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Uranio impoverito - Rapporto della Royal Society
- Subject: Uranio impoverito - Rapporto della Royal Society
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org>
- Date: Thu, 24 May 2001 00:37:49 +0100
- Organization: peacelink
- Priority: normal
E' stato pubblicato ieri il rapporto della Royal Society sulla pericolosita' delle munizioni all'uranio impoverito, con particolare riferimento ai soldati britannici che hanno svolto servizio durante le guerre nel Golfo e nei Balcani Il rapporto, dal titolo "The health hazards of depleted uranium munitions: Part I " e' disponibile online a questo indirizzo http://www.royalsoc.ac.uk/policy/du.htm Varie le interpretazioni del rapprto, anche perche' gli scienziati inglesi da un lato affermano la scarsa pericolosita' del DU dall'altro dichiarano che i dati a riguardo sono ancora insufficienti. Qui sotto riporto un articolo dal Manifesto di oggi. Nel frattempo anche in Olanda una commissione governativa ha pubblicato un rapporto, "Health Risks from exposure to depleted uranium", purtroppo solo in olandese. L'executive summary in inglese e' pero' disponibile online http://www.gr.nl/OVERIG/EXECUTIVE%20SUMMARIES/EXE200113.HTM ciao francesco -------Il Manifesto----23/05/2001--------- "L'uranio impoverito è pericoloso" Da Londra gli scienziati della Royal society chiedono nuove indagini sui militari in Iraq e nei Balcani Angelo. Mastrandrea No, non è vero che l'uranio impoverito non è poi così pericoloso, e che comunque non c'è alcun nesso certo tra le malattie contratte dai veterani delle guerre nel Golfo e nei Balcani e l'esposizione alle radiazioni a bassa intensità effetto dei bombardamenti con missili e proiettili al Du. Anzi. L'uranio impoverito è pericoloso, anche se solo un numero ridotto di soldati (inglesi) è stato contaminato, e per quei pochi il rischio di contrarre un tumore ai polmoni è doppio rispetto al normale. E' la conclusione a cui sono giunti un gruppo di scienziati indipendenti della prestigiosa Accademia britannica delle scienze. Gli esperti, incaricati di indagare sugli effetti delle armi all'uranio, chiedono ai governi nuove ricerche, perché i dati sulle radiazioni nelle zone colpite sono ancora insufficienti, così come la quantità di radiazioni assorbite dai militari. "I governi che decidono di usare armi all'uranio impoverito hanno il dovere di capire i possibili rischi per la salute dei loro soldati", ha detto il portavoce della Royal society, il professor Brian Spratt. Numerosi veterani inglesi della Guerra del Golfo si sono ammalati, e se fosse accertato il nesso tra le malattie e l'esposizione alle radiazioni si aprirebbe la strada a risarcimenti milionari. Ma, paradossalmente, la "causa di servizio" potrebbe essere riconosciuta ai militari anche in caso contrario. Una commissione parlamentare francese incaricata della questione dei risarcimenti ha infatti già affermato che va rimborsato qualsiasi militare ammalato, anche se non è accertabile il nesso con l'uranio impoverito. E questo potrebbe costituire un precedente importante anche nel resto dei paesi Nato. La stessa cosa potrebbe accadere in Italia, dove la commissione istituita dal ministero della Difesa e guidata dall'ematologo Franco Mandelli ha già escluso il nesso tra le malattie e l'uranio, e affermato che non c'è una particolare significatività statistica delle malattie. Secondo gli esperti della Royal academy, invece, le probabilità di ammalarsi di leucemia o di altre forme di cancro sono più basse. Comunque, secondo il rapporto pubblicato ieri i militari andrebbero tenuti sotto controllo per anni, perché gli effetti delle radiazioni potrebbero manifestarsi anche dopo molto tempo. Entro la fine dell'anno, inoltre, dovrebbe essere pubblicato, dagli stessi esperti, un altro dossier sulla tossicità chimica dell'uranio impoverito e sul suo impatto ambientale nel lungo periodo. ---------------------------------------------------- francesco iannuzzelli francesco at href.org associazione peacelink - sez. disarmo http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo ---------------------------------- Cambiare e' possibile e dipende dall'azione umana
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