18.42: Studio Aperto (x Alessandro)



Non avevo dubbi che Alì avesse perso la sua famiglia. Finchè, comunque,
esisterà qualcuno che sentirà di amare Alì come parte della propria stirpe,
la vendetta sarà obbiettivo vitale e prioritario. Sono più che convinto
dell'inutilità di ogni guerra (di qualunque connotazione politica,
economica, religiosa, vattelapesca essa sia....), e continuerò a perseguire
la mia convinzione, cercando di anche di trasmettere qualcosa ai miei 2
"Alì"......
Di una cosa sono certo più che mai: che sia giunto il momento di cambiare
qualcosa nel mio cuore. Mi spiace dirlo: "porgi l'altra guancia" per me non
conta più. Per troppo tempo mi sono perso nei meandri di elucubrazioni
mentali sul concetto di "potere" e di "diritto", cercando elementi comuni
nelle differenze. Pare che la forza faccia la differenza. La forza di un
giusto ed umano ideale impiega centinaia di anni prima di essere
"accettata". La forza fisica delle armi pare sia molto più convincente, ed
accettabile in tempi brevissimi. Niente dimostra, oggigiorno, che gli ideali
"accettati" siano riconosciuti come universali. Viceversa, la forza delle
armi e della violenza è sinonimo di vittoria immediata e metabletica,
recante subitanei cambiamenti. 110 milioni di persone che credono nella
catastrofe della guerra e nel suo immane insulto all'intelligenza dei
popoli, non hanno fermato 500.000 soldati. La sproporzione numerica mi
genera profondi dubbi, anche sul pacifismo. Quando l'opinione globale non
riesce a fermare la fattività parziale, è forse tempo di ben altre
riflessioni. Più incisive.

Con grande affetto, ed ancora amarezza
Andrea Meloni