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(Fwd) L'ipoteca della NATO sull'Europa
- Subject: (Fwd) L'ipoteca della NATO sull'Europa
- From: francesco iannuzzelli <francesco at peacelink.org>
- Date: Fri, 4 Jul 2003 14:18:59 +0200
- Organization: peacelink
--------------------- Questa scheda informativa e' frutto dell'incontro promosso dalla rivista "Mosaico di pace", svoltosi il 21/6/2003 nei pressi di Firenze --------------------- SCHEDA: L'ipoteca della NATO sull'Europa di Angelo Baracca La sola esistenza della NATO, come alleanza cui aderiscono i paesi europei, implica un'ipoteca pesantissima, che vanificherebbe la migliore Costituzione europea che si potesse concepire, per gli aspetti della difesa, ma anche della democrazia effettiva e della libertà. Si tenga conto, infatti, che il funzionamento della NATO si basa su almeno tre livelli: a - Un primo livello è costituito dal trattato istitutivo dell'alleanza: questo livello mi sembra il più "innocuo", in quanto i termini del trattato sono noti ed espliciti, approvati dai parlamenti nazionali. Il problema di fondo è però che l'alleanza da un lato va ben al di là del trattato istitutivo, e dall'altro è via via divenuta qualcosa di ben diverso da come era stata fondata. b - Un secondo livello, infatti, è costituito da una serie di accordi rimasti rigorosamente segreti, mai sottoposti a nessuna verifica parlamentare, che regolano aspetti cruciali: tra questi tipicamente le basi militari. È evidente che tali accordi hanno per i governi nazionali una cogenza più forte delle rispettive norme costituzionali e possono violarle impunemente. Questo è risultato evidente nei conflitti dell'ultimo decennio, in particolare nell'aggressione del 1999 alla ex-Jugoslavia (si pensi alla fine che hanno fatto le denunce alla magistratura per violazione della Costituzione Italiana). Ma anche nella recente aggressione all'Iraq, pur non essendo coinvolta la NATO in quanto tale, è stata denunciata la violazione della Costituzione per la cessione del permesso di sorvolo dello spazio aereo, nonché per l'uso delle basi americane in territorio italiano. C - Ma vi è un terzo fattore, forse il più grave. Nel corso dell'ultimo decennio lo spirito e le finalità stesse dell'alleanza si sono profondamente trasformati con decisioni di vertice e senza nessuna verifica democratica da parte dei parlamenti nazionali e dei cittadini. Il principale di questi cambiamenti è stato il "Nuovo Concetto Strategico" definito nel Vertice della NATO di Washington del 1999: esso ha trasformato radicalmente l'alleanza da difensiva in offensiva, uno strumento per affermare gli interessi dei paesi membri (ma soprattutto degli USA) in qualsiasi parte del mondo essi si vedano minacciati. Questo carattere aggressivo dell'alleanza pone quindi la guerra come strumento per risolvere (ma anche per creare) i conflitti, in drammatica violazione dello spirito e della lettera della nostra carta costituzionale. Ma l'alleanza, dopo il vertice di Washington, ha continuato a trasformarsi. Molti commentatori hanno osservato che l'allargamento ai nuovi paesi europei (molti dei quali contemporaneamente vengono inclusi nell'UE) fa parte di una manovra ampiamente promossa da Washington per fare dell'alleanza uno strumento più facilmente asservibile ai propri disegni imperiali: questa analisi ha ricevuto una conferma esplicita immediata in occasione dell'aggressione all'Iraq. Nel Vertice di Praga di quest'anno, poi, la NATO ha sostanzialmente sposato la strategia dell'«attacco preventivo», enunciata lo scorso anno ed immediatamente messa in pratica da Washington. Anche questo ribaltamento di strategia (dalla «difesa» all'«attacco militare», per di più «preventivo») - una vera "mutazione genetica" - passa senza venire sottoposto alla verifica di nessun parlamento nazionale, né da parte dei cittadini! È evidente che il ragionamento fin qui svolto vale tale e quale anche nei confronti dell'UE quale entità politica, e della sua Costituzione. Anche se venisse accettata integralmente la proposta avanzata da vari movimenti di inserire nella Costituzione Europea un articolo simile all'art. 11 della Costituzione Italiana, esso sarebbe vanificato concretamente dal solo fatto che l'UE, o i singoli paesi che la compongono, aderiscono alla NATO nelle forme sopra delineate. Ma il condizionamento dell'UE che si dovrebbe costruire va secondo me al di là del problema specifico della guerra. Infatti, lo stesso concetto di proiezione dei propri interessi in aree lontane del mondo (praticamente su tutto il pianeta) contraddice e nega l'idea di cooperazione internazionale, di una nuova unità politica che sia portatrice di un nuovo principio di politica internazionale, che vada ben al di là dei propri interessi ed operi per un mondo di pace, giusto, multietnico e multiculturale, in cui le differenze siano valorizzate come risorse, per la reale soluzione dei problemi che angustiano e minacciano l'umanità. Da ultimo, vorrei sottolineare come il supino allineamento dell'Europa agli interessi degli USA sia molto miope: questi ultimi hanno già dimostrato ampiamente di volere fare un uso molto spregiudicato della NATO, come di qualsiasi organismo o normativa sovranazionali. La NATO può essere uno strumento (e come tale deve essere completamente asservito), ma qualora sorga un problema sul quale non si raggiunga il consenso, o qualora si intravedano soluzioni più idonee, Washington ricorrerà ad "alleanze variabili" (of the willing), anche a costo di contraddire spudoratamente la sua appartenenza ad altre alleanze o ad altri organismi. Nota: si può vedere anche l'articolo di Piero Mestri, "Ascesa e caduta della NATO", sul n. 100 (giugno 2003) di Guerre&Pace. -- francesco iannuzzelli francesco at peacelink.org associazione peacelink http://www.peacelink.it
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