Fwd: I NOSTRI RAGAZZI in Sardegna (Fwd)



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From:           	"Fabio"
Subject:        	I NOSTRI RAGAZZI in Sardegna
Date sent:      	Mon, 10 Mar 2003 23:40:23 +0100

Che ci facevano "i nostri ragazzi" - quelli bloccati ieril'altro a
Monfalcone - in Sardegna?

E perchè avevano tanta voglia di tornare a casa a riposarsi?

Ho fatto una piccola ricerca e ne è scaturato un dossier, seppur
raffazzonato. Riguarda la brigata Ariete, una brigata corazzata di
punta del nostro esercito, con armi di attacco, usata per le missioni
di "peace keeping" (una volta si diceva di mantenimento della pace
imperialista) in Somalia e nel Kosovo

Dai confronti con le date, dal fatto che - suppongo - in Sardegna non
si terranno esercitazioni in contemporanea di migliaia di uomini e dal
fatto che la brigata è di stanza in Friuli, penso che la colonna di
carri bloccata a Monfalcone, fosse la loro

I commenti alla prossima puntata.

Ciao a tutt*. Fabio



Da L'Unione Sarda 23 Febbraio 2003

Capo Teulada Esercitazioni con i "Mangusta"

Teulada Carri "Ariete", elicotteri "Mangusta" e "A129" e tecnologici
pezzi d'artiglieria. L'addestramento della Brigata "Ariete", una delle
più gloriose unità dell'esercito italiano, culminerà domani in una
grande esercitazione finale. Scene di guerra simulata in cui saranno
impiegati gran parte dei mezzi e degli uomini della Brigata. Da poco
più di una settimana, infatti, la Brigata Ariete, al comando del
generale Walter La Valle, è impegnata nel poligono di Capo Teulada con
1500 uomini e ben 450 mezzi corazzati. Si tratta di una attività
indispensabile per mantenere il livello di addestramento dei soldati e
la preparazione dei mezzi che, già in passato, hanno dimostrato la loro
efficienza in occasione delle tre missioni di "peace keeping" sostenute
in Kosovo dal 2000 al 2002. La presenza dei militari ha giovato anche
alle attività commerciali del territorio. In meno di un mese e in un
periodo di scarsa affluenza turistica, i militari hanno fatto acquisti
per oltre 350 mila euro (circa 700 milioni delle vecchie lire).

Unione Sarda 8 Febbraio 2002

Teulada. Nel Sulcis simulazione di guerra in Afghanistan Gli elicotteri
"Man


Teulada Il primo attacco è stato sferrato da 13 "A 129 Mangusta" con i
moderni cannoncini anticarro e i missili aria-terra. Subito dopo, 16
"Ab 205" e "Ab 412" hanno depositato sul terreno le squadre degli
assaltatori che hanno espugnato "Su Stazzu", una postazione di
pericolosi terroristi che si erano annidati nel promontorio di Capo
Teulada, catturando un nugolo di prigionieri.
Scenari di guerra (per fortuna soltanto simulata) ma in perfetto stile
Afghanistan ieri sulle coste del Sulcis. Il covo terroristico da
smantellare (ogni riferimento a Bin Laden non era puramente casuale)
rappresentava il tema dell'esercitazione Eridania che ha concluso ieri
nella base militare della Sardegna sud-occidentale l'esercitazione
"Scudo 2002".
Inutile dire che l'offensiva contro il nemico virtuale è stata coronata
dal successo con grande soddisfazione per i generali Alberto Ficucillo,
comandate delle Forze operative terrestri e Antonio Quintana,
comandante delle Forze di difesa. L'operazione ha concluso
l'esercitazione della Brigata Aeromobile "Friuli'" arrivata in Sardegna
all'inizio di gennaio per mettere a punto e perfezionare le proprie
capacità operative soprattutto in funzione dell'uso dei "Mangusta", gli
elicotteri d'attacco che sono stati assegnati ai due Reggimenti di
Fanteria dell'aria che fanno parte della Brigata "Friuli".
All'esercitazione hanno partecipato 745 uomini, per quasi un mese nella
base di Capo Teulada. In questo tempo hanno allestito una serie di
operazioni con l'impiego soprattutto dei nuovissimi sistemi d'arma
controcarro che sono stati sperimentati per la prima volta, qualche
mese fa, in Polonia. All'operazione "Eridiana", ha assistito anche il
generale Gian Gabriele Carta, Comandante della Regione militare della
Sardegna.



Per conoscere la Brigata Ariete consultare il sito dei carristi
d'Italia

http://www.ferreamole.it/images/brgariete/ariete.htm

dove ad un tratto si dice….

…..

