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Fw: Commercio di armi e Unione Europea - Convegno a Roma
- Subject: Fw: Commercio di armi e Unione Europea - Convegno a Roma
- From: "Elio Pagani" <elpagani at libero.it>
- Date: Fri, 27 Jun 2003 23:01:06 +0200
-----Messaggio Originale----- Da: "francesco iannuzzelli" <francesco at peacelink.org> A: <disarmo at peacelink.it> Data invio: venerdì 27 giugno 2003 15.01 Oggetto: Commercio di armi e Unione Europea - Convegno a Roma > > Si e' svolto il 19 e 20 giugno, a Roma, un convegno sul controllo delle > esportazioni di armi nell'Unione Europea, organizzato da Saferworld, dalla > Fondazione Arias e dalla campagna "Contro i mercanti di armi in difesa della > 185". > Il convegno, organizzato volutamente poco prima dell'inizio del semestre di > presidenza italiana dell'Unione Europea, e' capitato proprio dopo la recente > approvazione delle modifiche alle legge 185/90, legge che regolamenta il > commercio delle armi e che e' stata stravolta per permettere la ratifica > dell'accordo di Farnborough. > Le associazioni che hanno promosso la campagna in difesa della 185 hanno > avuto quindi un'importante occasione per incontrarsi e discutere dei > prossimi passi insieme ad altre associazioni della societa' civile europea. > > Numerosi e complessi i problemi illustrati nel primo giorno del convegno. A > livello europeo l'unico strumento esistente per il controllo delle > esportazioni di armi e' il cosiddetto "Codice di condotta", composto di > alcune linee guida non vincolanti e troppo generiche per poter rappresentare > uno strumento efficace. Manca ad esempio l'obbligo per gli stati membri di > presentare una relazione annuale, non considera il problema degli > intermediari e delle armi in transito, e mancano delle norme chiare sulle > consultazioni tra i vari governi. > Al tempo stesso l'allargamento in corso dell'Unione Europea ad altri dieci > stati pone nuovi e pressanti problemi; gran parte dei paesi entranti hanno > delle legislazioni molto deboli in merito, non producono relazioni annuali, > devono affrontare un riammodernamento del proprio materiale bellico per cui > si disferanno del vecchio, svendendolo chissa' dove e come. Infine, proprio > per via delle voragini aperte nel controllo delle esportazioni dall'accordo > di Farnborough, si prestano convenientemente a coproduzioni e conseguenti > triangolazioni, vanificando di fatto il controllo sulla destinazione finale > delle armi prodotte dagli stati membri. > Nel frattempo sono emersi altri aspetti del commercio di armi che non sono > tuttora regolamentati, come il problema degli intermediari, ovvero quei > loschi figuri che conducono in porto le trattative per il commercio di armi, > e le riesportazioni, cioe' la rivendita, anche dopo anni, di armi da parte > dei paesi destinatari verso altri paesi, in possibile violazione delle norme > esistenti. > > Di fronte a tutti questi problemi e' apparsa chiara la necessita' di > sviluppare un network stabile sul disarmo a livello europeo, in grado di > mantenere una pressione costante sul Parlamento europeo e sugli stati membri > dell'Unione allo scopo di controllare il commercio delle armi. Questo network > non esiste ancora ma ha sicuramente mosso qualche passo in avanti durante > questo convegno, affrontando anche i problemi di interazione tra le varie Ong > europee. Particolarmente utile e' stata la presentazione di alcune campagne > in corso in Europa, per comprendere i diversi contesti e confrontarsi sul > problema importante della comunicazione. > > Il secondo giorno del convegno ha visto l'intervento di alcuni rappresentanti > del governo, invitati a illustrare la linea del governo italiano nel prossimo > semestre di presidenza e rispondere alle domande degli organizzatori. > Dopo una dettagliata relazione di Francesco Terreri di Oscar, che ha > descritto la progressiva erosione dei vincoli stabiliti nella legge 185 e i > suoi effetti sulle esportazioni verso i paesi in guerra, e' stato chiamato > in causa Ferdinando Zezza, responsabile dell'UAMA del Ministero degli > Esteri. L'UAMA (Unita' di Autorizzazioni di Materiali di Armamento) concede > le licenze di esportazione di armi verso paesi esteri, in base ai vincoli > stabiliti dalla normativa vigente. Zezza ha minimizzato gli effetti delle > modifiche alla 185, sostenendo che erano dovute e necessarie per giungere > alla ratifica dell'accordo di Farnborough e che di fatto hanno cambiato poco > per quanto riguarda il controllo delle esportazioni. Ha pero' rimandato alla > responsabilita' di altri le richieste di maggiore chiarezza nella relazione > annuale e i dubbi riguardanti alcuni casi concreti, come la concessione di > licenze per esportazioni di armi verso la Siria e l'Eritrea. > > Di seguito e' intervenuto Paolo Cuculi del Ministero degli Esteri, > rappresentante dell'Italia all'interno di COARM (la commissione europea sugli > armamenti); la sua presenza e' stata particolarmente utile per comprendere > l'atteggiamento del governo italiano durante il prossimo semestre di > presidenza. La priorita' del governo italiano e' quella di occuparsi dei > dieci paesi entranti, accompagnandoli nel processo di integrazione > all'interno di COARM e nella loro adozione del codice di condotta europeo. Di > fronte alle obiezioni sul fatto che il codice di condotta non rappresenti uno > strumento efficace per regolamentare le esportazioni di armi, e che dovrebbe > prima essere rinforzato con norme piu' specifiche e vincolanti, Cuculi ha > risposto che cio' richiede tempo e non puo' essere affrontato solo nel > semestre di presidenza italiana. Cosi' pure per altri problemi importanti, > come quello degli intermediari e delle armi leggere, la risposta del > rappresentante del governo e' stata che sono troppo complessi per essere > affrontati nel breve periodo. > > Il convegno si e' concluso con la presentazione della campagna di Amnesty > International contro il commercio di strumenti di morte e di tortura. Molti > di questi strumenti vengono prodotti nell'Unione Europea ed esportati verso > paesi che violano i diritti umani, mentre alcuni corpi di polizia di stati > membri hanno gia' adottato delle armi, note col nome discutibile di "armi non > letali", che si prestano pericolosamente ad essere utilizzate come strumenti > di tortura. > > C'e' tanto da fare contro il commercio di armi; e' stato sicuramente positivo > incontrarsi con rappresentanti della societa' civile di altri paesi europei, > per confrontarsi sui metodi e sugli obiettivi da raggiungere. L'incontro con > i rappresentanti del governo italiano ha messo in luce aspetti gia' noti a > chi svolge da anni campagne sul disarmo in Italia. Da un lato c'e' la > possibilita' di effettuare pressione sul governo e ottenere dei minimi > risultati per la regolamentazione del commercio di armi, dall'altro il > governo sembra prestare ascolto preferenzialmente ai produttori di armi e > continua nella sua opera di progressiva liberalizzazione del commercio di > armi, opera cominciata col governo precedente, che ha raggiunto l'apice con > la modifica della 185 attuata da questo governo e che purtroppo sembra > continuare a livello europeo durante la imminente presidenza italiana. > Il prossimo appuntamento e' a settembre a Dublino, in vista del successivo > semestre di presidenza irlandese. > > -- > francesco iannuzzelli francesco at peacelink.org > associazione peacelink http://www.peacelink.it > >
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