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(Fwd) Polveriera nucleare a La Spezia
- Subject: (Fwd) Polveriera nucleare a La Spezia
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org>
- Date: Tue, 19 Nov 2002 20:24:06 -0000
- Organization: peacelink
- Priority: normal
il manifesto - 19 Novembre 2002 Polveriera nucleare a La Spezia? La sospetta avaria di un sommergibile Usa riaccende la polemica sull'uso del porto Senza piani Esiste un piano d'emergenza in caso di incidente nucleare sulle navi americane, ma riguarda soltanto il personale militare, non la città ANNA ASSUMMA (Lettera 22) La Spezia è una polveriera. Nucleare. Anche se non si direbbe, passeggiando per lo struscio sul lungomare di palme. Ma quando lo scorso luglio diportisti e spezzini hanno visto sostare a un miglio dalla diga foranea una strana coppia, composta dal sommergibile (atomico) americano Uss Albany e dalla nave "tender" Uss Emory S. Land, gigante con un dislocamento di 22 mila tonnellate attrezzata per l'appoggio ai sommergibili della classe Los Angeles, qualche domanda devono essersela fatta. Dopo alcuni giorni di sosta in rada, le due imbarcazioni presero il largo, lasciando il "porto delle nebbie" (e i suoi abitanti) nella foschia che avvolge gli spostamenti e l'uso del territorio da parte della Sesta flotta Usa. Il periodo passato dalle due imbarcazioni a stretto contatto, come in isolamento, aveva alimentato voci secondo le quali si stesse provvedendo a riparare un'avaria del sommergibile. Che, va ricordato, è a propulsione nucleare. Il sospetto, liquidato dalle autorità militari competenti con un no comment, era stato legittimato dal comportamento anomalo dell'Emory S. Land, sola unità a sostare in mezzo al mare nel via-vai delle imbarcazioni militari che nei giorni immediatamente successivi allo strano fatto hanno solcato il porto di La Spezia, ovvero l'incrociatore guidamissili Monterey e l'unità radar Ticonderoga, entrambe tranquillamente ormeggiate al molo Vanicella. La segnalazione della "stranezza" era arrivata ai giornali locali dopo che alcuni bagnanti evidentemente un po' troppo curiosi (per la flotta Usa) si erano avvicinati alla strana coppia. Erano stati allontanati in malo modo da militari, armati, imbarcati su gommoni. Ma alle domande sollevate in città - avaria? manutenzione ordinaria? fuga di sostanze radioattive? - non seguirono (né seguono) risposte. Anzi: in nome dell'"emergenza terrorismo", le operazioni vennero sostanzialmente segretate, come anche le procedure di controllo espletate di routine in caso di ormeggio di natanti a propulsione nucleare. Nessuno rese partecipi delle operazioni che si stavano svolgendo in rada né il prefetto, né il sindaco. Tantomeno la Capitaneria di porto. E i bagnanti, ignari, continuarono a tuffarsi nelle acque del golfo. Il problema della presenza di imbarcazioni a propulsione nuclerare era stato sollevato con forza due anni fa, quando il manifesto e il settimanale Diario della settimana avevano rivelato un "Piano di emergenza per le navi militari a propulsione nucleare nella base di La Spezia", documento "riservato" della Marina militare che disciplina il traffico e la sosta delle imbarcazioni a propulsione atomica e che tratta delle misure di emergenza da intraprendere in caso di "massimo incidente", ovvero di rottura di un reattore e fuoriuscita dei prodotti di fissione. Un piano che, però, riguardava esclusivamente la popolazione militare di La Spezia. Da anni in città ci si batte perché venga creato anche un piano di emergenza civile, come quelli che interessano il territorio attiguo alle centrali nucleari. Ma qui, come negli altri porti italiani dove per la presenza di natanti Usa il rischio nucleare è quotidiano, non è ancora stato fatto nulla di simile. E intanto, un nuovo interrogativo agita le acque del porto: il progetto di dragaggio del fondale viene visto dagli ambientalisti più attivi come un espediente per consentire l'accesso agli ormeggi di natanti militari con un pescaggio maggiore. Che potrebbero anche essere natanti della Sesta Flotta Usa. A propulsione nucleare, naturalmente.
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