L'attuale organigramma della Brigata ha visto recentemente l'aggiunta a
questi reparti del 33° Reggimento Carri di Ozzano Emilia e dell'82°
Reggimento Meccanizzato "Torino" . A livello NATO la Brigata è
attualmente inquadrata come parte della 3^ Divisione inglese operante
nel Corpo d'Armata di Reazione Rapida (ARRC). Dismessi i veicoli
americani residuati dell'ultimo conflitto, l'Unità è stata dotata nel
tempo di vari veicoli quali l'M47 Patton, l'M60A1 (in servizio per
quasi un trentennio), il Leopard 1A2 ed ultimamente il nuovissimo carro
di progettazione e costruzione italiana "Ariete" (con inizio delle
consegne al 32° Rgt. Carri di Tauriano e successivamente al 132° di
Cordenòns). Il 1 luglio 2000 gli ultimo cinque Leopard 1 hanno lasciato
il 132° Reggimento per essere inviati alla loro ultima dimora presso il
2° CERIMOT (CEntro RIfornimenti MOTorizzazione) di Lenta (VC). Da
questa data il 33° Reggimento Carri (successivamente sciolto il 30
giugno 2001) rimane l'unico reparto ad utilizzare il carro tedesco
nella sua configurazione iniziale.





Essa è evidentemente una Brigata affidabile e di punta per i compiti di
controllo globale, almeno per chi sa leggere tra le righe di un altro
passo

I NUOVI IMPEGNI ALLA LUCE DELL'EVOLUZIONE INTERNAZIONALE

Nell'ambito degli impegni internazionali assunti dall'Italia nel mondo
per il mantenimento della pace nelle zone a rischio di conflitto, la
Brigata è stata impegnata a fornire uomini e mezzi prima per la
missione in Somalia e poi per quella in Kosovo nell'ambito della KFOR.
La prima fase di questa missione si è conclusa il 1 marzo 2000 quando
la Brigata "Ariete" è stata rilevata dalla Brigata "Garibaldi". Ben
presto la Brigata è stata chiamata a fornire nuovamente dei reparti per
questo impegno internazionale dell'E.I. stabilendo da allora una
costante rotazione dei reparti presenti in teatro.



Per conoscere i carri Ariete andate sempre nello stesso cesso di sito

http://www.ferreamole.it/images/brgariete/ariete.htm



Importante

Il costo di ogni singolo carro, a prezzo fisso fino al 2001, è di
2.912.300 euro.

C'è anche il sospetto che possano portare proiettoli all'Uranio, come
si legge sul sito di peacelink

http://www.peacelink.it/dossier/uranio/prodUSA1.htm



Sugli elicotteri Mangusta

Da http://www.aircombat.it/129/129.htm




Caratteristiche: Agusta 129 Mangusta, elicottero biposto controcarro e
da attacco

Diametro rotore: 11,9 m

Lunghezza: 12,27 m

Armamento: sulla versione base, in configurazione anticarro, alloggiati
su 2 semiali laterali 8 missili filoguidati BGM-71 TOW e 2 razziere da
70 mm, ognuna armata con 7 razzi non guidati.

Velocità massima: 315 km/h

Autonomia operativa: 560 km

Descrizione: l'elicottero da attacco e controcarro 129 "Mangusta" fu
sviluppato dal 109 "Hirundo" dietro specifica dell'Esercito Italiano,
richiedente capacità controcarro e di attacco generico al suolo diurne,
notturne e in avverse condizioni atmosferiche. Il primo esemplare di
pre - serie volò il 15 settembre 1983 e le prime consegne sono iniziate
nel 1988, con 60 esemplari destinati all'Esercito Italiano e 20 a
quello olandese (anche se l'ordine di questi ultimi è stato
successivamente disdetto, in seguito ad una serie di incidenti occorsi
ad alcuni esemplari di 129). L'attuale versione del 129 "Mangusta", che
ha come compito primario lo svolgimento di operazioni controcarro,
rappresenta una macchina sofisticatissima dal punto di vista avionico e
strumentale, anche se è presenta delle limitazioni dal punto di vista
dell'armamento trasportato. La strumentazione della cabina di
pilotaggio, infatti, comprende un display multifunzione MFD per la
gestione dei dati di volo e di attacco, un sistema di riconoscimento e
allertamento passivo delle minacce RWR (Radar Warning Receiver), oltre
che un avanzatissimo sistema di riconoscimento degli spostamenti della
testa del pilota: quest'ultimo apparato, basato su 4 sensori a raggi
infrarossi posti dietro il capo del "gunner" dell'elicottero, che
dialogano con altri due sensori posti sul casco dello stesso, permette
al pilota di effettuare il puntamento degli 8 missili filoguidati TOW
direttamente sull'obiettivo solamente spostando la testa e dirigendo lo
sguardo sul bersaglio. Tuttavia, anche se l'avionica del 129 è così
avanzata, l'armamento di cui dispone è qualitativamente limitato: esso
si basa infatti su 8 missili filoguidati TOW, che hanno una gittata
effettiva che si aggira intorno ai 4 KM, e 2 razziere, ognuna
contenente 7 razzi da 70 mm non guidati, utilizzati prevalentemente per
la soppressione del fuoco leggero nemico. I missili TOW, che sono
guidati sul bersaglio da un filo che trasmette al missile i dati di
ricerca sull'obiettivo, sono piuttosto antiquati, considerando che
hanno bisogno dell'attenzione del pilota sull'obiettivo dallo sgancio
all'impatto, mentre i moderni missili (come l'AGM-114 "Hellfire"
dell'AH-64 "Apache") proseguono autonomamente la ricerca del bersaglio
una volta che sono stati indirizzati e lanciati. I razzi invece, che
non sono particolarmente efficaci contro i carri armati, vengono
utilizzati prevalentemente contro veicoli leggeri non corazzati, contro
la fanteria o come fuoco di sbarramento non mirato (in questo caso la
gittata supera i 10 KM). Purtroppo le 2 razziere contengono solo 7
razzi ciascuna (e ognuna sgancia i suoi proiettili tutti in una volta),
mentre le razziere di nuova concezione portano fino a 14 razzi
ciascuna.

