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gli elicotteri turchi - aggiornamento
- Subject: gli elicotteri turchi - aggiornamento
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at dialogo.org>
- Date: Fri, 2 Jun 2000 01:40:55 +0200
- Organization: peacelink
- Priority: normal
E' prevista per i prossimi giorni la decisione del governo turco sulla commessa di 145 elicotteri da combattimento. Si tratta di un affare da 4,5 miliardi di dollari, che vede in corsa la statunitense Bell, l'italiana Augusta e la russa Kamov, e che sta scatenando molteplici interessi per l'importanza economica e politica della faccenda. E' noto come la Turchia sia uno dei paesi dove vengono violati piu' drammaticamente i diritti umani, soprattutto verso la minoranza curda. Come non pensare che anche questi elicotteri verranno usati soprattutto per bombardare i villaggi del Kurdistan, nonostante il governo turco affermi che il loro acquisto si rende necessario per "difendersi militarmente dai pericolosi stati vicini". La legge degli Stati Uniti prevede che il congresso possa bocciare una vendita di armi ad uno stato estero se questo stato non soddisfa dei requisiti di rispetto dei diritti umani; in realta' questa legge serve per proteggere il know-how delle industrie belliche americane ed evitare che venga ceduto a paesi che non sono degli alleati sicuri. Infatti, nonostante in passato la Turchia abbia gia' acquistato 9 elicotteri della Bell, proprio nel 1995 fu bloccata la vendita di altri 10 elicotteri americani. Ecco quindi che l'italiana Augusta vede incrementare le sue possibilita', nonostante i rapporti tra Italia e Turchia non siano dei migliori e nonostante l'Italia stessa dovrebbe rispettare vincoli legislativi in merito alla vendita di armi. Ma in Italia non e' previsto un voto parlamentare in merito, e comunque la legge lascia piu' buchi che vincoli. L'Augusta in realta' rischia di perdere la commessa piu' per il fatto che alcuni componenti del suo elicottero A-129 sono importati dagli Stati Uniti, e quindi soggetti agli stessi vincoli della Bell, anche se e' palese che per il congresso americano sarebbe meno scandaloso acconsentire all'esportazione di alcuni componenti riutilizzati da un costruttore italiano, piuttosto che dare il consenso ad una vendita diretta alla Turchia. L'ultimo concorrente, la russa Kamov, considerata con pochissime possibilita' perche' un eventuale commessa verrebbe vista come un pugno in un occhio dalla Nato di cui la Turchia fa parte, ha recentemente guadagnato maggiori possibilita' per l'intermediazione di Israele, accompagnata da forti pressioni politiche da parte di Putin stesso. La decisione, come dicevamo, verra' presa nei prossimi giorni, occhi aperti perche' in ogni caso, ma soprattutto nel caso che sia l'italiana Augusta ad aggiudicarsi l'appalto, occorrera' informare e mobilitarsi contro questo ennesimo sporco affare di commercio di armi. ciao francesco francesco iannuzzelli francesco at dialogo.org associazione peacelink - sez. disarmo http://www.peacelink.it ---------------------------------- Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. (A. de Saint-Exupery)
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