Mobilitazione a difesa della L.R.6/94 su Riconversione Industria bellica



Carissimi,
ritengo importante ed urgente intervenire per la difesa della Legge Regionale (lombarda) 6/94 che ha istituito la Agenzia regionale per la riconversione dell'industria bellica.
Nonostante l'Agenzia erano anni che veniva mantenuta inattiva, rappresenta un importante caposaldo per riprendere politiche di accompagnamento di un processo di disarmo che proprio la guerra preventiva e globale riportano prepotentemente al centro della nostra attenzione.

Ritengo importante, che, a questo punto si spinga anzitutto per il salvataggio della Legge così com'è.
semmai rivendicando una sua applicazione che preveda:
1- Un rilancio della ricerca sulla industria militare lombarda, prevedendo la diffusione dei risultati;
2- Una adeguata diffusione di informazioni relative alla precedente ricerca (del 1994);
3- La diffusione di informazioni relative alle attività svolte dall'Agenzia, in particolare le attività di finanziamento a favore di studi e iniziative di diversificazione e riconversione dell'industria bellica lombarda, e sul loro esito produttivo ed occupazionale;
4- La diffusione di informazioni relative alle iniziative di sostegno ai processi di ridimensionamento della produzione militare finanziate dal programma Konver sul territorio della regione Lombardia e sul loro esito produttivo ed occupazionale;
5- La diffusione di informazioni sull'estensione e gli effetti delle iniziative Perifra e Konver nei vari paesi europei che ne hanno beneficiato;
6- La diffusione di informazioni relative all'applicazione e agli effetti degli stanziamenti nazionali per la riconversione e ristrutturazione dell'industria bellica operativi dagli anni '90, con particolare riguardo alla loro applicazione sul territorio regionale;
7- La raccolta, l'aggornamento costante e la diffusione di una bibliografia sulla riconversione e di link con i centri di ricerca che in vari paesi si sono occupati e si occupano di riconversione dell'industria bellica (es.: il tedesco BICC- Bon International Center for conversion, l'inglese ACP- Arms Conversion Project, gli americani OEA- Office of Economic Adjustment (istituzionale) e CEC- Center for Economic Conversion, ecc.);
7- La diffusione di informazioni sulle esportazioni di armi operate dalle industrie lombarde a produzione militare;
8- La diffusione di informazioni sulla modifica della Legge 185/90 e le ripercussioni della nuova legge per il controllo dell'esportazione di armi;
9- La realizzazione di un sito (o di uno spazio Web nel contesto del sito della Regione Lombardia) dell'Agenzia, per la diffusione on-line delle suddette informazioni e di altre ritenute importanti;
10- La cooperazione ed il sostegno alle attività di OPAL- Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia e del GSAD- Gruppo di studio su armi e disarmo della Università Cattolica di Milano, sui temi del monitoraggio dell'industria bellica e della riconversione;
11- La realizzazione di convegni su questi temi;
12- Il rifinanziamento dei bandi a favore delle aziende che presentino progetti di diversificazione -riconversione;
13- Il finanziamento alle industrie belliche della impostazione di piani biennali di conversione da implementare nel caso di decisioni poliche di disarmo e o riduzione/blocco delle esportazioni di armi, considerando tali piani un imperativo etico irrinunciabile per queste aziende.

Essendo uno degli ex "Cassaintegrati Aermacchi per la pace ed il diritto al lavoro" che proposero ai gruppi regionali la necessità di questa legge, io ritengo  che su questa base si debba procedere a costruire una mobilitazione che sostenga l'iniziativa nei confronti della Giunta regionale, a partire da:

1- Lancio di una campagna informatica per la raccolta di adesioni (appello presente su siti, mailing, ecc.);
2- Coinvolgimento di altri attori territoriali a partire dai sindacati e dalle associazioni, e nazionali a partire dal costituendo "Network Disarmo" e dalle associazioni che hanno promosso la campagna "Difendiamo la 185/90", e dai forum sociali per una diffusione capillare della iniziativa;
3- Richiesta alle associazioni di raccolta di firme sull'appello;
4- Richiesta ai sindacati di intervenire con iniziative opportune a partire dalle aziende a produzione militare, ma non solo;
5- Richiesta ai partiti firmatari della proposta di legge che poi si traformò nella 6/94 di sviluppare iniziative nei confronti della giunta;
6- Realizzazione di una campagna sui e nei confronti dei media;
7- Realizzazione, in tempi utili, di una manifestazione visibile, e di rilevanza nazionale, a Milano o contemporaneamente nelle città a presenza militare (Milano, Brescia, Varese).

Tra le altre cose importanti credo si debba una particolare attenzione alla costrzione del rapporto con i sindacati, che a mio giudizio vanno posti tutti su uno stesso piano di pari dignità, tenendo conto però che alcune di esse già sono rappresentate all'interno della Agenzia, ed evitando scontri dannosi alla causa, esaltando invece la loro responsabilità e la loro indispensabilità in materia.

Visti i tempi stretti mi permetto di iniziare a far girare questa mia sollecitazione, oltre che alla Rete Regionale Disarmo al nazionale Network Disarmo, ai lavoratori e ex lavoratori dell'industria bellica firmatari dell'appello ai sindacati per la difesa della 185/90, ad associazioni di ricerca e a ricercatori che si sono occupati e si occupano di industria militare.
Ritengo altresì che l'appello definitivo rispetto al quale richiedere le adesioni spetti o al Rappresentante le Associazioni all'interno dell'Agenzia (in nome, e per conto, delle Associazioni stesse) o alla Rete Regionale Disarmo.

Ma occorre fare presto evitando di fare errori.

Elio Pagani
(Già obiettore professionale alla produzione militare e ex Cassaintegrato Aermacchi per la pace ed il Diritto al Lavoro)