anni orsono c'è stato un incidente a seguito del quale è precipitato al suolo un elicottero dei Carabinieri. I periti accorsi stabilirono il nesso causale nella vicinanza dell'elicottero ad un campo magnetico, che avrebbe con unfascio bloccato il motore. da qui iniziarono gli studi per mettere a punto il meccanismo annunciato in questi giorni in grado di sparare raggi invisibili elettromagnetiche in grado di bloccare i motori delle navi, motoscafi e quanto altro. Il marchingegno, messo a punto dai  ricercatori del «Centro interforze studi per le applicazioni militari» (Cisam), che ha sede a San Piero a Grado, alle porte di Pisa, starebbe per essere dato in dotazione alla nostra Guardia Costiera.

Un progetto, questo, che parte da lontano e che, per motivi di segretezza militare (la sperimentazione, tra l'altro è stata condotta assieme alla Polizia di Stato) non può ancora essere divulgato nei suoi dettagli. Di sicuro si è appreso dell'efficacia di quest'arma elettronica che, in realtà, arma non è, dato che non produrrebbe (e qui è bene usare il condizionale) nessun danno agli essere umani, concentrando la sua azione distruttrice alle componenti elettroniche dei motori, siano essi a benzina, miscela, gasolio ed idrogeno.
«Il Cisam ha i migliori uomini e le migliori attrezzature, non solo per l'Italia, per raggiungere certi obiettivi scientifici», dice l'ingegnere Dino Dini, dell'Università di Pisa, per due decenni direttore scientifico del Cisam, ed a lungo consulente della Nasa.
«Gli studi sulla compatibilità elettromagnetica vengono svolti da molto tempo. Verificando le reazioni di scariche elettromagnetiche sugli apparati elettronici dei mezzi militari, abbiamo potuto verificare, più volte, come questi subissero anomalie. Prove in genere effettuate nella camera schermata "semianecoica", tra quelle più grandi oggi esistenti, dove trovano posto anche grandi tank come il "Leopard", hanno fornito risultati sorprendenti, confermati anche dalle successive prove effettuate nel grande poligono denominato Emp, situato all'interno del Cisam, struttura tra le migliori del mondo, dotata di complesse strumentazioni che consentono di "colpire" con precisione anche mezzi ancora più grandi».
«Ritengo - prosegue Dini - che questo generatore di scariche elettromagnetiche sia oggi perfezionato a tal punto che una volta collocato a bordo di un mezzo quale una nave, una motovedetta, un elicottero, dove non occuperebbe grande spazio, possa essere utilizzato senza far male a nessuno per spegnere definitivamente i motori di qualsiasi mezzo colpito, in specie quelli di superficie, sparando da una distanza di 1 chilometro o poco più, in pratica operando a vista».

Ma se il fascio di onde fosse dannoso per le persone?
Il direttore dell'Arpat di Livorno lancia l'allarme: apparecchio potente e forse impreciso
Gaetano Licitra, direttore di fisica ambientale dell'Arpat di Pisa e di Livorno, a titolo personale, si esprime così sul "Il Tirreno" del 13 novembre c.a., sulla possibilità di utilizzo di un'apparecchiatura simile e sulla presunta inoffensività per l'uomo. «Il fenomeno - dice - è notorio così come gli studi in tal senso sono in quasi tutti i casi di derivazione militare. E' questo un tipico esempio che ci può ricondurre alle situazioni di guerra elettronica tra le due superpotenze. Il principio su cui si dovrebbe basare l'apparecchio consiste nell'indirizzare con un apparecchio simile ad un'antenna un fascio elettromagnetico così potente da trapassare le schermature che sono a protezione dei sistemi elettronici di gestione della funzione dei motori. Qui sta il punto. Proprio a causa degli elevati incrementi e sbalzi di campi elettromagnetici che conosce il pianeta, causati dall'elevato numero di ripetitori televisivi ed antenne di telefonia cellulare ed altri fenomeni ancora, le industrie provvedono ad aggiornare di continuo le schermature protettive per ovvi motivi di sicurezza. Il fascio di onde elettromagnetiche deve quindi essere di elevata potenza. Qui - aggiunge Licitra - entra in gioco la salute di quanti possono essere investiti dai raggi. Il sistema messo a punto dalla Cisam dovrebbe essere collimato; funzionare a puntamento come un laser. Ma non basta. Quanto più l'oggetto da investire si allontanerà dalla fonte emittente che necessiterà di un potente generatore di segnale, tanto più il fascio tenderà ad allargarsi, diminuendo quindi in precisione e con il conseguente interessamento di persone o cose estranee all'operazione. Sicuramente l'apparecchio del Cisam sarà stato sperimentato - conclude - e non posso che esprimere un apprezzamento per le attività di ricerca svolte dal centro ma sulla inoffensività dell'apparecchio per la salute umana, dai dati a me resi noti, non posso che esprimere perplessità».