Le versioni "Combat" e "Scorpion"

Per migliorare le capacità di carico del 129, la Agusta sta lavorando
allo sviluppo di due sottoversioni del "Mangusta" controcarro
originale: una destinata all'esportazione, denominata A 129I
(International) "Scorpion", e una, destinata all'Esercito Italiano,
denomina A 129 CBT (Combat) "Mangusta". Entrambe le nuove macchine
dovrebbero disporre di un'unica turbina RTM.322 al posto delle 2 Rolls-
Royce RR.1004 e di un nuovo rotore pentapala, in fibra composita, al
posto dell'attuale quadripala. Lo "Scorpion" da esportazione, poi,
dovrebbe dimostrarsi maggiormente versatile con i sistemi d'arma
adottati dagli altri Paesi, in quanto questa macchina dovrà pienamente
adattarsi ai sistemi missilistici in uso negli Stati acquirenti. Si
presume che il 129 International disponga della possibilità di adottare
i missili aria - terra a guida laser o infrarossa AGM-114 "Hellfire",
oltre che i missili aria - aria "Stinger". Sotto il muso verrà
installato un cannoncino (presumibilmente a 3 canne rotanti da 20 mm)
per la soppressione del fuoco leggero e di fanteria, e sotto le alette
laterali verranno montate due lanciatori, ognuno da 14 razzi (al posto
dei 2 lanciatori da 7 razzi ciascuno attuali). Non si esclude che il
sistema di puntamento attuale venga adattato alla possibilità di
montaggio di un radar "Longbow" (quello montato sulle nuove versioni
degli AH-64D "Longbow Apache") o di concezione similare. Invece la
versione "Combat" sarà dotata di una minore flessibilità nei carichi
trasportabili, visto che verrà realizzata su specifica richiesta
dell'Esercito Italiano, e quindi con precise caratteristiche di carico.
Il sistema missilistico aria - terra rimarrà quello attuale dei TOW,
abbinato al sistema di puntamento basato sul movimento della testa
dell'armiere; ciò che cambierà, saranno invece le razziere da 70 mm (7
razzi ciascuna) che verranno sostituite da lanciatori più grandi (14
razzi ciascuno), un nuovo cannoncino a 3 canne rotanti da 20 mm
ciascuna, che verrà collocato in una torretta mobile sotto il muso del
velivolo e soprattutto l'introduzione di 4 missili aria - aria
"Stinger", con relativi lanciatori, sulle estremità delle semiali di
carico; quest'ultima aggiunta è forse da considerarsi la più
importante, in quanto conferisce all'A 129 CBT una capacità aria - aria
di attacco e autodifesa di cui nelle versioni precedenti era
assolutamente privo. Una rara immagine di un primo prototipo dell'A
129I "Scorpion" (in questa foto armato con il nuovo cannoncino da 20
mm, 4 TOW e 1 razziera da 70 mm + 4 "Hellfire" e 1 razziera da 14
pezzi) è disponibile nella sezione Immagini.







Dal sito di Mani Tese

http://www.manitese.it/boycott/campagne/14_00.htm

AZIONE URGENTE 14/2000

APRILE 2000

ITALIA: AFFARI TURCHI

L'italiana Agusta sta per vincere la gara al riarmo della Turchia, ai
primi posti della graduatoria mondiale per l'importazione di armamenti
negli anni '90. Una partita di 145 elicotteri d'attacco Mangusta,
destinati ai raid sterminatori contro civili kurdi: la commessa del
secolo. L'industria bellica la fa da padrona anche sulla legge, che
vieta la vendita di tecnologie militari a Paesi che violano i diritti
umani.

Una anno fa, il 21 marzo del '99, Avvenimenti ruppe il silenzio su
"Quegli elicotteri killer nei cieli turchi", pubblicando foto e
dettagli del prototipo dell'A-129 Mangusta Scorpion. Un uccello di
morte capace di radere al suolo un intero villaggio con i suoi 1.200
chili di esplosivi, di centrare di notte un uomo a due chilometri di
distanza grazie agli infrarossi e ai missili laser aria-terra Hellfire
dell'Alenia, di vomitare dalle tre canne rotanti dei cannoni Gecal
(anch'essi dell'Alenia) ottomila colpi al minuto, ognuno dei quali
"totsicher" (a morte sicura) grazie al foro d'uscita di venti
centimetri.




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-- 
francesco iannuzzelli    francesco at peacelink.org
associazione peacelink   http://www.peacelink.it